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Il Banchiere della Provvidenza

Erano appena trascorsi i giorni della merla e Giuseppi aveva un gran freddo, anzi sudava freddo e forse aveva pure qualche linea di febbre, ma lui non ci faceva caso perché aveva il corpo e l’anima straziati dal pensiero che poteva infrangersi il suo sogno, poi diventato certezza come aveva più volte ribadito, di “regnare” fino al 2023; e poi chissà: un pensierino al 2028 in fondo l’aveva fatto, dato niente glielo impediva.

Ma è necessario fare qualche passo indietro.

Nell’ormai lontano giugno 2018, senza neppure lui sapere come, Giuseppe Conte si era ritrovato seduto sul seggiolone di Presidente del consiglio dei ministri; forse lo sapeva e forse no, ma era stato collocato su quello scranno all’unico scopo di fare da paravento in mezzo ai “duumviri” Di Maio e Salvini, almeno secondo le intenzioni di costoro.  Però, un po’ alla volta, lui ha imparato il mestiere e, un po’ alla volta, ha cominciato ad “allargarsi” sempre di più. Il fatto è che a lui quella vita piaceva un sacco: viaggiare più che in marina, trattare con i “grandi” della terra o se non proprio trattare almeno intrufolarsi tra loro, maneggiare il potere erano cose che soddisfacevano il suo ego infinitamente di più del “misero” stipendio e del monotono lavoro da professore universitario e delle sia pur strapagate “consulenze”, saltuarie e dipendenti dalle raccomandazioni degli amici.

I guai però arrivano quando uno meno se li aspetta e il guaio imprevisto di Conte si è materializzato in Salvini. Quest’ultimo, ritenendosi completamente a torto un genio della politica, nell’agosto del 2019 ha tentato il colpo per fregare sia Conte sia Di Maio. L’amico d’Israele, infatti, basandosi sui sondaggi elettorali che gli attribuivano un’ampia maggioranza, aveva giudicato che quello era il momento buono per far saltare il governo ed andare alle elezioni, confidando sul fatto che non fosse possibile formarne un altro. Nella sua pochezza non aveva tenuto conto di un elemento essenziale: l’inquilino del Quirinale, che mai e poi mai gli avrebbe consentito tale manovra. Il babbo degli italiani, infatti, si è adoperato con tutte le sue forze per conciliare ciò che sino ad allora sembrava assai poco conciliabile: il partito del comico genovese con quello del vicecommissario Montalbano. In realtà, le nozze tra i due partiti erano un obiettivo assai meno difficile da raggiungere di quanto apparisse superficialmente (e pure di questo il genio non aveva tenuto conto), perché il primo, rispetto alle elezioni del 2018 era in caduta verticale nei consensi dell’opinione pubblica e il secondo, ancora traumatizzato da quelle elezioni, vagava senza meta razzolando attorno ad una percentuale di consensi a due cifre che cominciava con l’1: ottimi motivi per evitare le elezioni a qualsiasi costo. Detto fatto, i due partiti hanno improvvisamente scoperto le prima insospettate affinità che li accomunavano e Conte è rimasto in sella senza bisogno di scendervi nemmeno per un caffè. Da allora, però, ha giurato odio eterno per Salvini, il quale, scornato su tutta la linea, ha iniziato quell’inesorabile discesa nei consensi che tuttora dura, fino a perderne circa la metà, e che a nulla sono valse a frenarla le sue dichiarazioni d’amore per Israele e per i giudei in generale e le coccole profuse a Liliana Segre.

A quel punto Giuseppi si è sentito un faraone, ha iniziato a pontificare e a distribuire al popolo banconote non sue sotto forma di “bonus” e “ristori” strombazzati a piena voce da giornali e televisioni. Per la verità tali “bonus” e “ristori”, percepiti per lo più da coloro che non ne avevano alcun bisogno, consistevano in pochi spiccioli per ciascuno dei “beneficati” e soprattutto  necessitavano del decreto di attuazione, che in circa la metà dei casi non è mai stato emanato. Ma non erano certo questi piccoli dettagli ad impedirgli di vestire i panni di novello Robin Hood benefattore del popolo.

C’era solo un piccolo problema: a reggere il suo trono vi era anche la banda del faccendiere toscano, altro suo nemico giurato: quattro gatti ma necessari,  di cui lui giustamente  si fidava meno di zero. Ma tale problema lo preoccupava poco, perché sapeva che in caso di sgambetto da parte di quelli, avrebbe facilmente potuto sostituirli con un gruppo ancor più numeroso di mercenari, che per meno di trenta denari avrebbero venduto anche la nonna.

In realtà tutto o quasi è filato liscio fino a Natale del 2020, allorché, manco il tempo di digerire cappelletti e panettoni, il faccendiere toscano, dopo una ridicola sceneggiata preparatoria, ha deciso che era arrivato il momento di tirargli il colpo ritirando le sue “ministre” dal governo.

E’ scattato allora il piano d’emergenza, ma l’operazione è stata condotta nel peggiore dei modi: alla luce del sole di giorno e sotto i riflettori di notte. Ne è risultato che di mercenari (per l’occasione chiamati pudicamente “responsabili”) ne ha sì trovati (dello “spessore” di un Tabacci campione mondiale del cambio della casacca, di un Ciampolillo, di una “lady” Mastella, ecc.), ma in numero insufficiente e per giunta in lite tra loro; gli altri potenziali “responsabili” (e ce ne sarebbero stati non pochi) hanno valutato che non era il caso di sputtanarsi per partecipare ad un gioco bello ma proprio per questo di breve durata.

Ormai  a Giuseppi restava una sola flebile speranza: una magia dell’inquilino del Quirinale, il suo mentore, che sino  ad allora gli aveva fornito il suo appoggio incondizionato e che per nulla al mondo avrebbe acconsentito alle elezioni anticipate.  Calcolo sbagliato pure questo, perché quello, imitando in sedicesimo un suo lontano predecessore, coronato ma all’incirca della stessa statura (intesa come misura dalla testa ai piedi), si è sbarazzato in un baleno del cavallo perdente (non l’ha fatto arrestare e trasferire in ambulanza, ma la qualità del personaggio era tale non richiedere così drastici provvedimenti) gettandolo semplicemente nella pattumiera e, dopo la solita pantomima delle “consultazioni”, ha calato l’asso che da tempo teneva nella manica: Mario Draghi, il banchiere della provvidenza, non compromesso e gradito più o meno a tutti, al di qua e soprattutto al di là del confine grazie al suo passato attraverso la Goldman Sachs, la Banca d’Italia (la chiamano ancora così), la BCE, istruzione di base presso i gesuiti, specializzazione in America, membro del G 30, perfettamente allineato al “politicamente corretto”: quanto basta e avanza per mandare in estasi i giudei che dirigono l’orchestra della UE. E per completare il successo il babbo degli italiani ha invitato tutti, ma proprio tutti alla mensa del governo.

Inutile dire che tutti hanno accolto con euforia tale invito, passando agilmente sopra a rivalità e conflitti personali (generati solo da motivi di concorrenza nella caccia alle poltrone, perché vere differenze ideologiche non esistono né possono esistere in tutto l’”arco costituzionale”) e si sono felicemente accomodati alla tavolata portandosi da casa il piatto e le posate; tutti (compreso Tabacci) meno lei: Giorgia Meloni, che, grazie a quell’astuzia tipicamente femminile, ha valutato che le conveniva assai di più restarne fuori e collocarsi da sola all’opposizione; mossa rivelatasi del tutto azzeccata.

Così l’unico a restare col culo per terra è stato proprio lui, Giuseppi; segnali inequivocabili hanno indicato che non ha gradito. C’è anche chi dice che abbia cancellato dal calendario il 21 settembre, perché quel giorno si festeggia San Matteo.

Tutto a posto dunque? Per niente. Tutti sanno che Draghi non resterà lì troppo a lungo anche perché mira più in alto e perciò è necessario continuare la battaglia preventiva per la conquista delle poltrone con gli annessi e connessi che esse comportano; perciò sono già in atto grandi manovre.

I rossi scoloriti hanno liquidato il vicecommissario Montalbano, l’uomo che ride, il quale per la verità aveva da tempo smesso di ridere ed iniziato a far ridere: non l’hanno defenestrato come erano soliti fare i loro padri dal colore più acceso e nemmeno gli hanno sparato un colpo alla nuca come erano soliti fare i loro nonni, ma si sono limitati ad offrirgli, sì come novello Socrate, una coppa di cicuta. Quindi hanno restaurato e tirato a lucido Enrico Letta, l’uomo della campanella, che senza indugio ha dimostrato subito tutta la sua valenza politica e quanto lui e il suo partito siano pensosi dei problemi degli italiani rispolverando una dopo l’altra vecchie “sòle” come lo ius soli, la patrimonialina sulle successioni e la protezione dei froci, con l’unica novità dell’imperioso appello ad inginocchiarsi prima della partita rivolto ai giocatori della nazionale di calcio.

Dal canto suo Salvini, che non sa più come fare per trattenere i suoi “aficionados”, ha lanciato la proposta della “federazione di centro-destra” (in altre parole una sorta di “Israel Fan Club”) per fregare la Meloni compensando almeno in parte le sue perdite con i guadagni di quella, la quale però non ha abboccato e gli ha risposto con una pernacchietta. Entusiasta è stato invece Berlusconi, che però ha voluto aggiungere un tocco personale suggerendo di tramutare la federazione in partito unico sul modello del partito repubblicano americano. Si potrebbe pensare ad un accesso di demenza senile, ma non è così: l’età non c’entra affatto.

I 5 stelle (si chiamano ancora così, anche se di stelle gliene sono rimaste due scarse) continuano ad agitarsi nelle sabbie mobili in cui si sono cacciati e così facendo affondano sempre di più. Poiché le loro personalità di spicco sono del calibro di un Di Maio, di un Fico, di un Crimi (peraltro in fibrillazione) e di una Dadone, hanno pensato fosse utile, così come fanno le squadre di calcio in questi casi, ingaggiare il disoccupato Giuseppe Conte, che dopo tutto un certo “pedigree” se l’era creato. Dal canto suo Giuseppi, consapevole del rango ormai raggiunto, ha condizionato la sua adesione alla nomina a guida suprema del partito e al conferimento dei pieni poteri, ma tale pretesa ha incontrato, com’era ovvio, l’ostilità totale del comico genovese, per nulla propenso a cedergli il suo redditizio giocattolo. Le trattative tra i due si sono svolte molto pacatamente: prima sono volate le torte in faccia, poi i piatti e poi le bottiglie (piene). Sembra proprio che Giuseppi resterà disoccupato, malgrado l’appoggio (cauto) dell’amico Di Maio, il quale del resto sia dentro che fuori il partito conta meno del due di picche.

Gli altri guitti si accontentano del loro 1 o 2 virgola (tanto non possono proprio fare di più), che comunque consente loro di avere risorse sufficienti per mandare a scuola i bambini e apparire, sia pur brevemente, tutti i giorni al telegiornale per sparare idiozie e banalità a cui nessuno presta attenzione.

Questo è il panorama politico, che spiega esaurientemente perché l’Italia è nella merda.

Giuliano Scarpellini

Federale Provincia di Rimini

 

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RIVOLUZIONARI DE NOANTRI…

E’ pieno di dementi che negli ultimi giorni stanno esaltando come eroi i vari manifestanti d’Italia, apparentemente in piazza contro il governo, in realtà in piazza per fare casino ed ottenere qualche briciola di sussidio.
Ieri si parlava di Napoli e dintorni, dove il 70% dei votanti, solo un mese fa, ha votato quel De Luca che oggi fingono di contestare; oggi si parla di Torino, ove gli immancabili cessi sociali (spalleggiati dai loro compari clandestini), hanno devastato e saccheggiato negozi (ma non dovevano manifestare per difendere i commercianti vessati dal governo?), come loro costume…
Vediamo poi ai vari TG manifestanti pacifici, con regolare museruola (alcuni addirittura con il modello extra lusso, con valvole incorporate, per sopravvivere anche ad Ebola!), piagnucolare contro il governo per le misure restrittive…
Ma fate pace con voi stessi; se credete nel fanta virus e state accucciati come cani con la museruola, che cazzo protestate a fare? Lo fanno per il vostro bene. E se non credete al fanta virus, che cazzo mettete a fare la museruola? Perchè vi cagate sotto all’idea di prendere la multa?
Tanto lo sappiamo, se riuscirete ad ottenere qualche centinaio di euro di obolo governativo, tornerete sui balconi a cantare “Bella Ciao” ed a gridare “Andrà tutto bene”… E magari a denunciare gli “irresponsabili” che continueranno a protestare per difendere la loro libertà, o per avere anche loro qualche elemosina…
Quanti di voi “contestatori” si sono sempre proclamati antifascisti, dicendo e scrivendo cazzate su quel terribile regime che diede agli italiani case, lavoro, Leggi sociali all’avanguardia, opere pubbliche ed un sistema previdenziale che oggi è stato trasformato in uno schema di Ponzi per rapinarvi?
Chi vi ha dato il sabato “Fascista”, portando la settimana lavorativa a 40 ore, è diventato illiberale, vi conculcava le libertà…
Allora godetevi questa democrazia antifascista per la quale avete tante volte manifestato… Hanno sostanzialmente abolito la proprietà privata, come in URSS, dato che non siete più liberi di aprire i vostri negozi, vi hanno ridotti a cagnolini con la museruola e vi impediscono di usare i mezzi pubblici, di entrare nei negozi e persino di passeggiare se non la usate… Vi impediscono di svagarvi e divertirvi, ma qualche cretino fa i paragoni con il coprifuoco che vigeva in tempi di guerra…
Godetevi il vostro antifascismo senza fare tanto baccano in piazza, tanto non cambierete mai nulla, se non in peggio… E continuate a votare per i tristi epigoni del comunismo (compresi quelli come il comunista padano), tanto il pericolo è il “Fascismo”, no?
Ma almeno non rompete il cazzo blaterando di libertà e diritti, cose che non sono mai state di vostra competenza.
Verificate dalla tabella allegata quanto siete coglioni da sempre e quanto avete desiderato il comunismo, che oggi vi governa!

Dott. Carlo Gariglio – Segr. Naz. MFL-PSN

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Violenza, terrorismo e morte: questo è l’antifascismo

Articolo tratto dal Blog di Andrea Chessa – VICE SEGRETARIO NAZIONALE MOVIMENTO FASCISMO E LIBERTA’

La storia che vi raccontiamo non la sentirete sui giornali italiani o in TV: troppo abituati a stare in ginocchio, a compiere fellatio ideologiche ai santoni del politicamente corretto (Myrta Merlino docet) per descrivere gli antifascisti americani per quello che sono (come tutti gli antifascisti, del resto): terroristi, banditi ed assassini.

Questo avvenimento, che è solo l’ultimo in ordine di tempo, rende bene l’idea del livello di delinquenza, misto ad una arrogante certezza di impunità, che agita gli antifascisti americani, i quali si possono permettere di mettere a ferro e fuoco una Nazione tra gli applausi dei soloni radical chic (fino a che gli incendi e le devastazioni non toccano la loro villettina con giardinetto fronte e retro, ovviamente!).

Aveva 24 anni, Jessica, mamma di una bambina di 3 anni. Camminava tranquillamente per le strade di Indianapolis, e quando a quei terroristi di “Black lives matter” che le hanno chiesto di inginocchiarsi a baciare i loro stivali ha risposto che “All lives matter” (Tutte le vite contano), ha continuato a passeggiare mano nella mano con suo marito. Invece i terroristi l’hanno attesa qualche isolato più in là e l’hanno freddata alla testa. Non una parola, non un insulto: in pieno stile brigatista Jessica è stata freddata, una vera e propria esecuzione partigiana, senza che il marito avesse nemmeno il tempo di reagire. Jessica muore per questo: sparata in testa per aver affermato l’ovvio, per aver detto che tutte le vite contano.

Un movimento di criminali che incita apertamente al terrorismo ed all’omicidio razziale, che distrugge interi quartieri e città, che giustizia con esecuzioni terroristiche le persone che incrocia per strada: cosa accadrebbe se una cosa del genere venisse fatta non dal Black Lives Matter, bensì da una qualunque altra formazione politica o, peggio ancora, dalla destra? La risposta la conosciamo.

È il caso di armarsi per prepararsi ai tempi che arriveranno? Si, probabilmente. Se è vero che in Italia le “mode” americane arrivano sempre qualche anno dopo, presto saremo costretti anche noi a difendere, armi spianate, le nostre abitazioni ed i nostri negozi. 


L’antifascismo andrà affrontato per quello che è: terrorismo, violenza e morte.Oggi come ieri.

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La recessione economica è iniziata

Chi ha seguito il mio blog e le mie previsioni, sa che ho sempre definito la vicenda denominata “coronavirus”, come uno strumento delle lobby finanziarie per indebolire le sovranità nazionali ed il potere d’acquisto dei singoli individui. Ed il percorso da me seguito in tutti i miei articoli, ha sempre trovato riscontro nei fatti quotidiani riportati nei vari giornali. Ho sempre affermato che affidarsi agli incompetenti, ci avrebbe creato danni che riusciremo a contare con dati oggettivi solo fra due anni, ma nel frattempo saremo costretti a brancolare nel buio. Io come molti in Italia sono un piccolo imprenditore, uno che non aveva e non ha mai cercato santi in paradiso per ricoprire incarichi pubblici, mi sono sempre sbracciato sin da piccolo, malgrado provenissi da una famiglia di benestanti. E da piccolo e giovane imprenditore all’età di 23 anni, decisi di aprire il mio pub a Palermo. Mentre i miei coetanei pensavano a divertirsi, io aprivo la mia attività in una zona con alto tasso di criminalità, di spaccio e di abusivismo commerciale. E malgrado non appartenevo a questa gente, ho cercato con tutte le mie forze di ripulire l’area, trasformando  la piazza dove opero in un gioiello, ridandogli splendore, mettendo in risalto la chiesa seicentesca, il museo, la bellezza della piazza e non le opere abusive tollerate dal Comune di Palermo. Per farlo mi sono messo contro la malavita locale, con una serie di attentati intimidatori alla mia attività, mi sono messo contro le forze dell’ordine, da me denunciate per delle presunte fughe di informazioni verso gli abusivi con processo in atto. E mi sono messo contro il Comune di Palermo, facendo altre denunce che riguardavano concessioni date ad alcune attività se pur non avevano i requisiti e se pur non rispettavano le stesse delibere comunali. Ed il tutto l’ho fatto da solo, senza l’aiuto dello Stato, senza l’aiuto della stampa, tanto che fui costretto a creare questo blog, per far conoscere le mie battaglie e le angherie subite. Quindi non sono l’ultimo coglione arrivato, che apre bocca solo per dare aria al cervello. Ho sempre lottato e per farlo ho usato tutti i mezzi legali a mia disposizione. Ho studiato il codice civile e penale ed ho scritto di mio pugno circa 30 esposti, che hanno dato seguito ad indagini, processi e condanne. Il tutto senza mai vedere 1 solo euro di risarcimento. Essendo che ho sempre lavorato, fatto i conti, ricoperto tutti i ruoli nella mia azienda, conosco come funziona il commercio, soprattutto perché la mia famiglia si è sempre occupata di commercio da almeno 3 generazioni. Quindi sapevo già dal 9 marzo, data in cui ci chiedevano di chiudere fino al 25 marzo, che sarebbero bastati solo questi 15 giorni per mettere in ginocchio l’economia italiana. Naturalmente chi non ha un attività commerciale non può capire. Per loro siamo tutti evasori ed in quanto tali, abbiamo soldi sotto il mattone, in banca, in svizzera ed in tutti i paradisi fiscali. Ed è inutile fargli cambiare idea, per loro siamo esagerati, la nostra reazione è spropositata per qualche mese di inattività. Di fatto come noto, le nostre attività sono rimaste chiuse per due mesi e non tutti hanno ottenuto i miseri 600€. Mentre tutto il comparto pubblico, non ha rinunciato ad un solo euro. In tutto questo periodo hanno però continuato a fare un lavaggio mediatico senza precedenti, intimidendo la popolazione e creando panico e trasformando la stragrande maggioranza delle persone in ipocondriaci. Ognuno di loro si è trasformato in megafono ed ha amplificato il disagio. Tutta questa gente che fino a prima della “pandemia” era omertosa, ha iniziato a segnalare tutti gli individui, perché per loro a prescindere erano untori. Ad alimentare questo malessere sociale e le paranoie della gente, ci sono i soliti servi del sistema, i lecchini che pur di avere 30 secondi di visibilità, si inventano soluzioni alternative per poter aprire in sicurezza. Termoscanner, divisori in plexiglas, sanificazioni a tutte le ore, lidi blindati, mascherine con cerniera, menù digitali, mancano solo i sacrifici umani e siamo al completo. E la gente che non ha mai aperto e letto un articolo su facebook, figuriamoci un libro, a vedere le sole immagini, ha cominciato giustamente a dire che a queste condizioni non uscirà di casa. E per loro è già tutto approvato. Come se ad oggi andando al supermercato avessimo assistito a sanificazioni, termoscanner, divisori… Se non ci sono per loro queste restrizioni che non hanno mai chiuso e nessuno di loro è mai morto, figuriamoci se possono approvare tutte queste cazzate inutili. Eppure malgrado i numeri dei decessi sono al minimo storico, i contagi diminuiscono e le terapie intensive si svuotano, ogni giorno un idiota si alza e mette panico. Tavoli a 1 metro, tavoli a 2 metri, l’esperto più idiota degli altri tavoli a 4 metri. Queste capre, che mi piacerebbe conoscere per aprirgli la testa e vedere se hanno almeno la particella dell’acqua Lete, non hanno mai lavorato in vita loro, sono figli di quell’elite, strapaganti a spese nostre e per il loro QI li metterei a spalare letame. Non sanno che la maggior parte delle attività di ristorazione, specie al centro storico, hanno locali piccolissimi, con sale per la somministrazione di 20/30 mq, spesso in locali con travi che riducono ulteriormente lo spazio. Quindi se mettono un tavolo ogni 4 metri possono mettere al massimo 4 tavoli. Per non parlare degli esterni. Ad esempio io che ho una concessione di 3 metri per 6 metri, potrò mettere 2 tavoli, ma ci rendiamo conto? Ed il mio vicino che occupa abusivamente il suolo pubblico a quanti metri si deve mettere da me, visto che i suoi tavoli sono a 10 centimetri da i miei? oppure come capita da 20 anni a venire qui, essendo che è abusivo può occupare tutto lo spazio che vuole nel silenzio generale?
Ma il vero problema non sono i metri fra un tavolo e l’altro, la mascherina, la visiera, il termoscanner, l’alabarda spaziale… Il vero problema sarà riportare la gente fuori dalle loro abitazioni. Ho riaperto la mia attività il 5 maggio, come asporto come indicato dall’ultimo DPCM, ma la sera dopo le ore 19,30 vi è il coprifuoco, quella poca gente in giro si rinchiude in casa, sparisce dalla circolazione e gli unici che si vedono in giro sono 4 scappati di casa in cerca di droga. La prima sera ho incassato zero, la seconda ho applicato lo sconto del 20% sul listino ho incassato 14,40€, la terza sera zero, la quarta sera 10€ ed siamo arrivati al venerdì, il sabato rullo di tamburi 31€ ed infine la domenica 2€. Quindi le mie preoccupazioni di marzo, non erano del tutto immotivate. La gente ha paura del virus, e chissà per quanto tempo ancora ne avrà e chi durante la quarantena, non ha perso  niente, ha il soldi sul conto ed  ha risparmiato restando a casa, dicendoci di resistere che prima o poi passerà, non capisce che delle pacche sulla spalla, non abbiamo che farcene, perchè i guai resteranno sempre nostri. Noi facciamo debiti, noi ci umiliamo per non poter svolgere la nostra attività, noi ci umiliamo quando dobbiamo pagare l’affitto e chiediamo al nostro locatore di avere pazienza. Già molti hanno mollato, altri apriranno dopo il 18 se ci saranno le condizioni, l’estate e vicina e noi del centro che lavoriamo solo con i turisti saremo penalizzati ulteriormente. Al nord molte attività sono passate in mano ai cinesi, altre saranno comprate dalle mafie locali per gestire punti strategici come lavanderie di denaro. L’unico dato ufficiale è che l’Italia è entrata in recessione e senza misure precise del governo atte ad incentivare la ripresa economica sarà un ecatombe. I suicidi già oggi sono all’ordine del giorno, ma dei suicidi troviamo qualche notizia nei giornali locali, in quanto i giornalai nazionali, spendono il loro tempo in articolo di propaganda (Fonte). A dare l’allarmante e gravissima notizia Nicola Ferrigni, professore associato di Sociologia generale e direttore dell’Osservatorio.
«I dati sono impietosi: dall’inizio dell’anno sono già 42 i suicidi, di cui 25 quelli registrati durante le settimane del lockdown forzato; 16 nel solo mese di aprile. Questa “impennata” risulta ancor più preoccupante se confrontiamo il dato 2020 con quello rilevato appena un anno fa: nei mesi di marzo-aprile 2019, il numero delle vittime si attestava infatti a 14, e il fenomeno dei suicidi registrava la prima vera battuta d’arresto dopo anni di costante crescita».

Quindi abbiamo molti più suicidi rispetto allo scorso anno e siamo solo a maggio, ancora molti riescono ad andare avanti con i risparmi accumulati, non sappiamo come reagiranno quando li avranno terminati e si renderanno conto di non avere nessun modo per produrre il reddito necessario per sfamare le proprie famiglie.

In questa mattanza a rischio saranno individui di tutte l’età, i settori a rischio sono la ristorazione, l’alberghiero, il turismo, il fitness, l’abbigliamento, le calzature, gli ingrossi alimentari, le aziende produttrici di questi settori, gli agenti di commercio, i parrucchieri, estetisti… e tutti gli impiegati di queste aziende. Di conseguenza avranno un calo del volume d’affari anche chi ad oggi ha continuato a lavorare, case automobilistiche e motociclistiche, il settore immobiliare (tranne per chi sarà disposto a svendere), i mobilifici, i negozi di informatica e telefonia… quando cade una categoria economica, parte l’effetto domino e ne risentono tutte le altre. Ma oggi a cadere non è solo una categoria. L’Italia nell’ultimo decennio, ha decentrato le fabbriche e le industrie all’estero dove i costi del personale sono ridotti per via di una pressione fiscale inferiore e dove i canoni di locazioni sono molto più bassi. Tolte quelle poche fabbriche ed industrie rimaste, l’Italia ha puntato sul turismo e sul settore food. Alberghi, villaggi, centri turistici, B&B, spa e centri benessere, ristoranti, pub, drinkerie, street food, musei, luoghi d’arte, chiese e monumenti, tutto gira intorno al turismo. Quindi se gli italiani non escono e i turisti non vengono, chi finanzierà queste aziende tenendole in vita. Un alternativa potrebbe essere la riconversione di queste attività in altri settori produttivi. Ma se abbiamo impiegato oltre un decennio per convertire l’Italia da paese industriale a paese turistico, quanto tempo occorrerà per tornare a quei tempi e soprattutto con una pressione fiscale crescente, solo un pazzo potrebbe investire in Italia nella creazione di nuove fabbriche offrendo lavoro. L’unica soluzione sarebbe fare fabbriche di Stato. Ma con la corruzione che abbiamo in Italia, pensate che una cosa del genere potrebbe accadere? Fra appalti, costruzione, collaudo e messa in funzione… ci mangerebbero una mole così numerosa di persone, che partirebbe già indebitata in partenza. Solo in epoca fascista, lo Stato produceva e dava lavoro. Oggi lo stato sociale è stato distrutto e lo Stato produce solo debiti.

Prepariamoci ad un lungo periodo di crisi, recessione economica, tasse e vessazioni, tagli del settore pubblico e privato, in poche parole si salvi chi può.

Francesco Capizzi

Coordinatore per la regione Sicilia

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