Mese: Novembre 2014

Il Soldato Politico

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Il Soldato Politico

Nella storia delle Nazioni e dei Continenti ci sono state sempre situazioni contingenti che hanno contribuito a creare quelle che vengono chiamate “Rivoluzioni” , spesso tali eventi sono legati a Uomini illuminati che nascono ogni 100 anni se va bene , Uomini di altezza morale, etica , spirituale , cosi è stato per la storia antica classica e dell’Impero Romano , le Signorie Medioevali e gli Stati Feudali , il Rinascimento e l’età moderna e qui arriviamo al Fascismo e al Nazionalsocialismo , oltre in egual misura alle rivoluzioni socialiste russa per prima , cinese e cosi via , fino all’ultima Rivoluzione del XX secolo a opera dell’Imam Khomeini in Iran nel 1979.
Cosa significa questo discorso? Significa che l’esistenza di un partito politico è strutturale e organico verso la conquista del potere , quella è la sua finalità e meta , un movimento associativo , di ripiego o storico può essere solo un utile hobby domenicale senza alcuna implicazione politica , invece per il Partito come lo intendiamo noi e nella fattispecie il MFL-PSN il modello del Soldato Politico deve essere il tipo di militanza da richiedere a ogni iscritto al Partito, che unisca la sua energia insieme a quelle dei camerati di tutta Italia per la realizzazione dello Stato Nazionale del Lavoro.l’Obbiettivo cari camerati è ambizioso ma non impossibile in quel marasma sociale che si chiama Storia , spesso essa si ripete sotto altre forme tocca a noi capire e colpire al punto giusto per indirizzare la nostra azione dinamica , esaltante , mistica a servizio della Patria e dell’Ideale Fascista che oggi come oggi è più vivo che mai , il popolo
èstufo e stanco lo dimostrano i movimenti di protesta , le leghe di varia ispirazione sia nordista che borbonica , i partiti slegati da ogni ideologia che chiedono solo pane , lavoro e dignità slogan di cui si è appropriata indegnamente la sinistra antagonista e cosidetta sociale (il PD è sociale?) SEL è sociale? a me pare un circolo gay. La difficoltà per noi oggi quindi è facile da intuire , il come arrivare al potere, la storia insegna che le azioni anche di pochi uomini sono un esempio per molti , molte persone sono amorfe , delle amebe che hanno bisogno prima di un capo che li guidi e secondo di ESEMPI,Noi dobbiamo essere quell’esempio, abbiamo la forza per esserlo , la storia e la tradizione , e sopratutto gli argomenti che altri non hanno , l’organicità del Fascismo è duttile per qualsiasi teoria politica . anche quelle da “battaglia” che usano ora i movimenti di destra sull’immigrazione ,l’immigrazione è un fatto reale che non si può
fermare , ma solo controllare e gestire , è un fatto squisitamente di ordine pubblico ,non è un problema razziale, ne religioso , ma solo di rispetto delle regole e la loro ferrea applicazione, anzi lavorando bene possiamo attrarre verso le nostre posizioni anche coloro che italiani non sono ma aderiscono idealmente ai principi dell’ideale fascista , del resto l’ideologia che ha permeato tutta l’Europa prima del Bolscevismo dopo il 1945 è stato il Fascismo, esso ha lasciato ricordi profondi positivi nei vari paesi prima di tutto dell’Asse che erano alleati all’Italia ma anche nei paesi occupati.Vediamo un crescendo di movimenti fascisti ungheresi , rumeni, bulgari , greci , albanesi, e cosi via.Abbiamo un enorme potenziale ideologico attuale perchè il Fascismo è dinamismo e azione due concetti che se applicati in modo deciso e mirato possono portare e porteranno nuove posizioni , nuova linfa , nuova forza al MFL-PSN!

Murgia Matteo

soldati italiani

 

 

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La Storia è un’altra “storia”.

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Da 70 anni a questa parte, tre generazioni di studenti hanno appreso dai testi scolastici che la Seconda Guerra Mondiale è stata scatenata da Hitler, un pazzo sanguinario, capo di un manipolo di esaltati e violenti, il quale, salito non si sa come al potere in Germania nel 1933, era riuscito ad ipnotizzare i tedeschi ed a trascinarli, loro malgrado, nel suo folle progetto di conquistare il mondo. Proprio a questo scopo, l’1 settembre 1939 aveva iniziato con l’invadere la Polonia, dato che era la nazione che gli stava più vicino. Tale vile aggressione aveva sconvolto le democratiche coscienze delle democraticissime Inghilterra e Francia, che, due giorni dopo, assieme ai loro vassalli, erano state quindi costrette a dichiarare guerra alla Germania (difficile, qui, sostenere il contrario), nel nobile e disinteressato intento di salvare la Polonia e, naturalmente, l’intera umanità. Alla crociata antinazzzista si erano poi unite, sempre disinteressatamente, le altre democrazie (più o meno popolari), quali l’Unione Sovietica (peraltro anch’essa proditoriamente attaccata dalla Germania), gli Stati Uniti d’America (anch’essi proditoriamente ed inaspettatamente attaccati dal Giappone, altra potenza dell’Asse col solito pallino di conquistare il mondo) e i loro vassalli. Nel frattempo, i tedeschi (=nazzzisti) , giusto per non farsi mancare niente, avevano preso a gasare e/o arrostire a milionate gli ebrei che gli capitavano a tiro, senza trascurare di compiere, ovunque passavano, massacri all’ingrosso tra la popolazione civile. Per essere più precisi, autori di tali nefandezze erano le SS, ovvero l’esercito della morte, che infatti vestiva, almeno nelle parate, l’uniforme nera. Fortunatamente, però, nonostante qualche incidente di percorso, la coalizione democratica aveva alla fine prevalso e salvato il mondo. Questa favola la raccontano dalla fine della guerra (anzi, da ancor prima) e lo fanno quotidianamente con tutti i mezzi possibili: libri, giornali, riviste, cinema, televisione e adesso anche “facebook” e “twitter”; persino nelle commedie il “cattivo” è sempre tedesco (anche quando non veste l’uniforme delle SS, lo si capisce facilmente dal forte accento germanico e dalla “r” lievemente arrotata) ed è anche coglione, perché viene facilmente neutralizzato e ridicolizzato dal “buono”, che è sempre un abile agente americano o inglese (a scelta), il quale riesce così a salvare il mondo (questo è molto importante). Tuttavia, nonostante questi incessanti sforzi messi in atto dal mostro con un unico corpo e tre teste (una ebrea, una capitalista e una comunista), la verità storica, negata, stuprata, straziata e affondata, continua ostinatamente a riemergere e lo fa ogni volta di più. Negli ultimi anni, grazie al lavoro di onesti e coraggiosi ricercatori di tutto il mondo, sono riaffiorati documenti originali, foto, filmati e testimonianze originali, che costituiscono prove inoppugnabili del fatto che:
• Adolf Hitler fu un eccezionale uomo politico e statista, che, svincolandolo da capitalismo e comunismo e rendendogli la giustizia sociale, riuscì in brevissimo tempo a trasformare il suo popolo, fino ad allora lacerato da profonde divisioni e facile preda dei maneggi stranieri, in un blocco monolitico e in una potenza mondiale di primordine;
• proprio per tale motivo, e per arginare la crescente diffusione del nazionalsocialismo che le avrebbe travolte, le “potenze democratiche”, ovvero Stati Uniti ed Inghilterra in primis, i cui governi erano manovrati dalla finanza internazionale che aveva subito fiutato il pericolo mortale che si stava delineando per essa, scatenarono cinicamente una guerra mondiale allo scopo di distruggere la Germania e con essa i nuovi valori che si stavano affermando;
• lo fecero servendosi dei polacchi come utili idioti, ovvero incitandoli a massacrare la popolazione di etnia tedesca intrappolata dentro i loro confini dal Trattato di Versailles, con la promessa mai mantenuta di un appoggio militare in caso di aggressione (infatti non mossero un dito per aiutare l’esercito polacco schiacciato dalla Wehrmacht in 35 giorni e non batterono ciglio quando gli sciacalli sovietici attaccarono a loro volta la Polonia il 17 settembre 1939); in tal modo fecero sì che Hitler non avesse altra scelta se non quella dell’uso delle armi;
• le rappresaglie tedesche sul finire della guerra, spesso volutamente provocate dai terroristi (V. partigiani) che agivano nei vari paesi occupati, erano conformi alla Convenzione dell’Aia del 1907 sul diritto bellico; non furono affatto ad esse inferiori quelle operate dagli “alleati”, che però, anziché il rapporto di 1 a 10, utilizzarono quello di 1 a 25 (inglesi), 1 a 50 (francesi) e 1 a 200 (americani);
• chi si macchiò di veri crimini, furono proprio gli “alleati” con i bombardamenti mirati sulla popolazione civile in Germania, in Giappone e in Italia, che provocarono inutilmente centinaia di migliaia di vittime (il numero esatto è rimasto incalcolabile): i più eclatanti quelli di Amburgo e Dresda (effettuati con bombe al magnesio e al fosforo (vietate) e Hiroshima e Nagasaki (effettuati con bombe atomiche, non vietate perché non previste dal diritto bellico); per non parlare delle violenze sui civili nei territori da essi occupati;
• ad Auschwitz vi erano un ospedale, un teatro e una piscina (che però non vengono mostrati ai turisti che visitano la “perla dell’olocausto”) ad uso degli internati; al pari degli altri analoghi campi di lavoro forzato, istituiti per sostenere lo sforzo bellico della Germania, non vi erano invece le camere a gas: l’unica che viene mostrata ai turisti è stata rozzamente e malamente (ri)costruita dai sovietici nel 1945, ricavandola da un rifugio antiaereo col beneplacito di americani e inglesi;
• i veri campi di sterminio, furono quelli allestiti dagli “alleati”: inglesi in India, francesi in Nord Africa, russi in Siberia e soprattutto americani (nel Rheinwisenlager , organizzato dopo la fine della guerra in Germania dal criminale generale americano Dwight D. Eisenhower, poi presidente USA, furono fatti morire un milione di prigionieri tedeschi per malattia, fame e assassinio; condizioni simili per i “nippo-americani” internati nei campi di concentramento degli USA durante la guerra);
• i grotteschi “processi” di Norimberga prima e di Tokio poi, nei quali essi ricoprivano il ruolo di accusatori e di giudici, furono organizzati dai vincitori per scaricare i crimini da loro commessi sui vinti;
• le Waffen SS furono l’unico vero esercito europeo e non solo, nelle cui file si arruolarono un milione di uomini di 32 nazioni che su tutti i fronti di guerra combatterono valorosamente fino all’ultimo per realizzare il sogno di un mondo libero dal capitalismo e dal comunismo.
L’esito della Seconda Guerra Mondiale non ha salvato il mondo; lo ha fatto semplicemente ripiombare, per quanto riguarda l’Europa occidentale, nella situazione d’anteguerra, nella quale, per soddisfare la voracità di pochi, regna il democratico caos, la democratica corruzione, la democratica inefficienza, la democratica ingiustizia sociale; il popolo, però, può essere contento e soddisfatto, perché può usufruire a iosa delle democratiche elezioni, con le quali può scegliere (ma solo sulla carta) il farabutto che sarà legalmente autorizzato a vuotargli le tasche per riempire le proprie; in aggiunta a quelli che gliele vuotano senza essere legalmente autorizzati e che rimangono ugualmente impuniti. L’Europa orientale, invece, ha potuto godere gratis, per oltre 40 anni, delle delizie del “paradiso dei lavoratori”. Nel concludere queste brevi considerazioni generali, mi viene in mente una frase che Adolf Hitler pronunciò durante il suo discorso allo Sportpalast di Berlino il 3 ottobre 1941: “……una lotta tra la verità è la menzogna è cominciata e come sempre questa lotta finirà con la vittoria della verità”. Fino a qualche anno fa queste parole potevano indurre soltanto ad un sorriso amaro; oggi, invece, comincia a profilarsi la concreta speranza che la profezia del Führer finalmente si avveri. Giuliano Scarpellini

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RIASSUNTO STORICO (tanto per non dimenticare, e smentire dei fatti!)

fieAl fine di dirimere ogni confusione, luoghi comuni e inesattezze e quindi attestare alcune realtà storiche, cercherò di ricostruire storicamente i passaggi che hanno portato il fascismo dalla nascita al ventennio conservatore, fino alla Repubblica Sociale (ista) Italiana.
E’ un percorso ondivago, contraddittorio, laddove le necessità pratiche e gli interessi nazionali, prevalgono su quelle ideologiche.
Riassumo e semplifico al massimo.
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IL SOCIALISMO NELLA NAZIONE CON L’APPORTO DELLE ENERGIE COMBATTENTISTICHE
Tutto inizia nel 1914 quando il Mussolini socialista e per giunta massimalista fa la scelta Interventista nella guerra, conscio che il socialismo marxista è naufragato nel crollo della seconda internazionale, dove in ogni paese ha prevalso l’aspetto nazionalista su quello internazionalista.
Da uomo d’azione, quale è sempre stato, Mussolini intuisce che, stante la natura umana, il socialismo marxista e internazionalista è una utopia, ma è invece realizzabile nella nazione e che la guerra può costituire una rigenerazione epocale, liberando spiriti ed energie in grado di compiere la rivoluzione.
Gli anni di guerra aiutano a formare quella che poi sarà l’ideologia del fascismo. In pratica si cementa lo spirito nazionalista, esaltato dalla Vittoria, e sul piano sociale si opta per la “collaborazione di classe” nella ricerca di un compromesso di giustizia, al posto della “lotta di classe”. IL Popolo d’Italia da quotidiano socialista, diventa quotidiano dei combattenti e dei produttori. Emerge inoltre anche una nuova figura: quella della “Aristocrazia delle trincee”.
La fine della guerra, con i disastri economici e la miseria che investe tutto il paese, mentre l’Industria è alle prese con la difficile fase della riconversione che provoca disoccupazione, scatena il velleitario tentativo socialista di ripetere in Italia, in condizione totalmente diverse, la rivoluzione bolscevica di Lenin.
Il tentativo rivoluzionario socialista, sull’onda della rivoluzione dì ottobre in Russia, assume aspetti particolarmente violenti, e oltretutto legandosi alla critica della guerra, pur vittoriosa, si indirizza sul piano sovversivo e antinazionale
Questo determina la reazione degli ambienti militari, accusati di aver “fatto la guerra”, delle classi padronali impaurite e dei cittadini in genere sconvolti dai disordini, le violenze e gli scioperi incontrollati.
Di nuovo entra in campo Mussolini il quale è convinto , conoscendoli, che i quadri dirigenziali del socialismo non sono adeguati a fare i leninisti, e quindi naufragheranno determinando una controreazione nel paese.
I FASCI DI COMBATTIMENTO
Investito in prima persona, in quanto è ritenuto responsabile della guerra e dei suoi orrori, Mussolini reagisce creando i Fasci di Combattimento del 1919, il cui programma sociale è di fatto un socialismo da realizzarsi nella nazione. il programma di sostanzia anche di vari punti programmatici di marca populista, assumendo anche aspetti anticlericali e repubblicani.
Si constaterà che al momento della sua costituzione, sono presenti nei Fasci molti massoni. Questo dipende dal fatto che, all’epoca , in Italia la politica ruotava attorno alle componenti più agitatorie che erano quelle di stampo risorgimentale e massonico, presenti nella sinistra ma che avevano anche partecipato all’Interventismo, in opposto a quelle più conservatrici legate a vecchie aristocrazie e soprattutto al clero. Era un fenomeno anche culturale, per il quale, era ovvio che molti agitatori e rivoluzionari, già interventisti, avessero la tessera massonica in tasca, e si ritrovassero alla nascita del fascismo attorno a Mussolini.
In pratica il fascismo nasce mettendo insieme alcune componenti: ex socialisti seguaci di Mussolini, sindacalisti rivoluzionari, alcuni anarchici e alcune componenti combattentistiche, soprattutto gli Arditi.
Lo scontro con il tentativo “leninista” dei socialisti, si fa particolarmente violento e sanguinoso, si riversa nelle strade, mentre politicamente il nascente fascismo va incontro ad una sonora sconfitta elettorale nel novembre del 1919, che avrà forti conseguenze sulla sua formazione ancora in atto.
LA SVOLTA A DESTRA
Mussolini infatti, da pragmatico quale era, intuisce che il fascismo sta crescendo soprattutto in seguito agli scontri con i “rossi”, alle lotte di strada. Questo gli porta il sostegno dell’idealismo dei giovani, e delle classi borghesi spaventate dalle violenze dei “sovversivi”. Oltre che il sostegno del capitalismo, e degli agrari spaventati da una rivoluzione bolscevica, e quello delle componenti combattentistiche e militari della nazione, coinvolte anche loro, dalla contestazione socialcomunista.
Già a maggio del 1920, si inizia ad avere un sensibile attenuarsi degli aspetti “socialisteggianti” del primo fascismo, e un ridimensionamento della “pregiudiziale repubblicana” e dell’anticlericalismo. Questo comporterà l’uscita dai Fasci, di buona parte dei futuristi, degli anarchici e dei massoni del Grande Oriente. Le componenti più “di sinistra” si indirizzeranno verso il fenomeno fiumano di Dannunzio
Gli storici sono concordi nel definire la crescista del fascismo, che assumerà poi con la marcia su Roma, aspetti insurrezionali come la “rivoluzione dei ceti medi”, indicandone il carattere nazionalborghese.
Inevitabilmente il fascismo assume l’aspetto reazionario, rispetto agli scioperi e alle agitazioni socialiste e nasce anche il non di certo edificante fenomeno dello squadrismo agrario.
Mussolini cerca di attenuare, nei limiti del possibile, la svolta a destra, dando anche le dimissioni, ma questo non è più possibile e il congresso di Roma del 1921, sancirà definitivamente i connotati di destra del fascismo
I TENTATIVI DI MUSSOLINI DI “APRIRE A SINISTRA”
Il fascismo che va al potere con la marcia su Roma è caratterizzato da forti componenti reazionarie e conservatrici, dal fenomeno dello squadrismo agrario e da quello dei Ras. E’ il prezzo che si paga per la conquista del potere che avviene non con una fase rivoluzionaria, ma tutto al più insurrezionale. Oltretutto si tratta di una andata al governo, che non comporta cambiamenti Istituzionali.
Mussolini è conscio che deve pagare la cambiale a tutte quelle forze industriali e finanziarie che gli hanno finanziato l’ascesa al potere, ma preferirebbe ridimensionare il potere dei Ras e quello dello squadrismo agrario tosco – emiliano, che come dice al socialista Carlo Silvestri, è il solo veramente armato, e comunque è una creatura reazionaria, utile per la presa del potere, che ora però preferirebbe strozzare.
Il progetto di Mussolini è quindi quello di aprire a sinistra attraverso una pacificazione con i socialisti che fermi la guerra civile. Il nuovo governo dovrebbe assumere i connotati dei vecchi esperimenti giolittiani, aprendo ai socialisti, alla Confederazione sindacale e ai popolari. E’ l’unico mezzo per attenuare e mediare i gravi provvedimenti economici che dovranno essere presi per far fronte ad una nazione ancora devastata dagli esiti della guerra e profondamente arretrata.
Ma il progetto sfuma, per la reazione delle componenti di destra del fascismo, oramai molto forti, per l’ostilità dei popolari di don Sturzo, e per la riottosità dei socialisti.
Riprenderà questo progetto nel 1924, forte di un mezzo accordo con il Vaticano che gli toglie di mezzo don Sturzo spedendolo in America. Ma ora questo progetto ha ancor più l’avversione dei massoni.
IL DELITTO MATTEOTTI E LA DITTATURA.
Il delitto Matteotti, non a caso pone fine alle aperture a sinistra di Mussolini e le sue conseguenze saranno l’instaurazione della dittatura.
IL FASCISMO LIBERISTA.
Occorre adesso sapere alcune cose. La prima, è il fatto che Mussolini salito al potere con la marcia su Roma, si trovò la sorpresa di una “fregatura” che gli presentò il Re: quella che occorreva pagare un oneroso e ingente debito di guerra, contratto con la Banca Morgan degli Stati Uniti. Non c’era alcun mezzo per evaderlo e bisognava pagare, rinegoziandolo e diluendolo nel tempo.
A questo si aggiungeva la necessità della ricostruzione. Mussolini, in queste condizioni di emergenza, si indirizzò, verso una politica di stampo liberista, posta nelle mani del ministro De Stefani e puntando sul rilancio soprattutto della grande Industria..
Fu una lunga fase politico – economica, dal 1922 al 1929, caratterizzata da privatizzazioni, contenimento dei salari, e imposizione della “pace sociale” nelle aziende. Il prezzo più alto fu pagato dalla classe lavoratrice, ma non c’era altro mezzo per far fronte alle necessità nazionali e per difendere il valore della lira.
Rispetto ai ceti popolari, Mussolini cercò di andargli incontro con tutta una serie di normative sociali, il cui culmine fu la Carta del Lavoro del 1927 che instituì diverse leggi di interesse sociale. Non è esatto dire che Mussolini creò la pensione, perché questo istituto già esisteva, ma lo riportò all’interno di una legge quadro e delle assicurazioni sociali, in modo da estenderlo a tutti e migliorarlo nelle normative. . Ci furono poi i contratti collettivi di lavoro per norma adi legge, la regolamentazione delle ore lavorative. Oltre a vari provvedimenti per la maternità, il dopolavoro, la sanità, costituzione di importanti Enti di assistenza e supporto ai cittadni, ecc. Insomma, sebbene conservatore, il regime fascista non era certo un regime prettamente capitalista come quello di Franco in Spagna.
A questo si aggiunsero le Grandi Opere, che si indirizzarono alla costruzione di ogni genere di infrastrutture, di scuole, ospedali, fino alle bonifiche e alla battaglia del grano, ecc. Fu un vero miracolo di ingegneria e di volontà, tanto più di valore in quanto fatto da una nazione finaziariamente povera e priva di risorse naturali. Oggi gli osservatori dell’epoca ritengono che, senza gli impulsi dinamici alla ricostruzione, dati dal fascismo e le sue grandi opere, forse l’Italia sarebbe rimasta un paese arretrato come alcuni paesi balcanici.
FINE DEL LIBERISMO E AVVIO DELLA POLITICA DI STATO
Con la grande crisi economica del 1929 ebbe anche fine la fase “liberista” del fascismo, perché da quel momento Mussolini si indirizzo su una politica di diretto intervento dello Stato nell’economia.
Nacque l’IRI e le riforme del fascismo, compresa quella del 1936 sulla Legge per la Banca D’Italia, presero un indirizzo non più liberista, ma di stampo nettamente sociale e statalista. Mentre in tutto il mondo il liberismo capitalista, di fronte alla grave crisi di Wall Street manifestava , oltre le sue ingiustizie e sperequazioni, anche il suo fallimento, la politica inaugurata dal fascismo, scimmiottata in malo modo da Roosevelt con il New Deal, consolidò definitivamente anche una altra prassi governativa: quella che lo Stato doveva essere retto dalla preminenza dei principi etici e politici prevalenti su quelli economici e finanziari. Era il principio, magari non sempre osservato, antiliberista per eccellenza, sostanziato poi dalla politica dirigista dei governi di Mussolini. Quseta peculiarità costò la condanna a morte della massoneria finanziaria su Mussolini.
Ma soprattutto presero corpo le Corporazioni, una riforma epocale, totale , anche di natura Istituzionale, che si concretizzò nel 1939 con la Camera dei fasci e delle Corporazioni. Era la fine del parlamentarismo.
VENTENNIO CONSERVATORE MA NAZIONALPOPOLARE
Possiamo quindi dire che la politica del fascismo nel ventennio fu di stampo Conservatore, ma con forti provvedimenti popolari e soprattutto con il principio di mettere nelle mani dello Stato o in sua compartecipazione, i settori strategici e primari dell’Industria e quelli che andavano in crisi rischiando il fallimento.
Forse più di questo non era possibile fare, perchè il potere in Italia, più che nelle mani del fascismo era rimasto nelle mani della Monarchia, della Chiesa, dell’esercito, delle componenti borghesi e industriali, con una forte presenza della massoneria, sia pure in sonno.
Fu comunque una politica di sacrifici, ma di stampo altamente sociale che, non a caso, riscosse il sia pur demagogico apprezzamento dei fuoriusciti comunisti, con il loro famoso “manifesto ai fratelli in camicia nera” e ancora non a caso, spinse un comunista come Bombacci, deluso dalla involuzione della rivoluzione bolscevica, ad avvicinarsi, anzi a cooperare con Mussolini.
In Italia inoltre sul piano intellettuale e tra i giovani universitari fascisti si manifestarono una molteplicità di idee, di posizioni e di “spinte a sinistra” tali da assimilare la rivoluzione fascista in linea con la rivoluzione russa e proiettarla contro le grandi plutocrazia d’occidente.
Per il ventennio possiamo dire che Mussolini, pur conscio di una politica di stampo conservatore cercò di attuare vari principi di stampo in parte socialista e riforme di utilità nazional popolare. Un lento processo di riformismo socialista, sempre ostacolato e attenuato dalle forze reazionarie e dal conformismo borghese e interrotto dalla guerra.
SVOLTA EPOCALE E REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA
Con il crollo del 25 luglio 43, e la misera fine del “fascismo popolare e borghese”, si ha una svolta epocale. Un cambiamento strategico nel fascismo e la sua compiutezza ideologica , che a causa delle contingenze e delle necessità nazionali non era potuta avvenire prima.
Dopo l’8 settembre, infatti, Mussolini, approfittando da vero rivoluzionario, del fatto che , per la prima volta nella sua storia, l’Italia non era più in mano alle forze e ai poteri reazionari, quali la Confindustria, la Chiesa e la Monarchia, con la massoneria per giunta in quel momento fuori gioco, ne approfittò ed edificò la Repubblica Sociale Italiana, una riforma dello Stato in senso repubblicano, che rivedeva anche il principio gerarchico delle cariche dall’alto, fallito nel ventennio, pur senza sconfinare nella democrazia (principio falso e ingannatore), ed una riforma socialista di tutta l’economia portando a compimento definitivo anche le Corporazioni, le quali, senza la socializzazione, erano state facilmente coartate dal padronato ai suoi interessi.
Lo Stato infatti superava ora la sua funzione di mediatore tra parti, padronato e lavoratori, con poteri troppo sbilanciati, a favore dei primi, e portava il lavoro direttamente alla guida e alla partecipazione delle Aziende.
Socializzazione delle Imprese, nazionalizzazione di quelle di importanza strategica, riforma del mercato azionario liberista, riforma del mercato immobiliare con il principio della casa in proprietà al popolo, riforma del commercio alimentare e del vestiario nei settori di importanza primaria per il popolo (cooperativismo). commissariamento della Banca D’Italia.
La proprietà privata e il diritto di investimento, così limitato dalla cointeressenza del lavoro, restava, quale elemento indispensabile per la crescita economica, ma si attuava il principio che la proprietà doveva essere al servizio della nazione e non della speculazione affaristica privata.
POSSIAMO COSI’ DIRE CHE L’UNICO SOCIALISMO ATTUATO IN ITALIA E’ STATO QUELLO DELLA RSI.
Termino ricordando che il fascismo non è solo progettualità socialista e programmi politico-socio-economici, ma anche una determinata visione della vita e del mondo, ma questo è un altro discorso.

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Mistica fascista e mistica religiosa.

mistica

Fin dalla sua nascita il PNF aveva stabilito delle linee guida sia per i camerati che per le direttrici ideologiche e etiche per l’azione fascista , e cioè di dare a Cesare ciò che era di Cesare e a Dio ciò che era di Dio, premesso questo poi il Fascismo fu ed è veramente universale anche a livello religioso difatti non ha mai operato ne opera una discriminazione religiosa per questa o quell’altra fazione o una ateizazzione di stato di modello Sovietico ma al contrario rende i cittadini liberi di associarsi a qualsiasi organizzazione religiosa , bene inteso che questa non sia pericolosa per lo Stato o operi contro di esso , ed eccoci al punto dei giorni nostri.
Sono passati molti anni dal Concordato del 1929 che ha stabilito l’azione della Chiesa Cattolica all’interno dello Stato italiano , concordato che ha sanato le divergenze che si erano venute a creare già dal Risorgimento e ebbero il loro culmine il 20 settembre 1870 con la presa di Roma da parte dei bersaglieri di Cadorna , il resto della questione rimaneva in bilico con il pensiero “libera Chiesa in libero Stato”.
Niccolo Giani’ pioniere e artefice della scuola di Mistica Fascista fece del pensiero di una elitè il pensiero di massa , scriveva Giani: « Compito nostro deve essere soltanto quello di coordinare, interpretare ed elaborare il pensiero del Duce. Ecco perché è sorta una Scuola di mistica fascista ed ecco il suo compito: elaborare e precisare i nuovi valori del fascismo che sono nell’opera del Duce. »
(Niccolò Giani in La marcia sul mondo del 9-15 ottobre 1932), ovviamente il Fascismo in quanto “religione” civile come il Nazionalsocialismo in Germania aveva e ha dei riti propri e delle cerimonie proprie che non cozzano o disturbano i riti religiosi dei fascisti e dei credenti , però l’analisi politica deve valutare attentamente che oggi come oggi per esempio la Chiesa Cattolica porta avanti una politica antifascista e questo ben prima della sconfitta nel 1945, oggi i risultati li vediamo ovunque poi magari ci si chiede perchè i camerati si volgono a Tradizioni medio-orientali , asiatiche e guerriere… personalmente chi scrive è un filo-islamico sciita , ma come dissi in passato per noi la questione deve essere chiara e precisa: Laica.
Solo con un laicismo di base e non con uno sprezzante ateismo di stile Sovietico si possono coniugare le varie anime sia dei soldati politici che dell’IDEA propria in un Pathos che fondi pur nelle differenze e nel rispetto reciproco alcune peculiarità proprie , sia del Fascismo che delle Religioni. Cosa che non entra nelle teste di alcune persone anche vicine alla nostra Area politica ma dediti anima e corpo al “Cattolicesimo vs Mondo Intero”, uno spreco di tempo signori e una idea sbagliata dell’azione fascista che deve essere veloce , incisa , superba.
Non sia mai che dobbiamo fare guerre a favore di una fazione o l’altra! A chi piacciono le Crociate contro l’Islam e le lotte tra Ghibellini e Guelfi ha sbagliato Partito, qui si rispettano tutti finchè il rispetto è reciproco inteso che la Fides è un fatto intimo e privato della persona , ognuno si regola come meglio crede l’esseziale è che tale fede non diventi uno ostacolo alla realizzazione dello Stato Fascista del Lavoro ,ricordo volentieri ancora Giani che scriveva: « Liberalismo, democrazia, socialismo e comunismo sono le quattro mistiche oggi dominanti nella società moderna. Il bilancio – lo abbiamo già visto – è per tutte negativo. Il liberalismo porta all’anarchia, la democrazia all’instabilità politica e sociale, alla lotta civile il socialismo, alla vita primitiva il comunismo. Queste quattro mistiche sono pertanto antistoriche. »(Niccolò Giani in La marcia sul mondo del 9-15 ottobre 1932) Giani fu veramente l’esempio del l’Uomo
Nuovo Fascista e difatti mori in azione in Grecia al passo di Mali Scindeli, 14 marzo 1941 M.O.V.M. alla memoria, sotto il suo esempio bisogna andare gettare il cuore oltre l’ostacolo , avanti camerati viva il MFL-PSN!
Matteo Murgia

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Fascismo e Internet

LOBOTIZZATI INTERNET

Da quando è nata la rete di Internet alla fine degli anni 90′ , la nostra vita è cambiata radicalmente , le distanze si sono accorciate e le comunicazioni hanno raggiunto un livello sia per le fonti di informazioni sia per la velocità a un livello mai raggiunto prima , ma ogni avanzamento tecnologico ha il suo rovescio della medaglia , nel nostro caso di fascisti abbiamo pagato doppio il biglietto, vediamo in che senso!
Siamo tutti rintracciabili , tracciabili , schedati non che ci preoccupiamo noi siamo sempre cristallini e per le regole , ma tale fenomeno internettiano ha fatto emergere un problema che se prima era assolutamente marginale e controllato , oggi è totalmente fuori controllo , stò parlando dei fascisti della domenica , i pseudo-fascisti dediti alle carnevalate di Predappio in divisa e fez e poi votano i vari Berlusconi , Fini , Grillo e Lega Nord , il prolificare di social network ha permesso a costoro di moltiplicarsi e riprodursi nelle loro folli e illogiche posizioni politiche che di fascista non hanno nulla, anzi il più della volta sono dannosi poichè ci sono dei celebrolesi che inneggiano al cosidetto “Olocausto” con vignette e frasi dando ai nostri nemici facili argomenti e sostenendo cosi la vulgata sterminazionista , ma se questo discorso possiamo relegarlo agli storici , la questione ci tocca personalmente , sia per la gente non autorizzata
dal Partito ha fregiarsi del simbolo del Partito stesso (possono farlo gli iscritti ovviamente facendo propaganda) e in nome suo dire delle cavolate che non stanno ne in terra ne in cielo, si evidenzia da questi profili un becero razzismo all’amatriciana stile “white power” dagli al nero e al musulmano e allo straniero in genere , siti di satanisti black metal targato SS e amenità simili , e in definitiva con una esaltazione della violenza che è del tutto anti-storica e falsa , diceva S.E. Benito Mussolini “Non bisogna fare della violenza una dottrina o uno sport , bisogna essere violenti ogni volta che la situazione lo richiede” (Manuale delle Guardie Nere) da qui si evidenzia l’enorme danno che taluni personaggi hanno portato e portano alla nostra area politica di riferimento , del marasma ideologico , intellettuale e pratico che hanno portato molte persone ad allontanarsi dall’ideale fascista , la questione cari camerati è seria e grave e grazie
a Dio il nostro decalogo è ben inciso nel sito e nei tesseramenti cosi da arginare il danno fatto da questi cialtroni finti-fascisti destrosi , l’equivoco della Destra è stato deleterio per noi , il MFL-PSN si stà sforzando sempre più nei suoi documenti di fare capire chi siamo , da dove veniamo e dove vogliamo andare , senza contare i nostri nemici di cui c’è ne freghiamo , il “nemico” interno è ben più pericolo e deleterio di qualsiasia anti-fascista prezzolato, quindi la parola d’ordine è una: Tutto deve essere subordinato all’attività di partito con la militanza e l’equilibrio proprio che ci contradistingue da sempre o non saremo durati 22 anni, ogni militante deve divenire il megafono del MFL-PSN e nello stesso tempo vigilare e controllare che nessuno ne infanghi in nome e il programma sui cosidetti sociali network ,Facebook per primo ma ci sono anche Twitter , Ask , etc.
Ricordate camerati possiamo vivere con i nostri valori come abbiamo appreso negli anni , stà a noi portare avanti questi valori ed esseri ricordati come Uomini e come Soldati Politici al servizio del MFL-PSN il più bel Partito italiano e della Patria che ancora ha e avrà bisogno di noi e della Idea che è stata la più originale , importante e mediterranea delle Idee,nata dal migliore genio italiano e romano che il nostro Popolo ha espresso nei secoli e colui che la mise in pratica e di cui noi siamo i degni e unici eredi era veramente l’ultimo dei Cesari.

Murgia Matteo

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