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LA CORSICA E’ ITALIA

CORSICA <CARA-ASSAI>

di Pierre Nicoletti

Dedicato:

– a PASQUALE PAOLI, Patriota della CORSICA, grande precursore del nostro Risorgimento (vedasi la Battaglia di Ponte Nuovo, 8-9 Maggo 1769);

– alla Isola Verde: la CORSICA, fedele all’Italia, orfana della Patria, nonostante i Còrsi siano stati i nostri primi patrioti risorgimentali, combattendo nella Battaglia di Ponte Nuovo contro gli occupanti francesi.

Il còrso è un dialetto italiano e quindi, a tutti gli effetti, la Corsica appartiene all’area linguistica italiana.

La stessa appartenenza è confermata dalla collocazione geografica:

basta guardare qualsiasi mappa o carta per capire che la Corsica appartiene all’Italia fisica, il che ricorda ai nostri polticanti prezzolati ed ai tanti “magnaccia” che hanno ricevuto fasulle onorificenze e fasulli titoli accademici dai franzosi che la geografia non muta secondo le convenienze del momento.

Ai primi del Novecento la lingua italiana era diffusa sull’Isola assai più del francese, mentre fino al 1944 la lingua della Chiesa (nella Chiesa si era rifugiata la Corsicità) fu l’italiano: in italiano si tenevano prediche ed omelie, in italiano erano scritti i documenti degli archivi parrocchiali, in italiano i canti religiosi. Ancora negli anni ’60 un prete della Montagna di Ajaccio predicava in italiano.

Tutti sanno che i Còrsi sono etnicamente italiani e non francesi. Da qui il fondamento del nostro punto di vista: la rivendicazione italiana della Corsica. Il giornalismo italiano si deve adoperare perchè non sia calpestato il sacro retaggio della Italianità della Corsica.

Noi, o meglio chi sa, e non gli ignoranti o gli “eroi” da tastiera (facebukkini) , abbiamo ben chiaro il culto della nostra gioventù e di tutto il nostro Popolo per le Memorie Eroiche dei Fratelli Còrsi e soprattutto per i Morti di Ponte Nuovo, che noi consideriamo i primi Caduti per l’indipendenza italiana. Non tutti sanno che una Lampada Votiva consacrata a Pasquale Paoli, il Padre (U Babbu) della Corsica Italiana, arde perennamente nel Tempio/Chiesa di Santa Croce a Firenze. Come diceva e scriveva Benito Mussolini è necessario che si imponga il binomio indissociabile della VERA PACE con la VERA GIUSTIZIA. Tutti sanno che, per quanto calpestato dai vincitori della II Guerra Mondiale, il diritto di Nazionalità è conquista della Storia mondiale moderna.

La Storia non si arresta: inalienabile è l’indipendenza delle popolazioni ad alto tenore di civiltà; irresistibile e fatale è il ricongiungimento dei FRATELLI ai FRATELLI. Per questo motivo noi qui proponiamo e affermiamo:

  1. la valutazione delle ragioni geografiche sulle quali è fondata l’Italianità della Corsica;
  2. la valutazione delle ragioni storiche del problema còrso;
  3. la necessità di risolverlo;
  4. la maturità dei tempi per l’azione redentrice, che dia norma di giustizia alla vita dei Còrsi in base alla parentela di sangue e al diritto delle genti.

La continuità o unità territoriale tra la Corsica e la Penisola Italiana, nel senso geografico, è un fatto inoppugnabile.

I franzosi parlano di un ridicolo “carreggiamento”, sostenendo cioè che il massiccio sardo-còrso si sia staccato alcuni millenni fa dalla terra francese e per “carreggiamento” si sia portato dove ora lo troviamo (e non è chiaro se con questa fandonia intendano rivendicare anche la Sardegna…..).

Comunque noi la stessa argomentazione potremmo usarla per sostenere che il preteso carreggiamento sia iniziato dalle Terre Italiane, tenendo presente l’analogia morfologica e litologica della Corsica con le Alpi Marittime, con le Isole Toscane e con le zone tipiche della Toscana; ma soprattutto considerando la maggiore vicinanza della Corsica alla massa continentale italiana. Si deve infatti tenere sempre presente che le distanze che separano la Corsica dalle altre regioni insulari e continentali italiane sono molto eloquenti, perchè appena 12 chilometri di mare separano la Corsica dalla Sardegna, 50 chilometri dall’Isola d’Elba, 82 chilometri dalla costa Toscana, senza qui considerare le distanze dalle isole minori, mentre la distanza più breve tra la Corsica e la Francia, da Capo Còrso ad Antibes, è di circa 200 chilometri. Non significano nulla queste differenze di profondità (le quote batimetriche tra la Corsica ed il continente italiano) e di distanza?

Un onesto geografo francese potè riconoscere che < la CORSICA è un Paese intieramente e diremo quasi eminentemente ITALIANO>.

Mano a mano poi che ci inoltriamo dal crepuscolo della Preistoria alla luce della Storia, le caratteristiche etniche della Corsica si fanno sempre più distinte e ci parlano in modo veramente rivelatore, per inconfondibili prove, dell’appartenenza dei Còrsi alla razza italiana. Soprattutto le testimonianze psicologiche si fanno sempre più intense e si rendono incancellabili, perchè scolpite nei fatti e perchè sgorgano dalla lingua, dal comune modo di sentire, dal costume, dall’arte, insomma dalla identità di natura che vi è tra i Còrsi e le genti italiche; identità che, in fondo, deriva dalle esigenze spirituali e dalle concordanti necessità della vita.

LA CORSICA E’ ITALIA.

“La CORSICA è una delle più pure, più sicure, più nobili terre d’ITALIA.

L’ITALIA non sarà veramente unita finchè non avrà la CORSICA.

La CORSICA è ITALIA e perciò la Francia la tratta non come figlia, ma come figliastra, e continuando a possederla, calpesta tutti i più elementari principi di nazionalità e di diritto da lei proclamati negli immortali principi del 1789.

La CORSICA è ITALIA e perciò l’Italia, reclamandola, non fa che il suo Dovere, non fa dell’imperialismo fascista, ma soltanto dell’Irredentismo Nazionale.

La CORSICA è ITALIA e perciò per le Leggi Fatali della Storia apparterrà fatalmente un giorno a quello Stato del quale fanno parte tutti gli Italiani.

NON VOGLIAMO ESSERE FRANCESI !!”

firmato: “Il parroco di Corte (Corsica) 1931.

Infine è doveroso ricordare:

1- che il FRONTE DI LIBERAZIONE NAZIONALE CORSO (F.L.N.C.) era considerato dalla NATO un gruppo terroristico, al pari dell’IRA e dei guerriglieri Baschi;

2 – i patrioti còrsi che si sono battuti per l’Italianità dell’Isola.

Sono tanti i nomi degli Eroi, tra cui, oltre a Pasquale Paoli, Salvatore Viale, Leonetto Cipriani, spiccano:

  • Santu Casanova (1850-1936), scrittore;
  • Petru Rocca (1887-1966), politico e scrittore, condannato dai francesi nel 1945 a 15 anni di carcere;
  • Dumenicu Antone Versini (detto Maistrale), scrittore;
  • Matteu Rocca, scrittore;
  • Ageniu Grimaldi, scrittore;
  • i fratelli Ghjuvanni e Anton Francescu Filippini, attivisti politici;
  • Pier Luigi Marchetti, attivista politico;
  • Giacinto Croce, attivista politico;
  • Dumenicu Carlotti (1877-1948), abate;
  • Ugo Babbiziu, scrittore;
  • Marco Angeli, politico e giornalista;
  • Petru Simon Cristofini (1903-1944), militare, già aderente alla LVF (Legione del Volontari Francesi contro il bolscevismo), condannato a morte e fucilato dai francesi ad Algeri il 3 Maggio 1944;
  • Marta Renucci (1904-1997), moglie del precedente, giormalista, incarcerata per molti anni dai francesi;
  • Angelo Bertino Poli (1905-1980), scrittore, condannato a morte in contumacia dai francesi nel 1946;
  • Petru Giovacchini (1910-1955), poeta e politico, condannato a morte in contumacia dai francesi nel 1946, autore dell’appello agli Italiani qui sotto riprodotto

  • Ivanu Colonna (1960-2022), militante indipendentista, condannato all’ergastolo dai francesi nel 2007;

e tanti altri.

Dopo il 1945 un centinaio di còrsi furono processati dai tribunali militari francesi ed incolpati di tradimento e collaborazionismo con l’Asse. Otto furono condannati a morte, ma solo il colonnello Petru Cristofini fu fucilato.

Anche la moglie di Cristofini, la prima giornalista còrsa Marta Renucci, che affermava apertamente idee filoitaliane, fu arrestata con la stessa accusa e condannata a 15 anni di prigione. Scontata la pena nelle carceri di Algeri, rientrò in Corsica, dove visse in isolamento fino alla morte, avvenuta nel 1997 al policlinico di Furiani.

 

 

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