27 Aprile 2023
E’ SEMPRE LUI !
Comunemente si dice che, mutando i tempi e mutando i luoghi, cambia tutto. Probabilmente è così, ma un’eccezione di sicuro c’è: il comunista.
In qualunque tempo e in qualunque luogo, il comunista, essendo non per niente una creatura dell’ebreo internazionale, mantiene inalterate le sue deliziose peculiarità, che, tra le altre, sono l’attitudine a colpire a tradimento, ad infierire sugli inermi e a maramaldeggiare sui morti. Può cambiare l’abito, può cambiare l’etichetta, ma il suo modo di essere lo smaschera e lo identifica sempre.
L’ennesima riprova di ciò, stavolta viene dalla Spagna, dove la masnada rossa che è al governo, è riuscita a varare la da essa tanto agognata “legge sulla memoria democratica”. Naturalmente con la complicità di tutti i separatisti, i cui voti soltanto le permettono di reggersi in piedi.
Un lettore poco informato potrebbe pensare che tale legge imponga agli spagnoli di cancellare dalla loro memoria le nefandezze commesse da quella che i rossi chiamano “democrazia”. Invece no: si tratta di un’accozzaglia di norme, che, pur avendo scarsa parentela tra loro, hanno tutte lo scopo di perpetuare la divisione a tutti i livelli all’interno della nazione spagnola.
Tra le altre cose, la legge impone allo Stato di dissodare l’intera Spagna per la ricerca e l’identificazione (sic) di ciò che rimane dei rossi rispediti al Creatore nel corso della Cruzada del 1936-39, nonché di trasferirli nella Valle de los Caìdos, il Sacrario dei Caduti che si trova presso Madrid, il quale per la circostanza dovrà mutare nome e chiamarsi Valle de Cuelgamuros.
Con l’occasione, evidenziando (ma non ce n’era alcun bisogno) la loro bassezza morale, i rossi hanno “sfrattato” dalla Valle de los Caìdos la Tomba di José Antonio Primo de Rivera, Grande di Spagna e fondatore della Falange Española (poi Falange Española de las JONS), da loro stessi vigliaccamente assassinato nel 1936.
Dimostrando, all’opposto, grande dignità e decoro, i discendenti del Martire hanno provveduto in proprio al trasferimento del suo feretro al Sacramental de San Isidro di Madrid.
Sulla vicenda, l’Avv. Juan Carlos Gentile ha inviato all’Ambasciatore di Spagna in Italia la formidabile lettera aperta riprodotta di seguito.
In fondo, però, è molto meglio così. La traslazione delle spoglie mortali del grande José Antonio dalla Valle de los Caìdos ha evitato loro il permanere in una sede che non rappresenterà più ciò che rappresentava in origine, nonché la profanazione governativa e l’oltraggio costituito dalla vicinanza di quelle dei suoi assassini e/o dei loro complici.
Giuliano Scarpellini