Mese: Ottobre 2022

GUIDA DI SOPRAVVIVENZA

Istruzioni dettagliate per non essere presi per antisemiti.

di Giorgio Lunardi

Abbiamo constatato che il mondo è pieno di pericolosi antisemiti, nemici di Sion, odiatori seriali del popolo eletto. Ci siamo quindi adoperati per elaborare una Guida di Sopravvivenza in cui inserire consigli utili per non essere scambiati per odiosi razzisti, nazisti, fascisti e antisemiti.

La guida, una specie di vademecum, contiene un insieme di comportamenti indiziari di antisemitismo, i quali potrebbero costituire una prova certa in caso di processo davanti al Tribunale Internazionale per il Giudizio Universale dei Nemici di Sion (mi pare si chiami così), di prossima costituzione. E ricordiamo che davanti a questo Tribunale, anche un piccolo indizio sarà considerato una prova certa. Quindi, la guida va rispettata e seguita in tutte le sue parti.

Buona lettura a tutti.

Sovranisti e globalisti antisemiti

Jacques Attali, noto filosofo francese, sostiene che il sovranismo è una nuova forma di antisemitismo. Quindi, per non essere considerati antisemiti è meglio non essere sovranisti, altrimenti si rischia di essere processati per istigazione all’odio razziale; e questo è uno dei pochi casi in cui si sa quando inizia il processo (subito) e come si conclude (con una condanna).

Negli Stati Uniti la comunità ebraica ha più volte affermato che i blogger, quando attaccano i globalisti e il globalismo, intendono attaccare gli ebrei. Ne deduco che per evitare problemi è meglio rinunciare al sovranismo ed essere favorevoli al globalismo sfrenato, senza se e senza ma.

Protocolli dei Savi di Sion

Non tanto tempo fa un nostro Senatore, Elio Lannutti, è stato denunciato per aver condiviso un post in cui si parlava dei “Protocolli dei savi di Sion”, che gli ebrei considerano un falso infamante. Ora, quel libro è in libera vendita da oltre un secolo, ma condividerne i contenuti pare sia un nuovo reato (reato di condivisione Protocolli non approvati).

Vi aggiorno quindi, per non essere considerati antisemiti dovete essere nemici del sovranismo, favorevoli alla globalizzazione e guai a condividere articoli in cui si citino i Protocolli dei Savi di Sion.

Mai criticare i banchieri e la finanza

Il nostro grande Saviano ha espresso qualche perplessità su “quelli che criticano i banchieri”, soprattutto quando dicono che in Europa comandano loro. E’ meglio quindi non criticare i banchieri e l’elite finanziaria in generale. Infatti, questi sono settori pieni zeppi di ebrei e le critiche potrebbero essere considerate atti di antisemitismo.

Questo è un consiglio che è bene tenere sempre a mente: non criticate né i banchieri né le elite finanziarie globaliste. Semmai prendetevala con gli uscieri di Montecitorio e Palazzo Madama, che pare abbiano stipendi alti e lavorino poco.

Ecco, c’è da dire che la comunità internazionale ebraica ha inserito anche le critiche a Israele e al sionismo tra gli indizi di antisemitismo. E’ meglio quindi astenersi da ogni critica al nazionalismo estremista ebraico.

No a barzellette con ebrei e musica sovranista

A proposito, vi ricordate che un tempo si raccontavano barzellette in cui c’era un inglese, un francese, un tedesco, e talvolta anche un ebreo? Mi raccomando, dimenticate l’ebreo, è indizio di antisemitismo raccontare barzellette sugli ebrei.

Adesso mi vengono in mente altre cose da inserire in questa guida di sopravvivenza. Ad esempio, i gruppi musicali sovranisti vengono di regola bannati da Youtube, ne deduco che è meglio non ascoltare musica di gruppi sovranisti. Jovanotti andrà benissimo, un tempo era contro i globalisti, ma adesso si è convertito sulla via di Damasco ed è un globalista, ultra-liberista, sedicente di sinistra.

Mai nominare Rothschild e Soros

Per concludere, Alain Soral, un intellettuale francese di destra, è stato condannato a due anni di prigione per antisemitismo. Sapete cos’ha fatto? Ha condiviso un video rap in cui si elogiavano i gilets-jaunes e si parlava dello strapotere dei Rothschild in Francia, dove fanno il bello e il cattivo tempo e controllano tutta la finanza. Nel video non c’è una parola di odio o di incitamento all’odio contro gli ebrei.

Quindi, è meglio evitare di parlare dei Rothschild, l’associazione con l’antisemitismo sembra essere automatica.

Proprio ora mi viene in mente un altro buon consiglio per la guida di sopravvivenza: sarebbe meglio non parlare mai male di Soros, quello che finanzia le ONG che aiutano i migranti a imbarcarsi per l’Italia, le quali hanno ricevuto dall’Europa, pochi giorni fa, 1,8 miliardi di euro di contributi a fondo perduto per portare avanti le “attività umanitarie nel Mediterraneo”.

La comunità ebraica e lo stesso Saviano, sembra da un appartamento di Manhattan, hanno espresso seri dubbi su coloro che citano Soros e la Open Society come finanziatori della migrazione selvaggia. Meglio evitare.

Altri consigli utili

Non ve l’ho detto, ma state attenti a quello che dite in casa, a quello che leggete in bagno, a ciò che scrivete nel vostro diario e a quello che pensate. Non spetta a me ricordarvi di chi sono Google, Facebook, Twitter, Whatsapp, Yotube, ecc. Insomma, siete rintracciabili tramite GPS e il Mossad potrebbe introdurre nel vostro smartphone una app per venire a conoscenza di ciò che vi frulla in testa. I nemici degli ebrei devono essere sorvegliati, ovunque siano. E lo scopo di questa guida è evitare che voi siate confusi con gli antisemiti e qualcuno possa pensare, ingiustamente, che rappresentate un pericolo per il popolo eletto. I nemici di Israele sono i nostri nemici.

Lunga vita a Israele.

ATTENZIONE: non lo abbiamo ancora scritto perché ci sembrava superfluo, ma è bene essere chiari. Mai, dico mai, esprimere pareri anche solo fumosamente positivi su Hitler e Mussolini. Sono dei diavoli che hanno fatto soltanto del male, anzi, tutto il male dell’Universo si è concentrato su questi due individui. Quando si parla di Auschwitz o state zitti o ripetete fino alla noia il numero sei milioni. Questo è un numero che va sempre bene. E quando lo dite, scuotete la testa, da sinistra verso destra, in segno di dolore, costernazione, rassegnazione, impotenza. E mentre scuotete la testa, ogni tanto dite queste sante parole: “Dov’era Dio?”.

Sintesi della guida

In sintesi, per non essere classificati antisemiti (e schedati per questo) è importante:

  • essere contrari a tutti i sovranismi, tranne quello fanatico di Israele,
  • essere favorevoli alla globalizzazione,
  • non citare mai i Protocolli dei Savi di Sion,
  • astenersi dall’ascolto di musica non approvata,
  • non parlare mai dei Rothschild (in nessun caso),
  • mai raccontare barzellette in cui ci siano ebrei,
  • astenersi dalle critiche a Soros, bensì elogiarlo  sempre per la sua grande umanità (aiuta gli africani a venire qui),
  • mai criticare Israele, nemmeno quando i gloriosi soldati dell’esercito di Tsahal ammazzano i palestinese a sangue freddo, coi fucili di precisione, bruciano le loro case e mettono in galera i bambini,
  • non provateci nemmeno a lodare Hitler o Mussolini, se pensate che nella loro vita abbiano fatto qualcosa di buono, state sbagliando, avete preso un granchio, tutto il male dell’Universo si concentra su questi due personaggi della storia,
  • non parlate mai male degli ebrei,
  • l’ideale è che non pensiate nemmeno male di loro,
  • fate attenzione a quello che scrivete su google e whatsapp,
  • non fare ricerche sugli ebrei che non contengano le parole “poveri ebrei, vittime dei crimini dell’umanità, odiati ingiustamente” e cose simili;
  • commuovetevi sempre quando si parla di Auschwitz, ma fatelo con sincerità (qualcuno potrebbe rilevare indifferenza dall’analisi della vostra espressione facciale).

Conclusioni

Seguite questa guida e vedrete che non rischierete un processo per antisemitismo e istigazione all’odio razziale. E ricordatevi, il Tribunale Internazionale per il Giudizio Universale dei Nemici di Sion è implacabile, non ammette giustificazioni né ricorsi.

Le sentenze sono sempre in via definitiva e vanno dall’esposizione al pubblico ludibrio con pubblicazione del vostro nome e cognome tra gli odiatori seriali del popolo eletto (qui la privacy non vale), fino alla morte sociale su Facebook, Twitter e Instagram. Nei casi più gravi interviene anche la Magistratura Aggiunta Nazionale che vi condannerà anche a pene detentive più o meno consistenti. Nei casi estremi interviene anche il Mossad, e qui non si sa come va a finire.

da www.altreinfo.org

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GLI AMICI DEGLI AMICI

La commemorazione del rastrellamento nel ghetto di Roma del 16 ottobre 1943: dalla pagina buia alla ferita lacerante, ovvero come ti liscio l’ebreo.

Giorgia Meloni, presidente del consiglio “in pectore”:

Pagina buia. Orrore nazifascista sia monito contro l’odio”. La leader di FdI ha telefonato in mattinata alla presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Duregehello. Nel corso della chiamata Giorgia Meloni ha espresso vicinanza e sostegno alla comunità ebraica: “Oggi, come sempre, la mia sincera vicinanza”.

Ignazio La Russa, presidente del senato:

“Il rastrellamento del ghetto di Roma rappresenta una delle pagine più buie della nostra storia”. Lunga e cordiale telefonata tra il presidente del senato, Ignazio La Russa e il presidente della comunità ebraica di Milano, Walter Meghnagi in occasione dell’anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma. Nel corso della telefonata il presidente del senato ha rinnovato la sua sincera vicinanza alla comunità ebraica.

Lorenzo Fontana, presidente della camera dei deputati, ex “inpiegato”:

 “Quel che accadde all’alba del 16 ottobre del 1943 rappresenta una delle pagine più buie, tristi e raccapriccianti della storia del nostro Paese”.

Matteo Salvini, segretario federale della Lega:

“Il rastrellamento del ghetto di Roma sarà sempre una pagina buia e incancellabile della nostra storia”.

Giuseppe Conte, presidente del M5S:

“Una ferita lacerante per la città e per l’intero Paese, una pagina nera della nostra storia che mai potrà essere cancellata”.

Silvio Berlusconi, ex “presidente”, ex “cavaliere”:

“Questa resta una ferita indelebile non solo per l’intera comunità ebraica ma anche per noi che ancora oggi, a distanza di 79 anni, ricordiamo ancora con dolore quella terribile tragedia”.

Carlo Calenda, segretario nazionale di Azione:

“Il rastrellamento del ghetto di Roma e la deportazione di 1259 persone è una ferita che non si potrà mai rimarginare”.

Roberto Gualtieri, sindaco di Roma:

“Il rastrellamento del 16 ottobre del 1943 è uno degli eventi più tragici della storia d’Italia“.

Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio:

“Dei 1024 deportati al campo di sterminio di Auschwitz Birkenau, solo in 16 fecero ritorno a casa. Una pagina buia della nostra storia che non possiamo dimenticare” (notare la discordanza sul numero dei deportati con quello indicato sopra da Calenda).

Enrico Letta, segretario nazionale del PD (ancora per poco):

“Sopravvissero in 16. Il 16 ottobre 1943 il rastrellamento a Roma al ghetto e la deportazione ad Auschwitz“ (notare i numeri: partirono il 16, tornarono in 16; quando si dice la kabbalah).

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Dato il livello culturale medio, è assai probabile che la brava gente sopra elencata non lo sappia, ma se anche lo sapesse non cambierebbe nulla, perché fa loro comodo ignorarlo: il motivo della deportazione degli ebrei in campo di concentramento nei territori controllati dalla Wehrmacht si identifica nel fatto che sin dal 24 marzo 1933 l’ebraismo internazionale aveva dichiarato guerra alla Germania (V. sotto).

Allo stesso modo dei tedeschi, durante la seconda guerra mondiale, si comportarono gli statunitensi, i quali deportarono in campi di concentramento 600.000 italiani, 500.000 tedeschi e 110.000 giapponesi (cifre approssimative, giacché i numeri esatti non sono mai stati pubblicati) residenti negli USA, molti dei quali cittadini statunitensi, cui furono sottratti casa, lavoro e beni materiali, oltre alla libertà personale. Spesso, soprattutto all’inizio del conflitto, i destinati all’internamento, già da tempo schedati, venivano arrestati a casa nel mezzo della notte, gli veniva detto di fare la valigia ed erano poi trascinati al più vicino luogo di custodia, solitamente la prigione del posto. A volte, le famiglie non ne sapevano più niente per lunghi periodi. Inoltre, il governo degli Stati Uniti fece arrivare per l’internamento sul suo territorio più di 2.000 giapponesi, alcune centinaia di tedeschi e qualche dozzina di italiani da vari paesi dell’America Latina, principalmente dal Perù. Erano tutti individui originariamente internati dai governi sudamericani su pressione degli USA. Si calcola, ma anche qui le cifre sono del tutto presuntive, che furono circa 10.000 gli internati che morirono nei campi di concentramento negli USA. Ciononostante il comportamento degli Stati Uniti fu probabilmente migliore di quelli attuati dalle “democrazie sorelle”: Gran Bretagna (160.000 italiani, 400.000 tedeschi), Canada e Australia e un po’ dovunque nei territori controllati dagli Alleati.

Ma tutto questo non lo raccontano.

Infine, quando sostengono che sono partiti in oltre mille e sono ritornati in 16, vogliono subdolamente fare intendere al pubblico, già psicologicamente preparato a ciò, che i mancanti sono tragicamente periti nei campi di concentramento. In realtà, anche a voler prendere per buone tali cifre, ciò non è necessariamente vero: è noto infatti che moltissimi liberati dai campi di concentramento preferirono non far ritorno ai luoghi di provenienza, ma trasferirsi chi in America, chi in Palestina o in qualsiasi altro luogo di loro preferenza, cambiando nel contempo nome e generalità e determinando così la scomparsa, ma solo anagrafica, di quelli che erano partiti.

Giuliano Scarpellini

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FIGURE DI MERDA

Da quando esiste, il parlamento di questa repubblica ha scritto ben poche pagine edificanti, talmente poche che non ne ricordo neppure una. In compenso ne ha scritte moltissime vergognose, ma con ciò che è accaduto in occasione dell’elezione del nuovo presidente del senato ha – per ora – toccato il fondo.

E’ successo che, in veste di “presidente provvisorio” dell’assemblea, sul seggiolone dell’aula si è arrampicata lei: la senatrice a vita Liliana Segre, di professione sopravvissuta.

Non importa il fatto che  come membro del senato nessuno l’abbia mai eletta: essa è e rimane una sopravvissuta e, come tale, oggetto di profonda venerazione da parte di tutte le istituzioni.

Naturalmente la vegliarda non ha perso l’occasione di tirare in ballo, nel suo pistolotto, argomenti del tutto consoni alla circostanza, quali la Marcia su Roma, le “leggi razziste” e la sua tribolata esperienza giovanile in campo di concentramento, alla quale peraltro dovrebbe essere molto grata, dal momento che, oltre a non avere minimamente inciso sulla lunghezza della sua esistenza (come stranamente accaduto per tantissimi altri sopravvissuti), proprio su di essa ha costruito la sua luminosa e fortunata carriera. A suo merito, detto per inciso, va sottolineato il fatto che, pur parlando di Auschwitz, non ha mai menzionato camere a gas e forni crematori; d’altra parte non era neppure necessario, visto che la loro esistenza è “notoria” e sancita per legge.

Come da copione il suo discorso ha scatenato l’entusiasmo unanime e irrefrenabile dell’assemblea (non essendo stato là presente, non posso escludere né confermare che all’interno dell’aula sia apparsa la scritta lampeggiante: “applausi”) e ha avuto ampia eco su giornali e televisioni, tanto da far passare in seconda linea quello pronunciato dal neoeletto presidente del senato, il quale si è rispettosamente presentato a lei con un mazzo di rose bianche e si è calorosamente profuso in baci e abbracci, rivelando ancora una volta – ma non ce n’era alcun bisogno – chi è che realmente comanda.

Tale figura di merda dell’alta camera dell’organo legislativo ha persino in parte oscurato quella sensazionale fatta nella stessa occasione da Silvio Berlusconi. Il cavaliere, frustrato nel fermo proposito di imporre la sua badante come seconda carica dello Stato, ha tentato di sgambettare la “presidente in pectore”, facendo sì che la sua banda non partecipasse alla elezione, in modo – lui sperava – da far mancare il numero di voti necessario al candidato di quella. Ha così clamorosamente tradito, alla prima prova, il patto di alleanza stipulato prima delle elezioni politiche, ma non ha tenuto conto del camaleontismo dell’assemblea, che ha reso inutile, oltreché ridicola, tale manovra, facendo vestire a Silvio i panni del piffero di montagna.

Il che non deve far gioire Giorgia più di tanto: lei si è impegnata a fondo nella campagna elettorale; oltre a promettere mari e monti agli elettori, come del resto hanno fatto tutti, ha sputato sul Fascismo, ha proclamato la sua incondizionata fedeltà all’Europa degli usurai e al braccio armato del Sistema (leggi NATO), ha ribadito la sua fraterna amicizia con Israele, ha cinguettato dolcemente col comico “boss” dell’Ucraina e, per non farsi mancare niente, ha inviato i suoi fervidi auguri di buon compleanno a Liliana Segre; ne ha così raccolto i frutti, tanto che nonno Sergio, pur digrignando i denti dietro un falso sorrisetto, dovrà giocoforza conferirle l’incarico di formare il governo.

Ma il risultato elettorale che ha conseguito non è affatto sufficiente a farle dormire sonni tranquilli; i chiari avvertimenti che ha già ricevuto da Ursula e le altre (i ministri donne del giudaico governo francese) sono da prendere molto sul serio: se solo tentasse di avviarsi in una direzione non gradita al Sistema, loro hanno i mezzi per farla deragliare e tali mezzi, oltre, alla borsa, allo “spread”, ecc., comprendono anche la mina vagante che si chiama Silvio.

Continua così, sulla pelle degli italiani, il teatrino di quella che, con spiccato senso dell’umorismo, chiamano “democrazia”.

Giuliano Scarpellini 

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