22 Aprile 2020
I lavori del futuro
Tuttavia se riflettete, i vari prolungamenti dei nostri arresti domiciliari, ci sono stati comunicati a piccole dosi, e puntualmente i “saggi” ed i “luminari”, hanno fatto supposizioni catastrofiche a sei mesi, un anno ed addirittura fino al 2025.
Inizio a parlarvi del mio settore:
La ristorazione
Oggi ci dicono che possiamo fare solo i domicili, a maggio domicili ed asporto e poi chissà. Si parla di separatori, plexiglass… ma soprattutto di riduzione di coperti, tutte condizioni che non invoglieranno assolutamente il cliente. In 25 anni di esperienza, posso affermare, che il nostro è il settore di intrattenimento e svago. Dopo una giornata o una settimana di studio o di lavoro stressante, una buona birra, un panino, un buon piatto di pasta, con buona musica o con la partita di calcio, aiuta a rilassarsi. Ma se si deve uscire, con tutta la pressione che hanno messo i media, incutendo paura, aspettando fuori tutti a distanza. Immaginate una comitiva che attende il turno, si devono mettere tutti in fila indiana ad un metro? pensate che nella piazza dove opera la mia attività, ci sono 9 locali e 33 locali se comprendiamo le 3 vie limitrofe. Immaginate un sabato, ognuno con la sua coda di clienti tutti distanziati singolarmente a un metro, 100 clienti per locale in coda dove arrivano? Quindi finirà che la gente, si riunirà in casa, dove è sicura della sanificazione, dove non ha l’obbligo di mascherina, senza stress di autocertificazione ed anche qualora alzi un pò il gomito non c’è paura dell’alcol test. Quindi il futuro prossimo porterà alla rinuncia della ristorazione. La gente ordinerà da casa, tramite riders e mangerà con gli amici. Pertanto si andranno a tagliare posti di lavoro di cameriera, Hostess, barman, cantanti e si implementeranno i riders.
Scuole
Le prime strutture a chiudere per l’emergenza sono state le scuole. Dopo circa un mese, chi più e chi meno ha iniziato a fare lezioni online, a parer mio molto improvvisate. Tuttavia ci dicono che le scuole resteranno chiuse fino a settembre e che qualora si rientrerà a settembre, ci saranno banchi con un solo alunno, distanziato dagli altri compagni ad almeno un metro. Ciò cosa vuol dire (parlo per la Sicilia, ma credo che in tutta Italia, ci siano le stesse problematiche), che di ogni classe, occorre farne due o tre. Di fatto sappiamo che per fare business i presidi, tolgono le palestre e le aule magne, per fare entrare più bambini possibili, perché percepiscono fondi per ogni allievo. Nel momento in cui, si raddoppiano o si triplicano le classi, i professori ipotizzano lezioni a più turni, mattutino, pomeridiano e serale (anche se per l’elementari e le medie il serale non sia ottimale). Il raddoppiare o triplicare i turni, porterebbe a raddoppiare e triplicare le ore di lavoro dei docenti con un ulteriore esborso della spesa pubblica. E lo Stato, in questo momento non ha intenzione di spendere altri soldi in tal senso, anche perché già da un ventennio applicano tagli su tagli all’istruzione. E pertanto ipotizzano di continuare le lezioni da casa.
In un ottica di risparmio delle risorse, potrebbe pensare a trasformare la scuola pubblica su modello di scuole private, come Cepu, Grandi Scuole, Pegaso… In pratica assumerebbero docenti, che farebbero dei video con le lezioni di tutto il programma e li manderebbero online in tutta Italia per 5/10/20 anni. Del resto la storia di Napoleone difficilemente cambierà, il teorema di Pitagora, rimane quello… L’utente finale, che sarebbe l’alunno, andrebbe a guardare il video, anche più volte ed al termine fara un questionario online di apprendimento, che il sistema correggerà in automatico e darà una valutazione istantanea. Zero errore voto 10, 1 errore voto 9 e così via. Al termine dell’anno scolastico, questionario generale di valutazione. Un pò l’esperimento che fanno con le prove invalse. Qualcuno direbbe, ma così rischiamo di generare asini. Vero, ma pensate che allo Stato interessi? i tagli alla scuola secondo voi a che servono? la riduzione dei programmi scolastici, secondo voi a che servono? un popolo ignorante è manovrabile. Con questo metodo la scuola risparmierebbe l’affitto delle scuole, il costo di docenti, bidelli, imprese di pulizia, personale di segreteria, presidi, compreso contributi inps ed inail. Risparmierebbe costi di sanificazione e disinfestazione, costi di gite, libri di testo… Qualcuno penserà, ma è impossibile che facciano una cosa del genere… non ne sarei così sicuro, in tutti questi anni di tagli ed umiliazioni dei docenti e del personale scolastisco, tutti hanno taciuto, sindacati compresi che con la pancia piena, hanno fatto il gioco del padrone.
Banche. Conte ed i suoi “saggi”, hanno dichiarato che il denaro contante è portatore di virus. Sappiamo che le banche, sono chiuse e ricevono solo su appuntamento. Nel corso dell’ultimo ventennio, anche questo settore ha avuto tagli. Se prima sposare un banchiere era un terno a lotto, pian piano ha perso il suo fascino economico. Pian piano, il progresso ha tagliato posti di lavoro. Quando ho aperto il mio primo conto a 14 anni alla banca commerciale italiana, c’erano 20 sportelli. Poi sono passato alla banca Sella, con 8 sportelli ed oggi sempre nella stessa banca gli sportelli sono 2. Questo perché tutte le operazioni si fanno da casa (bonifici, bollette, f24…), i versamenti si fanno allo sportello h24 automatico e le uniche operazioni allo sportello fisico li fanno coloro che non hanno dimestichezza con i computer e cellulari. Gli stessi finanziamenti si fanno con il cellulare, tramite firma digitale. Pertanto eliminado il contante, si rischia di eliminare la figura di banca come struttura fisica e di creare una nuova figura di banca come la Mediolanum, senza sportelli, solo online. Già il 6 gennaio 2020, il Sole 24 ore, annunciava la perdita di 78mila posti di lavoro nelle banche mondiali Fonte.
Palestre
Anche per loro ci potrebbero essere dei cambiamenti. Solitamente all’interno della palestra ci sono dei corsi. Gli istruttori si accordano con il proprietario della palestra per avere una quota fissa per ogni allievo. Con il coronavirus, molti di questi istruttori che spesso lavorano a nero senza tutele, hanno iniziato a fare video corsi da casa. Il cliente versa la quota tramite ricarica di post pay, sceglie la fascia oraria e si collega con skype o con altra applicazione direttamente da casa con l’istruttore che fara una lezione personalizzata. Con l’allentamento delle misure restrittive, quando apriranno le palestre hanno detto che potranno fare solo corsi individuali, quindi in automatico i costi delle palestre per ovvi motivi lieviterebbero. Peranto andrebbe in palestra solo chi avrebbe la possibilità economica di accedervi. Inoltre pensate a come si possa concepire un allenamento con la mascherina? impossibile, a meno che si parli di sala attrezzi. E secondo il mio pensiero, solo quella sarà la forza della palestra. Perché l’utente che deve fare Zumba, con guanti in lattice e mascherina e forse anche visierà, avrà bisogno di un tampone facciale per asciugare il sudore e la bombola d’ossigeno. Preferirà pertanto allenarsi a casa senza restrizioni e con la sicurezza di un ambiente sanificato. Infine pensate agli sport di combattimento o i corsi di ballo, dove c’è il contatto fisico, il faccia a faccia, le prese… secondo le nuove normative sarà impossibile eseguire corsi del genere.
Le assicurazioni avranno anche loro un calo economico, con l’aumento dello smart working, molte famiglie non avranno bisogno di mezzi di trasporto privati e pertanto rinunceranno sicuramente alla seconda auto. Le polizze già da tempo si fanno online e quelle poche compagnie che hanno sedi fisse nel territorio, chiuderanno battenti e lavoreranno da remoto.
Call Center ,anche lì le postazioni si faranno da casa. Le aziende non possono garantire la sicurezza all’interno delle loro strutture.
Distributori di benzina, anche loro per via del taglio dei mezzi privati e delle uscite avranno un calo economico, che porterà alla diminuzione dei distributori di benzina, sostituiti anche dalle colonnine elettriche. Ma allo stesso tempo gli impegati che si occupano di estrazione del petrolio, perderanno i posti di lavoro, perché crollando la domanda, non occorrerà estrarre altro greggio. Di fatto il petrolio ha avuto un crollo in borsa del 305% raggiungendo il prezzo del 1999, ai tempi della Lira (Fonte).
Polizia municipale, con la diminuzione delle macchine, diminuisce in automatico il traffico e di conseguenza le contravvenzioni che porterà ad una diminuizione del personale in strada e negli uffici.
Suap, con la dislocazione delle aziende e l’apertura dei negozi su piattaforme digitali, caleranno le licenze e pertanto prevedo nuovi tagli. Inoltre molti locali di ristorazione, costretti a fare solo asporto e domicili, rinunceranno al suolo pubblico e cercheranno locali piccoli, con riduzione della tassa dei rifiuti ed eliminzione della tassa di suolo pubblico.
Abbigliamento, calzature, casalinghi, articoli sportivi, intimo… saranno sostituiti da colossi come Amazon, Ebay,Wish… Che sono entrati in punta di piedi, e negli ultimi due mesi annunciano assunzioni di massa. La sola Amazon assume 75000 nuove persone (Fonte).
Di questi esempi, se ne potrebbero fare altri. Di contro partita a questa marea di licenziamenti e di aziende che falliranno per via di questo cambio inaspettato dell’economia e del modo di fare impresa, vi sarà un aumento di posti di lavoro nei rider (anche se sappiamo che vengono pagati pochissimo). Presumo ci saranno assunzioni nelle poste, nei corrieri privati Sda, Tnt, Gls…, assunzioni nelle varie piattaforme on line, con l’ausilio di marketing, programmatori, sociologi…
Dopo la quarantena, aumenterà il lavoro di nutrizionisti, dietologi, psicologi, biologi, sanitari, assistenti sociali, avvocati ed uffici recupero crediti
Ma ci saranno dei lavori, che il progresso, non cambierà il loro modo di operare e sono quelli che non occorre nessuna laurea e nessun titolo professionale per svolgerli. Si tratta di meccanici, indoratori, fallegnami, idraulici, elettricisti, carpentieri, mastri, manovali, piastrellisti, fabbri, ebanisti, saldatori, carpentieri, parquettisti… Loro con o senza coronavirus e quarantene assortite, lavoreranno sempre.
Caro amico, fino ad oggi abbiamo assistito all’individualismo, la nuova società che vogliono imporci per un virus, che ha causato meno morti di polmoniti ed influenze degli anni passati, potrebbe sconvolgere la vita di tutti noi. Ecco perché dobbiamo lottare tutti insieme affinchè ritorniamo ad avere una vita normale. Il progresso porta regresso, vogliono farci vivere una vita, chiusi in casa, rinuciando ai piaceri della vita, alla sicurezza economica, ai progetti per il futuro, tutti omologati, conformizzati, controllati e microcippati.
Francesco Capizzi
28 Gennaio 2020
Giampaolo Pansa è morto, ma qualcuno lo avrebbe ucciso anche prima
Articolo pubblicato sul Blog del Vice-segretario nazionale Isole del MFL-PSN
Giampaolo Pansa non ci è mai stato simpatico e, come al solito, non l’abbiamo mai nascosto.
Contiguo al potere mediatico di una estrema sinistra che ha occultato i crimini della Resistenza per decenni, anche dalle nostre parti (politiche) è stato spesso incensato per il “Ciclo dei vinti”, i libri sulle atrocità dei partigiani (il più conosciuto è, per l’appunto, “Il sangue dei vinti”) che ebbero – e questo glielo si deve riconoscere – il merito di portare all’attenzione del grande pubblico i crimini dei partigiani, aprendo il vaso di Pandora sulle atrocità, le stragi e le violenze compiute da coloro che si sono auto-eletti come i difensori della libertà. Noi, però, non gli dobbiamo niente: gran parte di ciò che Pansa ha scritto – probabilmente in forma più romanzata e più “leggibile” per il lettore moderno, tradizionalmente poco avvezzo alla pedanteria dal tradizionale saggio storico – fu scritto a suo tempo da Giorgio Pisanò, giornalista ex MSI e fondatore di Fascismo e Libertà (fatto, questo, spesso e volentieri taciuto).
Perché Pansa non ci stava simpatico e Pisanò si? Perché Pisanò, contrariamente a Pansa, pagò le sue scelte politiche e professionali di persona, subendo l’ostracismo e l’odio (umano e politico, perché a sinistra non scindono le due cose) di quella parte politica di cui Giampaolo Pansa, viceversa, è stato uno dei cantori più celebrati per decenni. Fino a quello che, a sinistra, viene ancora percepito come un voltafaccia: l’inaugurazione del “Ciclo dei vinti” è costato al giornalista piemontese le peggiori accuse da parte di quella sinistra che sulla mistificazione della Storia ha costruito la sua fortuna, quali quella di trasformismo, di contiguità con i Fascisti, perfino di traditore e di calunniatore, perché l’aura della Resistenza, Pisanò e qualche altro scrittore solitario a parte, era immacolata, e tale sarebbe dovuta rimanere.
Non ci è stato molto simpatico, e va bene. Però, quando una persona non ci sta simpatica e passa a miglior vita, abbiamo la decenza di tacere e di chinare la testa.
Un giro sulle pagine Facebook di sinistra che affrontano la morte di Giampaolo Pansa basta a farci venire la nausea: “E’ morto un revisionista di m****”, “Uno di meno”, “Sarebbe dovuto crepare prima”, e via di questo passo.
Perché ne parliamo? Perché loro sono quelli che non odiano, tutto pace, amore e fiorellini, quelli dell’#odiareticosta, delle commissioni parlamentari contro l’odio, dei patentini per votare, del dito puntato contro chi rivendica il sacrosanto diritto di pensarla diversamente dai mantra del politicamente corretto sinistrorso (immigrazionista, terzomondista, buonista a comando), dei “webeti”, degli “analfabeti funzionali”…
L’odio viscerale verso gli avversari politici e l’ipocrisia dell’applicare agli altri ciò che si disattende completamente per se stessi: ecco l’essenza della sinistra.
28 Gennaio 2020
CRISI ED INFILTRATI DI REGIME
Tratto dal Blog del Segretario Nazionale e pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista”- Maggio 2019.
Anche questo mese proseguo nelle autocitazioni, ripresentando un articolo addirittura di 8 anni fa, ma che pare, come spesso accade, scritto oggi!
Alcuni dei nomi di certi personaggi e pseudo organizzazioni politiche sono ancora in circolazione oggi, altri sono stati sostituiti dai vari Salvini, Meloni, Casa Pound e robaccia simile… Ma il vero problema rimane: gli infiltrati.
Gente che, o per pura demenza, o per “astuto” calcolo politico, o per guadagnarsi i 30 denari concessi dal regime, continua ad infiltrarsi nella nostra area di pensiero storico e politico, tentando di creare divisioni e litigate, diffamando i pochi e veri Fascisti rimasti, al solo fine di continuare a farci vivere ai margini della vita politica nazionale… Diffamano, falsificano la Storia, costruiscono un Fascismo mai esistito e che mai esisterà, proseguendo nell’oscuro compito che caratterizzò il MSIDN, cioè sostituire al Fascismo storico, che altro non fu se non un socialismo nazionale), una parodia dello stesso, spostata a destra, su posizioni vergognosamente anti islamiche e filo giudaiche, magari anche massoniche…
Purtroppo in Italia passano gli anni, ma nulla cambia. Riflettete e leggete!
Carlo Gariglio
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Durante i ciclici periodi di crisi della politica ufficiale, quello che normalmente è un piccolo timore per i dignitari del regime, diventa un vero e proprio terrore: il riaprirsi di spazi di manovra per la nostra ideologia Fascista (o nazionalsocialista, o socialista nazionale che dir si voglia)…
Magari dall’esterno si noterà di meno, ma quando la crisi delle ideologie e delle loro applicazioni si fa critica, dall’interno della cosiddetta “area” vediamo spuntare puntualmente strani personaggi ed ancor più strane sigle di “partiti”, gruppi, associazioni, circoli e quant’altro, che tutti insieme sbarcano nella nostra area di pensiero al fine di frammentare e rendere ancora più confusionario un mondo che, a vario titolo, si dice seguace dell’ideologia Fascista.
Così facendo, il solito vecchio e corrotto regime si difende dalle uniche idee che potrebbero portare ad una sua liquidazione, come in parte avvenuto nei meravigliosi anni che vanno dal 1922 al 1945, allorquando le forze sane dell’Europa, seguendo l’esempio del Fascismo Musssoliniano, si orientarono verso un socialismo nazionalista, epurato dalle tante cretinate interna-zionaliste del marxismo, il quale si proponeva di tutelare le masse lavoratrici non mediante l’eccidio delle classi borghesi, ma tramite una saggia collaborazione fra tutte le classi di una Nazione. Il fatto che tutto questo sarebbe divenuto intollerabile sia per il liberalismo capitalista, sia per il comunismo, fu presto chiaro agli altri Paesi da questi governati, e portò alla più innaturale ed immonda delle coalizioni della Storia, tenuta insieme dalla sola volontà di eliminare il Fascismo–Nazionalsocialismo per permettere a “lorsignori” di continuare a sfruttare le classi umili dell’Est e dell’Ovest con le armi del comunismo e del capitalismo.
Proprio per i motivi di cui sopra, ancora oggi, benché il Fascismo sia ormai scomparso da 66 anni e sia il più delle volte rappresentato da indegni figuri che nulla hanno a che fare con le nostre idee, quello che terrorizza a morte i padroni del mondo è proprio un ritorno in auge del vecchio Fascismo, il quale, se solo fosse compreso dal popolo bue che preferisce vantarsi di essere antifascista e di prenderla nel di dietro da destra e sinistra, potrebbe finalmente portare il mondo verso un periodo di pace e prosperità oggi inimmaginabili…
Non sono certo i pagliacci di regime come Beppe Grillo che possono fare paura, né i rifiuti tossici dell’autonomia che si divertono a cambiare nome, ma che restano sempre dei pidocchiosi senza cervello incapaci di proporre qualsiasi cosa che non sia un “NO” o una manifestazione con annessi disordini… I coglioni non fanno mai paura ai regimi, ma i cervelli sì, ed è ben per questo che assistiamo da sempre all’accanimento giudiziario contro chi osa fare il saluto romano, chi si dice Fascista e chi, come noi, tenta di riportare il Fascismo (quello vero) nella politica italiana semplicemente partecipando ad elezioni in modo del tutto democratico. Repressione, ostracismo e persecuzioni contro chi ha idee buone, massima tolleranza anche nei confronti di chi delinque per i coglioni che non hanno nulla da dire… Ed oltre alle repressioni politico – giudiziarie, il regime “regala” ai Fascisti anche gli infiltrati, con lo specifico compito di dividere (oserei dire atomizzare!) l’area e di confondere quei giovani che, pur non sapendo granché del periodo Fascista, si avvicinano alle nostre idee con una certa simpatia.
Li vediamo in giro da anni, sempre sulla breccia e senza mai alcuna limitazione postagli dal regime che li ha generati o che li sfrutta perché ha compreso che fanno più danno loro, dall’interno, al nostro pensiero politico, di quanto non possa fare la repressione esterna… Ormai siamo abituati a convivere con i gruppi di falsi Fascisti che vanno per la maggiore, ovvero quelli che cercano di pescare consensi e voti dalla nostra area, salvo poi portarli a coalizioni politiche che si dicono fieramente antifasciste, benché di destra, così come ben conosciamo i gruppuscoli di sfigati nati con l’esclusivo scopo di arrecare danno e fastidio a noi del MFL-PSN… Come non pensare, infatti, alla ridicola creatura di un nostro ex (per fortuna) Segretario, il quale ha costituito un “movimento” avente quale unico scopo quello di diffamare il sottoscritto ed il MFL-PSN tutto, nonché di clonare i nostri siti internet nella vana speranza di dirottare qualche simpatizzante un po’ più imbecille degli altri dal nostro movimento al suo gruppuscolo… Così come non possiamo dimenticare il movimento clone del MFL-PSN, creato dai poveracci che nel passato tentarono di impadronirsi del nostro partito, dovendo poi accontentarsi di fondarne un clone con lo stesso simbolo e lo stesso Statuto, avente anch’esso quale unico scopo quello di disturbare la nostra attività.
Non è certo migliore il panorama se guardiamo a certi singoli personaggi che da anni imperversano liberamente nella nostra area di pensiero al fine di provocare danni e litigi vari… Dall’avvocato ebreo di Pordenone, falso Camerata e vero infiltrato, che avvicina i Fascisti fingendo comunanza di idee e pensiero, salvo poi raggirarli con parcelle estorsive, diffamazioni assortite e porcate varie che si trascinano spesso in aule giudiziarie, al sedicente ex RSI di Perugia, il quale da anni fa il giro dei movimenti d’area, spacciandosi per Camerata duro e puro, salvo poi finire le sue visite con truffe, denaro estorto con le scuse più fantasiose e naturalmente denunce penali di ogni tipo contro chi osa contrastare o smascherare l’arzillo truffatore…
E vogliamo dimenticare il Principe degli infiltrati, ovvero quel Gaetano Saya che da decenni armeggia con sigle e simboli che fanno parte della storia Fascista e Nazionalsocialista, salvo poi scrivere di suo pugno pagine di puro antifascismo ed antinazismo, nonché deliranti lodi alla massoneria e ad Israele? Costui, senza mai avere l’incomodo di qualche ostacolo legale, si è dapprima impadronito del nome e del simbolo del fu MSIDN senza suscitare gli strali di Fini e so(r)ci (i quali, stranamente, seppellirono di denunce tutti quelli che osarono farlo prima, da Pisanò a Rauti, passando per Bigliardo ed altri), arrivando negli ultimi tempi a fondare una patetica polizia privata che pretendeva di appropriarsi di simboli e divise proprie del partito Nazionalsocialista tedesco.
Meritano anche una citazione, dato che si parla di squallore, quei poveracci che dopo avere cercato di danneggiare il MFL-PSN dall’interno, finirono con l’uscirne per fondare patetiche sigle alternative, fallite subito dopo la loro nascita per totale mancanza di aderenti… Come dimenticare il mitico federale materano che pretendeva dal sottoscritto i soldi per fare attività politica, e che pochi anni dopo avere fondato la “RSI” finì nella Fiamma Tricolore ad anticipare soldi mai rivisti per l’euro-parlamentare Romagnoli? E il povero Cristo molisano, che fondò da solo il PFR dopo essere uscito dal MFL-PSN perché il sottoscritto non lo aveva autorizzato ad entrare nella Casa delle Libertà del Molise?
Certo, non tutti quelli citati sono veri infiltrati del regime, ovvero agenti che dipendono dal Ministero dell’Interno e che svolgono la loro stomachevole opera di disinformazione e frammenta-zione per guadagnarsi uno stipendio; molti altri iniziano le loro tristi attività per pura megalomania, sentendosi cioè dei prescelti dallo spirito del Duce per riportare in auge il “vero” fascismo, o magari per puro spirito di arrivismo, nella speranza cioè di mettersi in evidenza e farsi una carriera in un’area politica da sempre disastrata… O ancora, si tratta di semplici delinquenti che tentano di nascondere le loro illecite attività dietro ad una parvenza politica o giornalistica.
Quello che però è certo è il fatto che tutti questi signori, da qualsiasi luogo arrivino e da qualsiasi malattia mentale nascano, vengono tutelati e protetti dal regime, allorquando si scopre che il loro ruolo falsamente fascista torna utile non al Fascismo vero, ma a quanti hanno quale unico obiettivo quello di continuare ad affossare le nostre idee mediante l’atomizzazione dell’area e la creazione di fascismi all’amatriciana che nulla hanno a che vedere con il Fascismo ed il Nazional-socialismo storici.
Inutile ricordare le mille querele presentate dal sottoscritto e da altri esponenti MFL-PSN contro questi personaggi alle Procure di Milano, Pordenone e Perugia…
Querele che sono scomparse come neve al sole, senza mai arrivare ad un processo e senza mai neppure arrivare ad una comunicazione di archiviazione della pratica: ai Fascisti veri non spetta neppure ricevere le comunicazioni richieste e dovute per Legge…
Viceversa, quando qualcuno di questi luridi figuri presenta una denuncia ai miei e nostri danni, essa giunge in carrozza, tramite corsie preferenziali a noi oscure, fino al processo, a volte persino con una condanna!
Ma non mi sono ripromesso di scrivere questo articolo per rivangare un passato più o meno remoto…
Desidero, al contrario, mettere in guardia i Camerati da infiltrati più o meno nuovi, che spuntano come funghi da ogni parte, tentando di trascinarci in inutili liti e cercando di instillare nei Camerati più giovani e meno scafati dei dubbi dottrinari a proposito della vera essenza del Fascismo e del Nazional-socialismo.
Fra gli ultimi arrivati nella fogna degli infiltrati ci sono i sedicenti fascisti del “Covo” (già il nome la dice lunga sul loro livello intellettivo), i quali imperversano da tempo sul passatempo dei coglioni (Facebook) lanciando messaggi deliranti a proposito di un “vero” fascismo (il loro, natural-mente!) che sarebbe stato tradito da tutti i movimenti della cosiddetta “area”, primo fra tutti, guarda caso, proprio il nostro MFL-PSN, ovvero l’unico movimento politico italiano che da sempre difende il Fascismo storico e tutte le sue scelte, non solo quelle che farebbero comodo agli infiltrati attuali.
I parassiti di cui sopra hanno iniziato da tempo una vera e propria campagna contro il MFL-PSN, fingendo naturalmente di prendersela con tutti i movimenti della cosiddetta “area” (i quali, essendo mai stati veramente Fascisti per loro stessa ammissione, non se la prendono certo molto per essere annoverati fra i falsi fascisti), ma avendo quale unico e vero obiettivo il nostro MFL-PSN, cioè l’unico movimento che potrebbe riportare in auge l’ideale Fascista e Nazional-socialista senza ridurlo ad una parodia dello stesso creata ad arte dai pennivendoli di regime e dagli infiltrati sopra descritti.
Francamente ho molto riflettuto sull’opportunità di rispondere a certi parassiti anonimi, uno dei quali si divertiva a sproloquiare su Facebook firmandosi addirittura “Tiberio Gracco”…
Si può prendere sul serio un emerito vigliacco che si nasconde dietro il nome di un Tribuno della plebe del 133 A. C. per diffamare il prossimo e per proporre le sue fantasiose visioni politiche? Sia esso uno dei tantissimi semplici vigliacchi, o uno degli squallidi brigadieri che si infiltrano per ordini superiori, non varrebbe certo la pena entrare in conflitto con costui… Però, essendo molti giovani ancora vittima del passatempo inventato dal giudeo Zuckerberg (Facebook) e non avendo, per ovvi motivi, l’esperienza necessaria per potere discernere le idee che derivano dal Fascismo da quelle inventate dal “Tiberio Gracco” di turno, mi sono ridotto a scrivere questo articolo, che non immagino utile a polemizzare contro delle nullità senza nome, ma se mai utile ai nostri giovani per non cadere in certe trappole.
Di recente, i falliti anonimi del “Covo”, hanno pubblicato un farneticante articolo su un loro blog chiamato “Primato Fascista”; dal tipo di cretinate scritte, comprendiamo che c’è già un errore di fondo: il blog doveva chiamarsi “Primate” fascista, in quanto le argomentazioni esposte sono degne di quegli incroci fra uomo e scimmia che la Storia ci ha abituato a definire “primati”.
Già è interessante notare, giusto per toglierci ogni dubbio, come il nostro MFL-PSN sia stato il secondo movimento annoverato fra i “falsi” Fascisti dai nostri simpatici primati, subito dopo Forza Nuova… Si capisce subito l’onestà intellettuale e di intenti di costoro… Non parlano subito di Fiamma Tricolore, della Destra, della Mussolini, tutti attualmente inseriti nel PDL, né dei mille gruppuscoli nati da traditori del MFL-PSN che hanno quale unico obiettivo quello si sabotarci… E neppure delle creature del Saya, fiero di definirsi antifascista seppure mascherato da Fascista.
No, si attacca subito il MFL-PSN, subito dopo un articoletto dedicato a Forza Nuova, ove campeggia, fra le prove mostrate a testimoniare il fatto che FN non è Fascista, addirittura un articolo tratto da “La Stampa” di Torino che il sottoscritto ha pubblicato svariate volte negli ultimi anni… Ovvero, i cagasotto anonimi del “Covo” ci seguono con amore, tanto da salvarsi i documenti che pubblichiamo sui nostri giornali, blog e siti! Del resto, il povero primate e tribuno della plebe, su Facebook ha ammesso di avere il dente avvelenato con il sottoscritto, il quanto cacciato dal forum del MFL-PSN dopo avere diffuso un po’ delle sue teorie da Fascista all’amatriciana!
Ma quali sarebbero i motivi addotti da questi (ammesso che ne esista più di uno, dato che anche sul blog pubblicano demenzialità assortite firmate da nomi di battesimo o nick fantasiosi…) primati per definirci falsi Fascisti? Ovviamente, le solite demenzialità tanto care ai fascisti all’amatriciana, cioè l’accusa di essere nazionalsocialisti (come se il nazionalsocialismo fosse una cosa diversa, poveri idioti!), di essere razzisti (concetto che non comprendono in alcun modo, da buoni primati) e di avere aderito all’unione mondiale dei nazional-socialisti, ove figurano movimenti ridicoli, che hanno una comprensione della storia Fascista e Nazionalsocialista pari a quella dei decerebrati del “Covo”.
Ciliegina sulla torta, i poveri primati credono di dimostrare l’avversione del Duce nei confronti del Nazional-socialismo e del razzismo evincendo dalle migliaia di scritti mussoliniani la seguente frase:
“Noi possiamo guardare con un sovrano disprezzo talune dottrine d’oltralpe, di gente che ignorava la scrittura con la quale tramandare i documenti della propria vita, in un tempo in cui Roma aveva Cesare, Virgilio ed Augusto.” Dal discorso di S.E. Benito Mussolini a Bari il 6 settembre 1934- XII E.F.
Ora, partendo dalla fine, siamo ben consci che la stragrande maggioranza di quanti si dicono oggi nazisti sono in realtà delle nullità con nessuna formazione storica e politica, i quali credono che il nazismo sia quella parodia razzista e bieca descrittaci dai pennivendoli al soldo del giudaismo e del comunismo; siamo stati noi i primi a denunciare lo squallido ruolo del razzismo all’americana, ovvero quello basato sul colore della pelle e sulle aggressioni agli individui di etnie diverse… Chi ha un minimo di onestà intellettuale dovrebbe riconoscere che più volte mi sono scagliato, in prima persona, contro lo stupido razzismo alla White Power o KKK, cioè un razzismo aggressivo basato sul nulla, che non ha altro fine al di fuori dell’alienarci le simpatie di Camerati appartenenti ad altri popoli ed etnie.
Inoltre, equiparare il Nazionalsocialismo germanico al bieco razzismo in stile americano è una squallida operazione letteraria che la dice lunga sul livello culturale e di onestà di certi primati… Non sarà bello autocitarsi, ma non posso esimermi dal richiamare due mie precedenti articoli reperibili sul mio blog; nel primo, “Il razzismo Nazista” (http://www.lavvocatodeldiavolo.biz/?p=408), saccheggiando un documentatissimo studio del noto giornalista Alberto B. Mariantoni, mostravo agli idioti come quelli del “Covo” ed ai tanti razzisti all’amatriciana, come il Nazionalsocialismo tedesco non si fosse mai sognato di essere antistraniero, antiislamico o stupidamente razzista come certi movimenti americani… Al contrario, i Nazionalsocialisti ebbero ottimi rapporti con movimenti ad essi ispirati che nacquero nel cosiddetto Medio Oriente, nel Sud Est Asiatico e nella stessa Africa; molti nazionalsocialisti arabi ed africani appoggiarono apertamente la politica hitleriana e godettero di ampi finanziamenti da parte del Nazionalsocialismo germanico. Inoltre, in una intervista successiva (http://www.lavvocatodeldiavolo.biz/?p=417), evidenziavo come persino gli ebrei che non avevano mostrato ostracismo ed avversità nei confronti del Nazionalsocialismo poterono vivere indisturbati nella Germania dell’epoca, facendo anche carriera politica e militare. In particolare, citando me stesso:
“Secondo lo storico ebreo BRYAN MARK RIGG autore de “I soldati ebrei di Hitler”, furono ben 150 mila gli ebrei che combatterono per il Reich, fra i quali il feldmaresciallo Erhard Milch, decorato da Hitler per la campagna del 1940, l’Oberbaurat della Marina e membro del partito nazista Franz Mendelssohn, discendente diretto del famoso filosofo ebreo Moses Mendelssoh, l’ammiraglio Bernhard Rogge decorato da Hitler e dall’imperatore del Giappone, il comandante Paul Ascher, ufficiale di Stato maggiore sulla corazzata Bismarck. Gerhard Engel, maggiore aiutante militare di Hitler, il generale Johannes Zukertort e suo fratello il generale Karl Zukertort, il generale Gothard Heinrici, il generale Karl Litzmann, “Staatsrat” e membro del partito nazista, il generale Werner Larzahn decorato da Hitler, il generale della Luftwaffe Helmut Wilberg dichiarato ariano da Hitler, Philipp Bouhler, Capo della Cancelleria del Fuhrer, il maggiore Friedrich Gebhard, decorato da Hitler, il superdecorato maggiore Heinz Rohr, l’eroe degli U-802, i sottomarini tedeschi, il capitano Helmut Schmoeckel… Segue una sfilza di ufficiali, sotto-ufficiali, soldati. Tutti ebrei, o mezzi ebrei o ebrei per un quarto o addirittura per il 37,5 per cento, come il Gefreiter Achim von Bredow. Persino Reinhardt Heydrich, Capo dell’ufficio per la sicurezza del Reich, generale delle SS, diretto superiore di Eichmann, era ebreo da parte di padre ed ebbe l’esenzione da Hitler”
Cosa dimostra questo? Semplicemente che sono favole tutte quelle che si raccontano a proposito del razzismo biologico Nazista e dello sterminio sistematico degli ebrei, in quanto non sarebbero esistite le “esenzioni” e/o le dichiarazioni di “arianità” concesse ad ebrei! Né avremmo visto 150 mila uomini collaborare con valore alla eliminazione di loro stessi!”.
Ecco dunque ridicolizzata con i fatti l’affermazione tipica di certi fascisti all’amatriciana che amano equiparare il Nazional-socialismo ai movimenti razzisti attuali! Lo stesso discorso vale per il Fascismo; è ben vero che Mussolini varò le famose Leggi Razziali del 1938, ma è altrettanto vero che esse contenevano al loro interno tali e tante esenzioni da renderle sostanzialmente inapplicabili a tutti gli ebrei italiani… Si esentavano dagli effetti delle Leggi Razziali tutti gli ebrei che avevano combattuto durante la I Guerra Mondiale, quelli che avevano partecipato alla Marcia su Roma, quelli che avevano combattuto durante la Guerra d’Etiopia e quella di Spagna, nonché i loro parenti… In sostanza, nessun ebreo che aveva mostrato attaccamento allo Stato Italiano ed al Fascismo ebbe nulla da temere da quelle Leggi, mentre molto potevano avere da temere quegli ebrei, soprattutto sionisti, abituati a vivere come parassiti in un Paese che non consideravano la loro vera Patria! Dunque quello che erroneamente viene chiamato razzismo, non ha nulla a che fare con le dottrine deliranti (rimaste Leggi negli USA fino a tutti gli anni 60) che dividono gli uomini fra superiori (bianchi) ed inferiori (negri)… Nel cosiddetto razzismo Fascista e Nazionalsocialista non era certo l’aspetto biologico ad essere privilegiato, anzi! Avete mai visto un ebreo o un negro diventare biologicamente ariani per editto governativo?
Volendo poi giocare sullo stesso sporco piano dei primati “fascisti” del “Covo”, ecco quanto sosteneva Benito Mussolini il 4 giugno 1919 dalle colonne del Popolo d’Italia:
«Se Pietrogrado non cade, se Denikin segna il passo gli è che così vogliono i grandi banchieri ebraici di Londra e di New York, legati da vincoli di razza con gli ebrei che a Mosca come a Budapest si prendono una rivincita contro la razza ariana, che li ha condannati alla dispersione per tanti secoli. In Russia vi è l’ottanta per cento dei dirigenti dei soviet che sono ebrei… La finanza mondiale è in mano degli ebrei. Chi possiede le casseforti dei popoli, dirige la loro politica. Dietro i fantocci di Parigi, sono i Rothschild, i Warburg; gli Schiff, i Guggenheim, i quali hanno lo stesso sangue dei dominatori di Pietrogrado e di Budapest. La razza non tradisce la razza. Il bolscevismo è difeso dalla plutocrazia internazionale. Questa è la verità sostanziale. La plutocrazia internazionale è controllata e dominata dagli ebrei»
Capito? Nel 1919, ovvero quando nessuno in Europa aveva sentito parlare di Hitler! Altro che scelte imposte dall’arroganza dell’alleato Nazional-socialista! Altro che totale assenza di razzismo nella politica mussoliniana!
Mussolini aveva, ben prima di Hitler, il quadro dello strapotere ebraico molto ben chiaro ed in evidenza, e non ebbe bisogno di nessuna sollecitazione per muoversi non contro gli ebrei in generale, ma contro quegli ebrei che si scagliarono contro la Germania e contro l’Italia in difesa del bolscevismo e delle plutocrazie occidentali controllate economicamente e politicamente da loro confratelli!
Inoltre, a prescindere dalle citazioni riportate dai primati e dal sottoscritto, ogni persona dotata di buon senso sa che nella vita al mutare delle condizioni, mutano anche gli atteggiamenti dei singoli… Mussolini ebbe certamente delle diffidenze nei confronti dello sconosciuto Hitler che pareva scimmiottare il Fascismo italiano, così come, dopo avere combattuto una I Guerra Mondiale a loro fianco, era convinto di potere avere in Francia, Gran Bretagna ed USA dei validi alleati… Ma con il variare delle posizioni, con la vergogna delle Sanzioni volute dai Paesi forti contro l’Italia che tentava di affacciarsi in Africa e con la rivolta dei capitalisti e dei comunisti terrorizzati dall’idea di essere liquidati da questa nuova ideologia che aveva preso piede in Italia e Germania, ma che vedeva movimenti analoghi avanzare in Spagna (La Falange), in Belgio (il Rexismo di Degrelle), in Romania (La Guardia di Ferro di Codreanu), in Ungheria (le Croci Frecciate) e nella stessa Gran Bretagna (le camicie nere di Sir Oswald Mosley), senza contare i Paesi extraeuropei citati nell’articolo “Il razzismo nazista”, non potevano che mutare alleanze e posizioni sullo scacchiere internazionale.
Tanto per mostrare quanto sia ridicolo e patetico il tentativo dei nostri primati del fascismo di fissare un’idea evincendo dal contesto originario poche righe del pensiero di un uomo, eccovi le dichiarazioni che M. W. Churchill fece alla stampa italiana nel gennaio del 1927, durante un viaggio a Roma:
“Il vostro movimento ha reso un servizio al mondo intero. Sembra che ciò che caratterizza tutte le rivoluzioni sia una progressione costante verso la sinistra, una sorta di slittamento inevitabile verso l’abisso. L’ Italia ha dimostrato che esiste un mezzo per combattere le forze sovversive che possono ingannare le masse popolari e che queste, ben condotte, possono apprezzare il valore di una società civilizzata e difendere l’onore e la stabilità. E’ l’Italia che ci ha dato l’antidoto necessario contro il veleno rosso. (“La decomposizione dell’Europa liberale”, pag. 178 – M. Bertrand de Jouvenel).
Questo è lo stesso Churchill criminale che preferì allearsi dapprima segretamente, poi palesemente, con l’URSS di Stalin, al fine di cancellare il Fascismo ed il Nazional-socialismo dall’Europa…
Terminato di ridicolizzare questi pagliacci senza nome, sena cervello e senza dignità che si arrogano il diritto di parlare di Fascismo senza averne compreso nulla, e per giunta con abbondante utilizzo di falsità assortite, vorrei limitarmi a ricordare ai Camerati giovani, che spesso si fanno cogliere dai dubbi, che nessuna ideologia può essere applicata da diverse persone in diversi Paesi nella stessa identica maniera. Così come ci furono innegabili differenze fra il comunismo in URSS, in Cina e nel resto del mondo, ci sono state e ci sono differenze a volte macroscopiche fra i partiti che nel mondo si richiamano al socialismo o al cosiddetto Partito Popolare…
Addirittura, possiamo vedere come nel Partito Popolare Europeo confluiscano diversi partiti italiani che in Patria sono schierati su fronti opposti, così come soltanto in Italia esistono socialisti schierati a destra e socialisti schierati a sinistra…
Indi, pretendere di considerare come cose distinte e separate due movimenti gemelli, per il solo fatto di essere andati al potere in due Paesi diversi, come accadde a Fascismo e Nazionalsocialismo, e di essere stati, quindi, adattati a due realtà molto diverse, è operazione infame e degna dei farabutti che si infiltrano nella nostra area al solo scopo di creare attriti e divisioni.
Leon Degrelle, fondatore del Rexismo in Belgio, chiamò così il suo movimento derivandolo dalla frase “Cristo Rex”… Ma non esitò a schierarsi, per comunanza di vedute, dalla parte della crociata Fascista e Nazionalsocialista contro il bolscevismo, senza nascondersi dietro alla differenza che esisteva fra lui, cristiano di ferro, ed Hitler, che certamente non fu l’esempio del cristiano praticante. Degrelle combatté sul fronte dell’Est e si guadagnò decine di decorazioni, anche per i combattimenti corpo a corpo… Partì soldato e tornò Generale.
Hitler stesso, parlando con Degrelle, ebbe a dirgli: “Se avessi avuto un figlio, lo avrei voluto come Lei”.
Ecco, cari Camerati: io ai topi di fogna che cercano di reinterpretare la Storia a loro uso e consumo, restandosene nascosti dietro all’anonimato per gettare letame sui veri Camerati, preferisco i Camerati veri che si gettarono in prima linea, senza nascondersi, per difendere le loro idee e quelle dei Camerati come loro, indipendentemente dal fatto che esistessero alcune differenze ideologiche fra loro.
A voi la scelta se essere degni di Leon Degrelle o del vigliacco con QI da primate che si firma eroicamente “Tiberio Gracco”!
Carlo Gariglio
31 Ottobre 2019
E CONTINUEREMO A CHIAMARLI “MAFIOSI”
(Pubblicato sul mensile “Il Lavoro Fascista” – Aprile 2019)
Mentre i miei illustri Camerati (compresi i tesserati, purtroppo) si dilettano scrivendo cazzate su Facebook, spacciandosi per i più duri e saggi della politica (politica che NON fanno, dato che scrivere cretinate è un modo comodo per restarsene a casa e non rischiare nulla), il sottoscritto venerdì si è recato al Comune di Cellarengo (AT) per depositare la lista elettorale del MFL-PSN.
Sapendo già che i mafiosi prezzolati della Prefettura locale non avrebbero più accettato il logo con il Fascio Repubblicano (che pure avevano correttamente accettato dal 1999 al 2012), ho depositato quello di riserva del Partito Socialista Nazionale, ovvero lo stesso logo accettato 5 anni sempre a Cellarengo e con il quale ero stato eletto Consigliere Comunale, insieme a due altri Camerati.
Ma non avevo calcolato che, nella Repubblica Banana nata dalla mafia e dalla “resistenza”, le Leggi non esistono ed i capobastone delle Prefetture si muovono solo in base ai pizzini inviati loro dai capi della mafia, i quali risiedono presso il Ministero dell’Interno (Sarà per il nuovo clima voluto dal “nazifascista” divenuto Ministro?), il solerte funzionario locale mi comunicava telefonicamente che il simbolo (legittimo soli 5 anni fa) non si poteva accettare!
Motivo? Il paragrafo delle istruzioni ministeriali (che 5 anni fa era identico ad oggi) e che, proprio in nostro onore, era stato aggiunto a quelle istruzioni; secondo questa porcata scritta male e studiata peggio, vanno esclusi:
- I contrassegni in cui siano contenute espressioni, immagini o raffigurazioni che facciano riferimento, anche indirettamente, a ideologie autoritarie (per esempio, le parole «fascismo», «nazismo»,«nazionalsocialismo» e simili), come tali vietate a norma della XII disposizione transitoria e finale, primo comma, della Costituzione e dalla legge 20 giugno 1952, n.645;
Ora, né la XII Disposizione transitoria della Costituzione, né la Legge Scelba, citano in alcun modo il nazionalsocialismo, ma vallo a spiegare ai mafiosi del Ministero… Inoltre, dato che si parla di “ideologie autoritarie”, sarebbe il caso di capire come mai, ad ogni elezione, si moltiplicano i criminali eredi degli assassini bolscevichi che utilizzano il triste simbolo di falce e martello per i loro contrassegni… Ma pretendere un sussulto di orgoglio da parte di Vice prefetti mafiosi e loro reggicoda è cosa impossibile, indi continueremo a vedere ovunque liste che si rifanno al comunismo ed ai suoi simboli intrisi di sangue.
Ma torniamo a noi e vediamo le dotte dissertazioni con le quali il solerte funzionario della Repubblica Banana ha preteso di bocciare il nostro simbolo; in primis, secondo il saggio, l’aquila sarebbe Fascista! Ora, non so se il dotto vice Prefetto è un emulo di San Francesco che parlava agli uccelli, ed ha ricevuto la confidenza dall’aquila, ma secondo me l’aquila, come del resto il Fascio, sono simboli USATI ANCHE dal Fascismo, non esclusivamente Fascisti.
Come secondo motivo, l’eroe dell’antifascismo prefettizio sosteneva che la dicitura Partito Socialista Nazionale ricordava troppo il nazionalsocialismo (che, come detto prima, non viene mai citato dalle Leggi liberticide antifasciste), ed infine, come ciliegina sulla torta, mi contestava il fatto che il sole nascente (simbolo del socialismo) era il simbolo del PSDI!
Ora, a parte il fatto che il PSDI non esiste più, il solerte funzionario privo di occhiali non si accorge del fatto che quel simbolo socialista è solo parte del nostro logo, e che nessuno può vantarne l’esclusiva in quanto simbolo storico riferito al socialismo, e come tale utilizzato in varie forme da moltissimi partiti di ispirazione socialista dal 1945 ad oggi… Un po’ come falce e martello, triste logo utilizzato da decine di partiti e partitini di ispirazione comunista, senza che nessuno di essi possa vantare un copyright. Unica regola accettata è la necessità di non creare simboli confondibili con quelli di altri partiti esistenti, cosa che nel nostro caso, a meno che non si sia ciechi, difficilmente si può dire pensando al simbolo del fu PSDI.
Capita l’antifona, spiego all’eroe della resistenza prefettizia che mi sono rotto i coglioni dei loro abusi e sabotaggi, ma il solerte funzionario mi dice che lui, bontà sua, vuole aiutarmi, non sabotarmi… Basterebbe andare a trovarlo ad Asti, modificare il tipo di aquila, cambiare qualcosa nella dicitura e in chissà cos’altro… Rispondo che non ho intenzione di sorbirmi 70 Km di strada per farmi prendere per il culo da loro e che piuttosto invierò via mail un loco composto da un cerchio bianco, giusto per farli felici.
Fra l’altro, è bello notare come la tattica degli sbirri, siano essi in divisa o prefettizi, e sempre la stessa: vessarti e rovinarti la vita, ma sempre per aiutarti! Ricordo gli infami sbirri digossini che, durante varie perquisizioni domiciliari volte a trovare qualsiasi cosa per incastrare il pericoloso Fascista, bofonchiavano di essere dalla mia parte e di ammirarmi… Ce ne vorrebbero di persone come lei, Gariglio… Forse per potere fare più perquisizioni arbitrare ed immotivate? Mah…
Alla fine, ho inviato a questi delinquenti prezzolati un simbolo con cerchio bianco e scritta centrale: CENSURATI. Ora saranno felici e potranno attendere fiduciosi l’encomio solenne dal Ministero, e magari una medaglietta di latta al valore antifascista!
Nel frattempo, ho già preparato un logo per gli anni futuri; ai prossimi sabotaggi dei mafiosi prefettizi, presenterò un logo con al centro l’acronimo P. N. F. E sotto di esso, il nome completo della lista: Per Non Fermarsi… Vedremo sei i compagni mafiosi delle prefetture potranno anche leggere nel pensiero per eliminare anche questo logo!
Potrei finire qui questo articolo, ma dopo le porcate descritte, ne è arrivata un’altra da parte di un illustre vice Prefetto astigiano; infatti, l’eco delle polemiche lanciate dal sottoscritto, ha raggiunto il giornalista villa novese Franco Cravero, il quale ha parlato della questione nell’articolo che pubblico a seguire, interpellando anche un membro della Prefettura per sentire e pubblicare la loro versione.
Ebbene, il vice Prefetto, mentendo sapendo di mentire, ha dichiarato che nei 5 anni trascorsi dalla presentazione del simbolo oggi bocciato, era intervenuta una nuova, non meglio precisata, Sentenza!
Ora, quello che più mi fa imbestialire non è il vizio della menzogna di questi “signori”, ma il vizio peggiore di trattare i cittadini come se fossero dei minorati mentali, antico retaggio dei funzionari delle corti borboniche, i quali avevano a che fare con una cittadinanza composta da più dell’80% di analfabeti!
E allora, dato che il Regno di Borbone non esiste più da qualche annetto, vediamo di spiegare al mitico vice Prefetto qualcosa che dovrebbe ben sapere.
In primis, se 5 anni fa decisi di presentare il logo di riserva, non lo feci per amore del regime antifascista, ma semplicemente perché l’anno precedente una degna collega di questo “signore” aveva respinto il logo del Fascio repubblicano, usato nelle elezioni astigiane dal lontano 1999. La scusa della vice “prefetta” fu la stessa: una Sentenza precedente del Consiglio di Stato, che avrebbe reso, per magia, il nostro logo illegale!
Ora, sarebbe bene spiegare agli sbirri prefettizi che i TAR ed il Consiglio di Stato sono Tribunali amministra-tivi, e che in quanto tali possono giudicare se un atto della pubblica amministra-zione è corretto o non lo è, ma non costituiscono affatto precedente giuridico, cosa che è riservata solo alle Sezioni Unite della Cassazione.
“Quanto vale un precedente in Italia. Nulla, o poco più, se si tratta di un giudice di primo o secondo grado (cosiddetto giudice di merito); un poco, ma non tantissimo, se si tratta della Cassazione; molto se si tratta della Cassazione a Sezioni Unite. Di fatto, però, c’è una sola cosa: nel nostro Paese – a differenza di quelli inglesi e americani – il precedente non è vincolante e ogni giudice può decidere “di testa sua”, discostandosi dalle interpretazioni della stessa Cassazione. Cassazione che, peraltro, è sempre pronta a dire il contrario di quanto da essa stessa affermato in precedenza; non poche volte infatti si assiste a sentenze, emesse da alcune sezioni della Corte Suprema, completamente diverse da quelle emesse da altre. Così, in questi casi, per dirimere le divergenze interpretative sulle questioni più importanti, intervengono le Sezioni Unite. Ma, nel frattempo, è il caos”.
https://www.laleggepertutti.it/160008_quanto-vale-un-precedente-in-italia
Ovviamente c’è molto di più; se ancora qualche idiota crede che una Sentenza del TAR o del Consiglio di Stato debba costituire precedente giuridico a cui appellarsi per eliminare le nostre liste, con qualsiasi simbolo presentate, consiglio la lettura di questa Sentenza del 1994:
CONSIGLIO DI STATO
I Sezione, 23 febbraio 1994, n. 173/94
Concernente l’ammissibilità quale contrassegno elettorale dell’emblema del fascio romano.
Il Ministero dell’interno riferisce che l’associazione politica denominata “Movimento fascismo e libertà” – costituitasi con atto 25 luglio 1991 ai rogiti del Notaio … – in occasione di varie tornate elettorali ha presentato un contrassegno con le scritte “democrazia corporativa” e “fascismo e libertà” e il simbolo del fascio littorio, peraltro indicato dai presentatori come l’emblema della Repubblica romana di G. Mazzini.
Il Ministero riferisce inoltre a proposito di alcune vicende giudiziarie; taluna di esse concerne la costituzione del Movimento in quanto tale, con riferimento all’ipotesi del reato di ricostituzione del partito fascista o a quello di
manifestazioni fasciste; altre riguardano la questione dell’ammissibilità del contrassegno dal punto di vista delle leggi elettorali.
E precisamente:
a) in sede penale, sono intervenuti due decreti di archiviazione (9 ottobre 1991 e 14 febbraio 1992) pronunciati da giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, in altrettanti procedimenti (uno dei quali risultante dalla riunione di più procedure avviate in varie sedi giudiziarie) per i reati previsti dalla L. 20 giugno 1952 n. 645. In entrambi i casi, i giudici hanno osservato che nello statuto e nei programmi del Movimento vi è bensì un richiamo esplicito ad alcuni aspetti (es.: il corporativismo) del fascismo mussoliniano, ma che tale richiamo è inserito in un quadro programmatico e ideologico più ampio nel quale risultano recepiti alcuni principi basilari di libertà e di democrazia. In sintesi, i giudici penali hanno ritenuto che il Movimento in parola presenti caratteristiche sufficienti a differenziarlo da un ricostituito partito fascista;
b) in sede amministrativa elettorale, l’Ufficio elettorale centrale nazionale presso la Corte di cassazione ha rigettato l’opposizione dei responsabili del Movimento alla esclusione del contrassegno, disposta dal Ministero dell’interno. In proposito l’Ufficio elettorale centrale ha affermato che il suddetto contrassegno “non incorre in nessuno dei divieti contenuti nel terzo comma e seguenti dell’art. 14 D.P.R. n. 361 del 1957”; e che tuttavia la denominazione “fascismo” e il simbolo del fascio littorio, ponendosi in contrasto con la disposizione finale XII della Costituzione, giustificano e rendono dovuta l’esclusione del contrassegno dalle competizioni elettorali. A seguito di questa pronuncia il contrassegno è stato riproposto emendato con la soppressione della parola “fascismo”; ma l’Ufficio elettorale centrale ha dichiarato inammissibile la ripresentazione, peraltro solo per ragioni formali (perché effettuata da un soggetto non legittimato) e, dunque, senza pronunciarsi nel merito;
c) in sede giurisdizionale amministrativa, e più precisamente in sede cautelare, il T.A.R. del Lazio prima, e poi il Consiglio di Stato hanno sospeso l’ultimo procedimento di esclusione, ammettendo “con riserva” il contrassegno nella sua versione emendata (e cioè senza la parola “fascismo”).
Ciò premesso, il Ministero chiede a questo Consiglio di esprimersi in sede consultiva sulla questione della ammissibilità del contrassegno.
La Sezione sottolinea, innanzi tutto, che il quesito non riguarda gli aspetti penali e in particolare il punto se le linee statutarie e programmatiche del Movimento integrino o meno la fattispecie della ricostituzione del partito fascista, o quella di manifestazioni fasciste, ipotesi entrambe contemplate dalla legge del 1952.
Dal punto di vista penale, invero, non vi è che da prendere atto delle pronunce intervenute nella sede competente; salvo ricordare che si tratta si decreti di archiviazione, significativi – anche perché motivati – ma di per sé non suscettibili di formare cosa giudicata.
Dal punto di vista amministrativo-elettorale, che è quello cui il quesito propriamente si riferisce, conviene ugualmente prendere atto di quanto affermato dall’Ufficio elettorale centrale della Corte di cassazione, riguardo alla insussistenza di alcuna ipotesi di violazione dei divieti in materia di contrassegni, contenute nell’art. 14 del testo unico elettorale del 1957; divieti che lo stesso Ufficio riconosce essere “tassativi”.
Fatte queste precisazioni, il quesito del Ministero può essere così puntualizzato:
1) Se, in assenza di apposite disposizioni della legge elettorale, sia legittimo negare l’ammissione ad un contrassegno che si ponga in oggettivo contrasto con altre norme di primaria rilevanza – in particolare, la disposizione finale XII della Costituzione e la legge n. 645 del 1952;
2) Se il contrasto con le norme suddette sia ravvisabile in concreto nel contrassegno del Movimento fascismo e libertà, sia nella versione contenente oltre al simbolo anche la parola “fascismo”, sia nella versione emendata da tale parola.
Sul primo punto, il Collegio ritiene che sia da condividere l’orientamento dell’Ufficio elettorale centrale. Al di là dei divieti espressi dal testo unico del 1957, e ferma restando, di massima, la tassatività del relativo elenco, non è concepibile che un raggruppamento politico partecipi alla competizione elettorale sotto un contrassegno che si richiama esplicitamente al partito fascista bandito irrevocabilmente dalla Costituzione, con norma tanto più grave e severa, in quanto eccezionalmente derogatoria al principio supremo della pluralità, libertà e parità delle tendenze politiche. Ciò si dice, beninteso, con riferimento al contrassegno in quanto tale, lasciando ad altra sede, come già detto, ogni giudizio sulla questione se quel raggruppamento politico integri o meno gli estremi della ricostituzione del partito fascista.
Sul secondo punto, si condivide ugualmente il giudizio dell’Ufficio centrale elettorale, nel senso che un contrassegno che espone congiuntamente l’emblema del fascio e una scritta comprendente la parola “fascismo” ricade nell’ipotesi di cui sopra, e va dichiarato inammissibile.
Altro è da dire per quanto riguarda l’emblema da solo, o accompagnato da una scritta nella quale la parola”fascismo” non compare. Su questo particolare profilo l’Ufficio centrale elettorale non si è pronunciato (si è detto sopra che questa versione emendata è stata respinta per ragioni puramente procedurali, senza una valutazione nel merito) mentre il T.A.R. del Lazio e la V Sezione giurisdizionale del Consiglio di Stato si sono pronunciati ammettendo il contrassegno. È vero che si tratta di ordinanze cautelari (la seconda confermativa della prima) e come tali frutto di una valutazione sommaria e revocabile, e, per di più, verosimilmente ispirata anche a considerazioni di opportunità empirica, che non avrebbero ingresso in un giudizio di stretta legittimità. Ma è anche vero che non può essere sfuggita ai collegi giurisdizionali la rilevanza e la delicatezza del problema di fondo; sicché, se hanno giudicato opportuno ammettere “con riserva” quel contrassegno, è presumibile che abbiano valutato legittimo l’uso del semplice emblema, non accompagnato dalla parola “fascismo”.
E questa è anche l’opinione di questo Collegio. Il fascio, usato nell’antica Roma come insegna dei magistrati elettivi dotati di potere di comando (imperium), ha assunto nel tempo il valore di simbolo della forma repubblicana dello Stato – e in particolare di una repubblica non oligarchica né aristocratica, ma retta dalla volontà popolare espressa mediante libere elezioni. Così è stato adottato dalla Rivoluzione francese, ed è tuttora l’emblema ufficioso di quella Repubblica; ed è stato adottato anche dalla Repubblica romana dei Giuseppe Mazzini, e anche da qualche altro Stato (es.: il cantone elvetico di San Gallo). È vero che di questo emblema si è appropriato anche il partito mussoliniano, dapprima solo con riferimento ad una ispirazione genericamente rivoluzionaria, poi con l’intenzione – tanto insistitamente declamata, quanto arbitraria e ingiustificata nei fatti – di accreditare il regime mussoliniano come l’erede e il continuatore della Roma repubblicana ed imperiale. Ed è anche vero che all’occhio dell’osservatore italiano l’emblema del fascio non può non richiamare alla memoria, primariamente, proprio il regime fascista. Ma non si può dire che quel simbolo, in sé e per se, abbia un significato unico ed univoco – e forse si dovrebbe anche distinguere a seconda delle varie elaborazioni grafiche, diversificate dalla forma della scure e dalla sua posizione rispetto alle verghe: solo alcune versioni, infatti possono dirsi tipicamente fasciste.
In conclusione, l’emblema del fascio romano, disgiunto dalla parola “fascismo”, si può considerare ammissibile, ai fini contemplati dal quesito del Ministero dell’interno.
Piaciuta la Sentenza? Ebbene, qualche “saggio” vice Prefetto saprebbe dirmi perché questa non è mai stata presa in considerazione come precedente vincolante? E perché non venne presa ad esempio la Sentenza del TAR della Sicilia, che nel 1996 ammise il nostro logo (completo della parola Fascismo) alle locali elezioni Regionali?
Forse le Sentenze costituiscono precedente giuridico solo quando ci danno torto, mentre quando sono favorevoli rimangono lettera morta?
Ma se è così, si potrebbe sapere in base a quale Legge questo accade?
Fra l’altro, la Sentenza del C.d.S. sopra riportata non venne presa in considerazione sia nel bene, sia nel male, in quanto spesso e volentieri i vice prefetti nostrani ammisero il nostro contrassegno completo, ovvero con la scritta “Fascismo e Libertà”; proprio qui ad Asti, dopo una prima ricusazione nel 1999, le nostre liste vennero riammesse dopo la presentazione del fascicolo delle Sentenze e dei decreti di archiviazione che sancivano la nostra piena legittimità riconosciuta dalla Magistratura Penale… E poterono partecipare alle elezioni nell’astigiano e nel torinese dal 1999 al 2006, allorquando osai presentare la lista a Torino città!
Solo in quel caso, data la troppa pubblicità, le cosiddette “autorità” ci vietarono la parola Fascismo, costringendoci a censurarla, ma permettendoci comunque il logo del Fascio repubblicano!
Quindi, nonostante il blaterio di certi vice prefetti, non esiste una normativa vincolante ed assoluta, ma esistono solo interpretazioni che ogni prefettura ed ogni delinquente in toga amministrativa piegano alla loro volontà ed a quella dei vari “pizzini” ricevuti dal Ministero dell’Interno e da chissà quale altra istituzione mafiosa!
E’ appena il caso di ricordare, giusto per smentire i solerti funzionari antifascisti, che alle decine di interpellanze parlamentari presentate nel corso degli anni contro il nostro movimento, i delegati del Ministero dell’Interno hanno sempre risposto, invariabilmente, che non spetta al Ministero stabilire se un movimento politico sia legale o meno, ma spetta invece alla Magistratura penale, la quale si è sempre pronunciata a nostro favore.
Eppure, nel corso degli anni, abbiamo visto il Ministero rimangiarsi le sue stesse risposte, ed i giudici amministrativi di TAR e CdS travalicare i poteri assegnatigli, al fine di pontificare contro la presentazione delle nostre liste, e persino contro l’esistenza stessa del MFL-PSN!
Parlando estremamente chiaro, il fatto che l’ostracismo dimostrato da certe “autorità” borboniche nei nostri confronti derivi da non meglio identificate “istruzioni” inviate dall’alto, è dimostrato proprio da questo cambio di orientamenti; se tutte le contestazioni ai nostri danni sono sempre mosse da imprecisate violazioni della XII disposizione transitoria e/o della Legge Scelba, qualcuno saprebbe dirmi se queste disposizioni sono variate dal 1993 – 94 ad oggi?
Se sì, mostrateci queste variazioni; se no, spiegateci perché le nostre liste erano legali in quegli anni, e perché non lo sono più ora!
Pensiamo alla Sicilia: dal 1993 le nostre liste, con il logo storico, sono state presenti a Catania, Palermo e persino alle elezioni regionali; fino al 1999, dopo la mia elezione a Consigliere Comunale di Dusino San Michele (AT), alcuni falsari che tentavano di impadronirsi del MFL, presentarono una lista in provincia di Palermo con il nostro logo senza alcun disturbo da parte delle autorità… Ma negli anni successivi, sconfitti i falsari mistificatori a suon di Sentenze, tutte le liste presentate da noi, cioè il vero e legittimo MFL (divenuto in seguito anche PSN), sono state respinte senza che nessuno avesse mai il coraggio di spiegarci cosa era cambiato.
Viene quasi da pensare che il MFL di Giorgio Pisanò fosse giudicato da leggi diverse da quelle che giudicano il MFL di Carlo Gariglio!
Ma tornando al discorso di apertura, ovvero quello intorno alle bizzarre dichiarazioni del vice prefetto astigiano Mastrocola, è a malapena il caso di fare notare un particolare: nessuna Sentenza riguardante il MFL-PSN è stata emessa nei 5 anni che vanno dal 2014 al 2019; tentando di immedesimarmi nella fervida fantasia del vice Prefetto, posso solo pensare che le sue parole si riferiscano alla Sentenza che ha invalidato, nel mantovano, l’elezione a Consigliere Comunale di una ragazza, figlia del fondatore dei cosiddetti Fasci de Lavoro, ovvero un movimento clone del nostro, voluto, tollerato e favorito dai poteri forti fino a quando ha fatto loro comodo in chiave anti MFL-PSN.
Questo “movimento”, per chi non lo sapesse, nacque proprio come disturbo al vero MFL-PSN grazie ad una mezza dozzina di farabutti che avevano tentato, anni prima, di impadronirsi del legittimo movimento fondato da Giorgio Pisanò; una volta esauriti tutti i tentativi, dopo avere collezionato svariate Sentenze contrarie, questi “signori” si ridussero a clonare il nostro logo ed il nostro Statuto, per fondare la loro falsa creatura, sponsorizzati, guarda caso, da un ex generale golpista e massone!
Stranamente, mentre il nostro MFL-PSN veniva sabotato ad ogni presentazione elettorale, i cloni dei FIL per circa 15 anni si sono presentati alle elezioni nel mantovano, senza mai subire alcuna contestazione, ed ottenendo addirittura spazi sui vari giornali nazionali, con tanto di commento entusiasta di Enzo Biagi, che li lodò per la loro coerenza ideale e per essere i primi a presentarsi come movimento dichiaratamente Fascista… Noi, esistenti da “soli” dieci anni, evidentemente non meritavamo le lodi di giudei, massoni e golpisti vari!
Ora, esaurito il loro compito di sabotatori, quello stesso regime che li ha coccolati per 15 anni, si è rivoltato nel 2017, annullando la loro partecipazione elettorale e l’elezione del Consigliere Comunale… Da notare: su iniziativa e relativo ricorso del Movimento 5 “zecche”, tanto per fare capire ai molti coglioni d’area che lo sostengono a chi fanno veramente capo questi escrementi della politica!
In piena sintonia con la logica di questa repubblica delle banane, quelli che fondarono il movimento clone 15 anni prima, sono stati rinviati a giudizio per i soliti reati di “ricostituzione” e boiate annesse… Ma, guarda caso, il 22 marzo del 2019 (evidentemente questo è sfuggito al vice Prefetto Mastrocola, nonostante la sua attenzione alle Sentenze passate), i maggiori quotidiani italiani riferivano che membro e fondatori dei FIL erano stati prosciolti da ogni accusa e che quindi, come già il MFL-PSN, anche il partito dei FIL era del tutto legale!
Ennesima porcheria italica commessa contro un movimento politico, sebbene costituito da infami falsari, che non violava alcuna Legge e che, proprio per questo motivo, aveva tutto il diritto di presentarsi alle elezioni con il proprio nome ed il proprio simbolo.
Giusto per completezza dell’informazione, al fine di capire quanto amore nei confronti del Fascismo storico avessero gli infami dei FIL, riporto una breve dichiarazione del fondatore, apparsa sui giornali:
“Adesso ci ripresenteremo alle elezioni della prossima primavera per riprenderci il maltolto”, ha detto riferendosi alla sentenza del Consiglio di Stato. “Questa volta – ha aggiunto – ci presenteremo con la lista e il simbolo l’Italia agli italiani”. Un cartello a cui aderiscono anche Forza Nuova e altre sigle dell’estrema destra italiana”.
Capito, i prodi “fascisti” mantovani? Forza Nuova ed altre sigle dell’estrema destra!
Duri e puri che corrono a gettare nel cesso il simbolo del Fascio, schierandosi con la destra!
A conclusione di questo lungo articolo, mi rimane una domanda da porgere al solerte vice Prefetto Mastrocola, che tenta di giustificare l’ostracismo contro il logo di riserva presentato alle elezioni di Cellarengo…
Ma che cazzo dovrebbe c’entrare una Sentenza che riguarda un movimento politico dichiaratamente Fascista, avente come simbolo un Fascio e nella denominazione la parola “Fasci”, con il nostro contrassegno di riserva del Partito Socialista Nazionale, avente come simbolo un’aquila combinata con uno dei simboli storici del Socialismo?
Scommettiamo che non avremo mai una risposta?
Carlo Gariglio
31 Luglio 2019
CARO COMPAGNO…
Tratto dal Blog del Segretario Nazionale e pubblicato sul numero di Febbraio 2019 del mensile “Il Lavoro Fascista.
Come capita a tutti gli esseri umani di questo mondo, non posso sapere quanto tempo mi resterà ancora da campare, mentre con maggiore approssimazione, credo che la mia carriera di Segretario Nazionale di questo movimento durerà ancora poco.
Per entrambi i motivi di cui sopra, proseguo nella ricerca e nella pubblicazione di miei vecchi scritti, sperando quanto meno di lasciare una traccia a generazioni future che, certamente, si riveleranno più degne di proseguire un discorso seriamente Fascista e Nazionalsocialista, dei tanti cialtroni con i quali ho avuto a che fare in questi anni.
E non sto parlando solo dei cialtroni di sinistra, sui quali è facile sparare quanto sulla Croce Rossa, ma soprattutto dei tanti infami, buoni a nulla, sottoculturati, traditori, che infestano la nostra cosiddetta “area” politica.
Gente che rinnega le scelte del Duce giocando a fare gli antinazisti, personaggi che idolatrano i giudei di Israele, veri e propri coglioni che hanno scelto come nuovo eroe un comunista padano, fedelissimo di Israele, che governa con un branco di comunisti travestiti, e che rappresenta quanto di più lontano possa esistere dalle nostre idee.
Fare politica oggi in Italia è quanto di più inutile si possa pensare, specialmente se si cerca di erudire dei caproni ignoranti che si dicono Fascisti rinnegando tutto quanto fu fatto e detto dai Fascisti veri; personalmente ci ho provato per molti anni, ma gli italioti che si fingono Camerati hanno sempre preferito sbavare dietro traditori della Patria e lacchè assortiti del giudaismo, dal MSIDN di Almirante (ancora oggi idolatrato da molti idioti che del Fascismo non hanno capito nulla), al nuovo idolo leghista, passando per le vaie fiammelle, le forze “nuove”, i gestori di centri sociali occupati di “destra”…
Godetevi i vostri ducetti, cari finti Fascisti, e speriamo che il futuro ci riservi una generazione di uomini con gli attributi al loro posto, e soprattutto capaci di studiare la Storia ed il percorso di leaders veri, quali Mussolini ed Hitler.
Tornando a noi, devo dire che l’idea di riproporre questo mio vecchio scritto, che fu la prefazione ad un libro su Nicola Bombacci, mi è venuta leggendo i soliti sproloqui dei sinistri nostrani, che hanno tuonato contro un politico (del quale mi sfugge il nome) che aveva osato sostenere che il Fascismo fece anche cose buone…
Ora, a parte il fatto che il Fascismo fece solo cose buone e proprio per questo motivo cadde, salvando la vita a numerosi oppositori anti italiani che arrivarono vivi, vegeti ed splendida forma alla fine della guerra, celebrando la loro vittoria appendendo per i piedi chi li aveva salvati, c’è da dire che la stupidità di tutti i sinistri italiani è ottimamente evidenziata dai loro stessi scritti e comportamenti, tanto più se più o meno segreti, come evidenziato nello scritto che segue.
Ad esempio, a sinistra pochi ricordano la figura di Bombacci, benché fu uno dei fondatori del PCI… Questi, dopo avere vissuto un periodo in URSS, a differenza dei criminali come Togliatti, tornò in Italia e si mise a disposizione del Duce per raccontare la verità su quello che i rossi descrivevano come il Paradiso dei lavoratori.
Ma persino chi criminale ed assassino restò durante e dopo il Fascismo, riusciva ad ammettere quello che i coglioni drogati della sinistra odierna trovano oltraggioso, ovvero il fatto che il Fascismo fece “anche” cose buone.
Guardate l’articolo riportato del bandito partigiano e criminale Sandro Pertini; persino lui, nel 1984, riuscì ad ammettere la grandezza dell’opera di bonifica delle paludi pontine; e di criminale in criminale, leggetevi un po’ cosa diceva l’uomo di Stalin, Palmiro Togliatti:
TOGLIATTI: ‘MUSSOLINI? HA FATTO DEL BENE PER I LAVORATORI’
RITROVATI A MOSCA 25 DISCORSI INEDITI DEL LEADER DEL PCI
Roma, 28 set. – (Adnkronos) – Gli elementi di forza del fascismo? ”Non stanno solo nella violenza e nell’apparato. Questa dittatura ha fatto qualcosa – non solo tramite la violenza, ma anche a favore di determinati strati della popolazione”, come ad esempio gli operai e le giovani generazioni. Questa sorprendente quanto clamorosa affermazione e’ di Palmiro Togliatti, all’epoca nemico numero uno di Benito Mussolini, pronunciata a Mosca nella seduta del 7 marzo 1941 del Segretariato del Comintern. L’intervento fa parte di uno dei 25 documenti inediti provenienti dagli ex archivi sovietici di Mosca scoperti dal professor Aldo Agosti, docente di storia contemporanea all’Università di Torino, e da lui raccolti nel volume ”Togliatti negli anni del Comintern (1926-1943)”, pubblicato dalla casa editrice Carocci nella collana degli Annali della Fondazione Gramsci.
Gli inediti non offrono rivelazioni di particolare interesse sull’atteggiamento di Togliatti negli anni del ”terrore sovietico”, cioè durante le purghe staliniane. Il leader del partito comunista italiano in tutti i suoi interventi finora sconosciuti al Comintern, di cui era uno dei massimi dirigenti, si allineò alle direttive, denunciando come particolarmente pericolosa l’influenza del trotzkismo, combattendo le idee socialdemocratiche e richiamando tutti alla piu’ severa intransigenza.
La vera novità è considerato tuttavia l’intervento di Togliatti su Mussolini, quando ormai l’Italia era già in guerra da quasi un anno. La dittatura fascista, riconosceva il compagno Ercoli, ”ha fatto anche qualcosa per i lavoratori e per i giovani. Non possiamo negare il dato di fatto dell’introduzione della assicurazione sociale”. ”E’ vero che i salari della maggior parte dei lavoratori sono un po’ piu’ bassi rispetto a quanto non fossero prima della dittatura fascista. Ma c’e’ una differenza. I salari dei lavoratori qualificati non sono poi cosi’ male. Prima della dittatura fascista non esisteva nessuna legislazione sociale fuorché l’assicu-razione per la disoccupa-zione”. (segue)
(Pam/Idb/Adnkronos)
Capito quanto sono coglioni i drogatelli della sinistra nostrana? Arrivano a negare quello che ammettevano persino i loro degni padri spirituali e politici!
E quindi, una volta tanto, trasformiamo l’indignazione e lo schifo per queste persone, in un qualcosa di divertente ed ironico, come volli fare nel pezzo che vi ripropongo a seguire, giusto per farsi quattro risate (benché amare), sul livello mentale e culturale dei tanti compagnucci che ancora oggi infestano la nostra Patria.
La loro ignoranza è solo pari alla loro vigliaccheria ed al loro odio per tutto quanto è italiano!
Carlo Gariglio
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Caro Compagno,
Io non ho vissuto l’epoca della guerra, mi sono formato le mie opinioni politiche sui libri, come molti di quelli che mi leggeranno, e sulla dura realtà vissuta tutti i giorni sulla mia pelle. Ma a differenza di tanti di Voi, cari compagni, non mi sono fermato al primo libro letto, né mi sono lasciato convincere dalle lusinghe di qualche anziano apparentemente ben informato ed interessato a formare la mia opinione.
Ho sempre rifiutato il ruolo di “carne da cannone” che molti mascalzoni della sinistra (ma anche a destra non mancano analoghi esempi) riservano ai giovani, cercando di capire da solo se quanto mi raccontavano era la verità, oppure era un modo per “caricarmi” ed utilizzarmi per i loro scopi. Tu, invece, caro compagno, che cosa hai fatto in tutti questi anni? Quante baggianate hai bevuto, quante persone hai discriminato o addirittura aggredito perché ti avevano insegnato che “uccidere un Fascista non era reato”? Ti hanno sempre detto che i Fascisti hanno preso il potere con la violenza, uccidendo centinaia di pacifici uomini del popolo, ma non ti hanno mai parlato del “biennio rosso”, vero? Non ti hanno detto che subito dopo la rivoluzione leninista del 1917 in Italia scoppiarono tafferugli e scontri, voluti proprio dai “rossi” che aspiravano a fare diventare la nostra amata Patria un Soviet sul modello dell’URSS, con le tragiche conseguenze sotto gli occhi di tutti… E non ti hanno detto che in questo periodo, dal 1919 al 1922, i rossi trucidarono più di 850 persone in nome della loro tentata rivoluzione, la maggior parte delle quali simpatizzanti per il neonato Fascismo! Così come non ti hanno detto che il numero dei caduti per mano dei rossi superò i duemila, se si considera anche l’anno 1918, ovvero quando il Fascismo non era ancora nato.
Così come ti hanno raccontato che le squadre Fasciste furono il braccio armato della borghesia e del padronato, senza però mai spiegarti come mai il Fascismo, nei suoi primi anni di Governo, legiferò soltanto a favore della classe lavoratrice e dei meno abbienti in genere, dando al popolo italiano pensioni, cassa integrazione, assistenza agli invalidi, sanità e scuole gratuite, colonie estive per i figli dei meno abbienti… Lo sai, caro compagno, che il lavoratore Fascista fu il primo al mondo a beneficiare della riduzione della settimana lavorativa a 40 ore, mentre in tutti gli altri Paesi, soprattutto nelle cosiddette “democrazie”, i lavoratori avevano un orario di 48 ore settimanali?
Già… Però mancava la libertà! Almeno così ti hanno insegnato… C’erano i Tribunali Speciali, le condanne a morte, mancava la libertà di pensiero… Però nessuno ti ha mai fatto vedere le nude cifre: venti anni di “dittatura” portarono a “ben” 42 condanne a morte, di cui solo 31 eseguite… E per reati di terrorismo e di sangue compiuti da individui di etnia slava, che comportarono morti e feriti fra la popolazione! Quei “cari” compagni che ti hanno istruito, ti hanno mai detto quante condanne a morte ci furono in 20 anni nell’URSS di Lenin e poi di Stalin? Eppure da Stalin prendevano ordini, e si batterono per fare entrare l’Italia nell’orbita dell’ex URSS… Vuoi un solo dato, tanto per fare un raffronto? Nei dieci giorni che seguirono il 25 aprile 1945, nella sola zona di Torino, corsero alcune voci che quantificavano in 8000 (ottomila) i “fascisti e presunti tali” trucidati dalle orde partigiane…
La Prefettura di Torino (Prefettura in mano ai partigiani, naturalmente) emise un comunicato ufficiale per smentire e sminuire queste cifre: i trucidati non erano 8000 ma “soltanto” duemila! In dieci giorni… E nella sola zona di Torino! Anche a volere credere alle cifre “partigiane”, fanno pur sempre 200 uccisioni al giorno, vero compagno? Per non parlare delle altre zone ancora più cruente, con il famigerato “triangolo rosso” dell’Emilia Romagna… Come dici compagno? Stai obiettando che i dissidenti venivano condannati al confino? Sì, certo, nessuno lo ha mai negato… Chi tramava contro il Fascismo veniva spesso condannato al confino, in località tipo Ponza, Ventotene, Ustica, Ventimiglia… Tutte località ancora oggi note per il loro clima mite e per le bellezze naturali… Non come la Siberia o i Gulag di “papà” Stalin, o le foibe dell’altro vostro illustre alleato, il Maresciallo Tito…!
Non per altro, quando i tuoi compagni riesumano la fola della violenza Fascista e delle uccisioni, si devono ridurre a citare il caso Matteotti… Ma anche qui, come sempre, non te la raccontano giusta, caro compagno. Ormai chiunque si sia preso la briga di leggere qualche libro sa che Giacomo Matteotti fu rapito ed ucciso perché aveva scoperto una rete affaristica sulla gestione del petrolio e dell’apertura di case da gioco, rete che pareva toccare addirittura la Casa Savoia… Altro che violenza Fascista! Il cadavere di Matteotti venne poi gettato fra i piedi di Mussolini nel vano tentativo di fare cadere il suo Governo, e di questo si convinse persino il suo più feroce accusatore ai tempi del processo, il socialista Carlo Silvestri, il quale aderì alla RSI dopo avere visionato i documenti riguardanti i veri mandanti dell’omicidio…
Documenti che, guarda caso caro compagno, scomparvero dopo il fermo di Mussolini da parte dei tuoi compagni partigiani, nell’aprile del 1945. Non credi alle parole di un Fascista, compagno? Allora leggiti il libro scritto dal compagno giornalista de “L’Avanti” Franco Scalzo: “Il caso Matteotti – Radiografia di un falso storico” – Edizioni Settimo Sigillo, Roma 1996.
Anche all’epoca, caro compagno, ci furono dei trinariciuti pronti a non credere ai Fascisti… Ed infatti, il 12 settembre 1924, per “vendicare” Matteotti, i comunisti uccisero il sindacalista e deputato Fascista Armando Casalini, che spirò fra le braccia della sua bambina…
Ma immagino la tua risposta, compagno, a proposito di questo episodio: “Mai sentito nominare”.
Come dici compagno? Oltre a Matteotti ti hanno parlato dei fratelli Rosselli e di Gramsci, che sarebbe morto in carcere nel 1938 grazie ai Fascisti?
Bè, se posso darti un consiglio da “Camerata” a compagno, studiati bene quali furono le attività dei fratelli Rosselli ed il loro ruolo negli attentati terroristici anarcoidi degli anni che vanno fra il 1919 ed il 1937… E leggiti meglio la storia di Gramsci, il quale venne sì arrestato, ma venne anche liberato nel 1934 e graziato nel 1937… Tornò libero e morì in una clinica privata di Roma, ma non certo a causa della “violenza Fascista”! Ma se su tutte le cose sopra descritte sei stato male informato, caro compagno, di quanto sto per dirti non ne avrai mai e poi mai sentito parlare… E’ troppo imbarazzante per i tuoi compagni affrontare questo discorso, benché sia tutto abbondantemente conosciuto e documentato dai tuoi “capi”… Il Fascismo fu solo violenza, olio di ricino, privazione delle libertà individuali? Ed allora come mai i tuoi più illustri compagni nel 1936 lanciarono il famoso “Appello ai fratelli in Camicia Nera”? La decisione di pubblicare il famoso appello nacque nel clima di sfiducia che pervadeva la dirigenza comunista in esilio alla metà degli anni 30. Essa si rendeva ormai conto che il consenso del popolo italiano nei confronti del fascismo era pressoché totale, anche se oggi te la raccontano molto diversamente, e che persino le masse operaie ormai appoggiavano il fascismo in blocco. I comunisti di allora, che conoscevano perfettamente la situazione italiana, riconobbero ciò che gli ignoranti di oggi si rifiutano di ammettere…
Nel giugno del 1936, sulla rivista “Stato operaio”, la rivista teorica del PCI, i dirigenti comunisti tentano un primo approccio: “Noi tendiamo la mano ai fascisti nostri fratelli di lavoro e di sofferenze perché vogliamo combattere insieme a essi la buona e santa battaglia del pane, del lavoro e della pace. Tutto quanto noi vogliamo, fascisti e non fascisti, possiamo ottenerlo unendoci e levando la nostra voce, che è la voce del popolo”.
Nell’agosto si arriva a un documento solenne, rivolto ai “fratelli in camicia nera”, che ha come base la riconciliazione tra fascisti e non fascisti: “Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere insieme a voi e a tutto il popolo italiano per la realizzazione del programma fascista del 1919 e per ogni rivendica-zione che esprima un interesse immediato, particolare o generale, dei lavoratori e del popolo italiano”.
Tra i firmatari dell’appello figurano: Togliatti, Grieco, Gennari, Di Vittorio, Marabini, Montagnana, Longo, Ciufoli, Lampredi, Valiani e moltissimi altri.
I comunisti sono costretti a riconoscere i risultati conseguiti dal fasci-smo. Greco afferma che “Dobbiamo specificare che lotteremo per una democrazia nuova che tenga conto dell’esperienza fascista.”; Montagnana che “L’attività degli antifascisti, degli stessi comunisti, è pressoché nulla. Gli elementi attivi sono fascisti” e che “Noi dobbiamo avere il coraggio di dire che non ci proponiamo di abbattere il fascismo”; Longo che “Noi siamo dei pigmei e nulla possiamo ancora contro le organizzazioni avver-sarie”; Ciufoli che “Il PCI, facendo suo il programma del 1919, colmerà il vuoto che esiste ancora tra noi e le masse”;Gennari che “L’attività svolta dalle masse nei sindacati fascisti e i risultati ottenuti dimostrano che già i sindacati fascisti possono essere uno strumento di lotta contro il padronato e perciò essi debbono essere considerati come i sindacati operai nella attuale situazione italiana”.
Capito compagno? Nel 1936, dopo la conquista dello Impero, non eravamo poi così male agli occhi dei tuoi dirigenti. Addirittura il programma Fascista del 1919 volevano adottare! E non si proponevano di abbattere il Fascismo, considerando addirittura i sindacati fascisti come strumenti di lotta operaia contro i padroni!
Chissà quando è che i tuoi compagni hanno scoperto che il Fascismo era solo violenza, che fu il braccio armato di borghesi e padroni, che privava il popolo della libertà… Fino al 1936 (dopo 14 anni di “dittatura Fascista”, compagno, è bene ricordarlo) parevano non pensarla così…
Avrà influito il fatto che l’appello rimase inascoltato dai Fascisti?
Avrà influito il fatto che dopo il periodo delle vittorie cominciò quello dei sacrifici e delle sconfitte?
Tutto può essere, caro compagno… Tutto, tranne il fatto che i tuoi compagni raccontino le cose per quello che sono e che furono!
Anche nel breve periodo della RSI, mentre i Fascisti si sforzavano di favorire le classi lavoratrici, i tuoi compagni erano schierati con i “liberatori”, curiosamente alleati degli stessi “padroni” che questi compagni dicevano di combattere… Fascisti Repubblicani che creavano la cogestione e la socializzazione delle imprese, e comunisti italiani alleati delle famiglie padronali (una fra tutte: gli Agnelli), poiché entrambi sabotavano lo sforzo Fascista per favorire l’invasione della Patria da parte degli “alleati”… Credi a noi, Compagno… Ti hanno preso per il deretano per decenni, e tu li hai accontentati, aiutandoli a prendersi il potere, ad uccidere quanti, come noi, potevano sbugiardarli ed inchiodarli alle loro responsabilità.
Ti hanno fatto diventare “partigiano” per difendere i loro interessi e le loro trame con Mosca, gli USA e gli industriali italiani.
Ti hanno convinto a continuare ad uccidere anche dopo la guerra, fino agli anni 50 almeno, per paura che qualcuno potesse un giorno tornare per smascherarli e dare a loro quello che meritavano… E ti hanno educato all’odio per quelli come noi sempre per lo stesso motivo: il sacro terrore di doverla un giorno pagare.
Negli anni 70 hanno trovato una generazione facilmente malleabile, e l’hanno mandata in piazza a scannarsi con altri giovani come loro, “colpevoli” di conoscere la verità… E tu compagno hai sfondato il cranio a colpi di chiave inglese a sedicenni come Sergio Ramelli, hai bruciato vivi i fratelli Mattei nel rogo di Primavalle a Roma, perché ti avevano detto che uccidere i Fascisti (ed i loro figli, in questo caso) non era reato, hai “sprangato” e spesso ammazzato dietro loro ordine ed incitamento, mentre loro si godevano le prebende parlamentari…
Non è ora di aprire gli occhi, compagno? I documenti ci sono tutti, basta sapere cercare e sapere leggere… Un ultimo esempio prima di salutarti? La prossima volta che qualche vecchio assassino ti inviterà a celebrare il suo 25 aprile, o la prossima volta che qualcuno di loro ti parlerà degli “eroi” partigiani “trucidati” dai Fascisti, sbattigli sotto il grugno una copia della Sentenza del Tribunale Supremo Militare del 26 aprile 1954… In essa, senza ombra di dubbio, troverai scritto che i militari della RSI erano legittimi combattenti belligeranti a tutti gli effetti, nonché rappresentanti di uno Stato riconosciuto ed operante… E troverai scritto anche che i cosiddetti “partigiani” non avevano alcun titolo legale per essere definiti “belligeranti”… In altre parole, militari legittimi contro banditi in borghese che sparavano a tradimento. Questo è scritto in una Sentenza di un Tribunale della Repubblica Italiana, scritta ben 9 anni dopo la caduta del Fascismo (http://www.laltraverita.it/documenti/sentenza_tribunale_militare.htm).
Come dici compagno? Non ne avevi mai sentito parlare? Al partito non te lo avevano mai detto?
Lo so compagno, lo so…
Carlo Gariglio