Luxuria, sarà stato il Karma?
Luxuria, sarà stato il Karma?
Capita di leggere, talvolta, di avvenimenti che, relegati nella pagina della cronaca, riescono a dire molto sugli atteggiamenti, i pensieri o il modo di fare di chi ne è artefice o vittima, ben più di quanto la notizia di per sé possa fare inizialmente pensare. A cosa ci riferiamo? Ad un fatto di cronaca che, comprensibilmente, viene pressoché snobbato da tutti i media nazionali al fine di non intaccare quell’aura, volutamente costruita a tavolino dai poteri forti che la carta stampata la comandano a bacchetta, dell’immigrazione selvaggia come fenomeno buono e rigenerante per l’Italia, portatore di culture e valori nuovi. «Se non vuoi vederci nel tuo quartiere cambia casa e non ci rompere i coglioni. Se non la smetti ti sgozziamo. Sappiamo dove abiti. Ti facciamo fuori, frocio di merda!» Chi avrà pronunciato queste parole? Dei pericolosissimi fascisti? Dei crudeli nazisti? Forse degli xenofobi intolleranti, magari anche dei negazionisti e per giunta antisemiti? Niente di tutto questo! Sono, né più né meno, gli spacciatori maghrebini che infestano il quartiere del Pigneto, in quel di Roma. Proprio lo stesso quartiere dove abita, manco a dirlo, l’onorevole Luxuria, proprio lei!, la grande difenditrice storica della tipica immondizia subanimale che ultimamente sbarca sempre più in massa sulle nostre coste per dedicarsi a tante di queste attività portatrici di valori e culture nuove, come amano ripetere fino alla nausea Laura Boldrini e l’ex Ministro Cecile Kyenge. La Luxuria, nella fattispecie, di cacciare gli spacciatori dal quartiere, casualmente proprio lo stesso in cui abita lei, ne ha fatto una battaglia politica. Anzi, più che altro la battaglia gliel’hanno fatta, visto che è stata accerchiata in gruppo, colpita diverse volte e minacciata con vari impronunciabili epiteti, i più leggeri dei quali ho sintetizzato poco sopra. Adesso, passata la paura e con il sollievo di aver salvato, almeno stavolta, la pellaccia, la Luxuria si dice molto preoccupata: «Sanno dove abito, temo che possano farmi del male. Vivere in questo quartiere è diventato impossibile. Chiedo l’intervento immediato della Polizia». Avete capito? La Polizia! Lo Stato! La Legge! Cioè tutto quello contro il quale la Luxuria, e con lei quegli imbecilli del suo partito, sono in guerra da sempre, e specialmente negli ultimi anni. Perché tutti quelli che hanno osato dire un “ma” contro l’immigrazione selvaggia, che hanno ipotizzato problemi non solo economici ma anche di ordine pubblico, sono stati additati come fascisti e/o nazisti (termini che possono essere utilizzati come offesa solo da idioti senza cervello e, soprattutto, senza alcuna cultura storica), xenofobi, razzisti, violenti, fanatici, estremisti, intolleranti, antisemiti e, perché no?, perfino negazionisti e potenziali sterminatori degli ebrei! Se fossimo credenti in qualche dottrina orientale (quella induista specialmente) penseremmo che a dare una bella lezione alla Luxuria sia stato il Karma. Invece la mettiamo in maniera molto più logica. Perché è facile, quando sei un parlamentare con tanto di scorta e stipendio d’oro, e gli unici maghrebini che hai conosciuto sono quelli che ti sei volutamente portata dentro il letto, pontificare sull’immigrazione, sul dovere morale di accogliere chi sta peggio di noi (sic.!), sull’immigrazione come scambio di culture e di valori (ma quali valori e culture potrà mai insegnarci chi proviene da civiltà che non hanno alcun rispetto per la donna, per la libertà religiosa, per gli animali, e che è rimasto secoli indietro rispetto all’orologio della Storia e del Progresso?), sulla lotta all’antirazzismo e sull’apertura nei confronti dell’altro. Bisognerebbe provare a farlo quando sei un comune cittadino che le attività dei maghrebini e degli immigrati irregolari in generale (quelli veri, non quelli che esistono solo nei cervelli di Luxuria, Boldrini, Kyenge e dei coglioni che vanno loro dietro) le vive sulla propria pelle. Un cittadino del quartiere di Porta Nuova a Torino, per esempio; della Chinatown a Milano; del quartiere di Termini-Imerese a Roma. E, più in generale, di tutte quelle zone dove ormai gli immigrati sono la maggioranza e la fanno da padrone a spese degli italiani onesti, che hanno paura ad uscire dopo le otto di casa perché ad ogni angolo di strada c’è uno spacciatore o un ladruncolo che non esita a farti la pelle per strapparti la catenina di dosso. Beh, per una volta la Luxuria ha sperimentato sulla propria pelle che cosa è l’immigrazione, quella vera, non quella proclamata sui palchi di SEL, circondata da tutti i borghesi progressisti della sinistra radical-chic, che parlano di integrazione e di apertura all’altro e poi tornano a dormire nell’attico ai Parioli. Siccome non siamo come loro, che cantano che “Uccidere un Fascista non è reato” e quando uno di noi passa a miglior vita stappano fiumi di spumante, non diremo che “le sta bene”. Anzi, sappiamo molto bene la paura che si prova quando qualcuno ti si avvicina e ti dice che sa dove abiti e che ti farà la pelle: molti di noi se lo sono sentiti dire da militanti di sinistra, per esempio. E per quanto tu possa sapere che, fondamentalmente, rimangono degli emeriti codardi buoni solo ad attaccare con la forza del numero e della violenta prevaricazione, uno sguardo un po’ più attento quando esci fuori dal portone di casa lo getti comunque, ché non si sa mai. Ci limitiamo ad augurarci che questo possa mettere in moto il cervello di chi vede una immigrazione amichevole e positiva solo nella sua testa, e trasecola allibito quando invece contro l’immigrazione, quella vera, (quella dei parcheggiatori abusivi che se non paghi il pizzo per parcheggiare l’automobile te la rigano e te la distruggono, quella dei molestatori sessuali che sono abituati nei loro Paesi a trattare le loro donne peggio delle bestie e quindi qui si comportano di conseguenza, quella degli spacciatori ad ogni angolo di strada che si ha paura ad uscire dopo una certa ora, quella dei ladri che entrano sfrontati negli appartamenti e non esitano a fare la pelle agli anziani per portargli via i risparmi di una vita) ci sbatte violentemente il grugno. Qualche mese fa aveva fatto scalpore, ma solo su certi siti specializzati, ovviamente, la brutta disavventura vissute da due ragazze che, di ritorno da un convegno in cui si chiedeva a gran voce il diritto di voto agli immigrati, vengono circondate da alcuni di questi, palpeggiate, picchiate, denudate con la forza prima di riuscire fortunatamente a scappare, a mettersi in salvo e a gridare aiuto. Ciò che dichiarò una delle due in seguito è un capolavoro di ipocrisia e di malafede da restare negli annali: «Ritornavamo da un convegno sul diritto di voto agli immigrati. Uscite stavamo rientrando a casa quando siamo state circondate da un gruppo di africani che ci hanno insultato, hanno iniziato a toccarci e sono anche riusciti a strapparmi la camicetta. Poi siamo riuscite a scappare e a chiedere aiuto. Ma forse ci siamo sbagliate: non so più se sia giusto concedere il diritto di voto agli immigrati, a gente così diversa da noi, così disadattata.» Se solo qualcuno avesse pronunciato le sue stesse frasi due ore prima non abbiamo dubbi che, da buona militante di sinistra che va addirittura ai convegni per promuovere il diritto di voto degli immigrati, lo avrebbe come minimo denunciato alla Digos per istigazione all’odio razziale. Ha dovuto rischiare lo stupro di gruppo per arrivare non dico a capire, ma almeno a pensare ciò che qualunque persona dotata di un minimo di buon senso capisce con dei ragionamenti elementari. Qui, bene o male, l’avvenimento è simile. Basterebbe un minimo di empatia umana (cosa della quale i sinistri in generale, e i comunisti in particolare, sono privi, intrappolati nel loro rancore e nella loro rabbia disumana e disturbata), unita ad una basilare capacità di ragionamento, per mettersi nei panni della vecchietta che ha paura di portare l’immondezza fuori di casa dopo le otto di sera, o delle due ragazze che rincasano tardi, o di chi, più generalmente, l’immigrazione la vive sulla propria pelle, a contatto quotidiano con l’arroganza e la violenza di chi, educato all’arroganza e alla violenza da sempre, non ha più nulla da perdere e può fare il bello e il cattivo tempo, aiutato da tutta una classe politica che discrimina la propria gente per favorire l’invasione, da una stampa asservita e schierata, e da una magistratura che trova sempre il tempo per inquisire il ragazzo trentenne per un saluto romano, perché un po’ di notorietà del regime antifascista non si rifiuta mai, ma ci si dimentica del campo rom dove si ricetta di tutto. Ciò dimostra, inequivocabilmente, l’ipocrisia, la malafede morale, il doppiogiochismo e la falsità della stragrande maggioranza di coloro che, un giorno sì e l’altro pure, si riempiono la bocca di belle parole come tolleranza, libertà, diritti umani e simili, ma solo fino a quando il culo, metaforicamente e non solo, non lo rischiano in prima persona. Oggi che cosa significhi “aprirsi all’altro” la Luxuria lo ha provato di persona, e per fortuna solo metaforicamente. Per una volta sperimentatela anche voi politicanti da strapazzo, l’apertura verso l’altro, visto che l’avete voluta così tanto.
|