La paura è uno stato emotivo che si determina di fronte ad un pericolo reale o presunto o immaginario, con un’intensità che varia da individuo ad individuo in presenza dello stesso pericolo.
In condizioni normali essa costituisce quindi una difesa per il soggetto che la percepisce, impedendogli di compiere atti che compromettano la sua incolumità.
Tuttavia la paura può assumere un’intensità patologica, prendendo in tal caso la forma di fobia o terrore ed allora, anziché rappresentare una difesa, essa genera ansia e confusione ingiustificate e quindi atti inconsulti e sconsiderati, tali da aggravare il pericolo reale o rendere concreto quello immaginario.
Una conferma di ciò è l’ultima “trovata” del governo italiano – nella persona del ministro dell’interno Matteo Piantedosi – che, nel suo forte impegno a soddisfare la comunità ebraica che lo sponsorizza, ha democraticamente vietato che, a partire dalla prossima stagione del campionato di calcio, i giocatori indossino la maglia con il numero 88.
Perché?
La risposta a questa domanda si trova sul sito internet del governo alla voce ‘pregiudizi antisemiti’: “Ottantotto – 88 [proprio così, in lettere e numeri, come sugli assegni e sui vaglia postali]:
Abbreviazione per il saluto nazista Heil Hitler.
L’ottava lettera dell’alfabeto è H, due volte otto significa HH [e qui non ci sono dubbi o perplessità che tengano: è così e basta, chi se ne frega se per la smorfia napoletana 88 significa caciocavallo], abbreviazione per il saluto nazista ‘Heil Hitler’ [anche su questo non sono ammesse contestazioni]. 88 si trova spesso sui volantini dei gruppi d’odio, sia nei saluti che nei commenti finali di lettere scritte dai neo-nazisti e negli indirizzi e-mail”.
Fonte? La solita alla quale il governo si abbevera: “Osservatorio Antisemitismo Fondazione CDEC”.
Il ministro Piantedosi, sorvolando acrobaticamente sugli innumerevoli problemi ben più seri ed urgenti dei quali dovrebbe occuparsi e ai quali non ha finora trovato soluzione, si è detto “orgoglioso” di avere adottato tale provvedimento, che peraltro, qualora fosse esteso anche al di fuori dagli stadi, creerebbe sicuramente ad una infinità di persone grosse difficoltà non facilmente sormontabili: gli individui della classe ’88 potrebbero essere cancellati dall’anagrafe, i residenti al civico 88 di qualsiasi strada potrebbero vedersi abbattere la casa, non si potrebbe più telefonare alle varie città della Puglia o a Stati sparsi nel mondo i cui prefissi telefonici comprendono il famigerato 88, i numeri da 1 a 100 diventerebbero 99 e così via.
C’è poi un altro enorme problema che verrebbe creato dall’estensione del criterio interpretativo adottato per l’88 e che probabilmente il ministro non ha preso in considerazione: solo per fare qualche esempio, il numero 22 potrebbe significare “Biden Babbeo”, il numero 26, quale doppio di 13, potrebbe essere letto come “Mattarella Mummia”, il numero 113 potrebbe essere interpretato come l’acronimo di “Andate A Cagare”, il numero 66 potrebbe voler dire “Fatevi Fottere”, eccetera, eccetera.
Si arriverà quindi alla totale soppressione dei numeri? Non si può affatto escludere, vista la loro comprovata pericolosità. Si potrà salvare soltanto lo zero, che d’altronde corrisponde esattamente al valore di questa gente, costantemente terrorizzata dalla possibilità che l’enorme montagna di menzogne, sulla quale ha costruito il proprio potere, crolli e la travolga.
Giuliano Scarpellini