La recessione economica è iniziata

Chi ha seguito il mio blog e le mie previsioni, sa che ho sempre definito la vicenda denominata “coronavirus”, come uno strumento delle lobby finanziarie per indebolire le sovranità nazionali ed il potere d’acquisto dei singoli individui. Ed il percorso da me seguito in tutti i miei articoli, ha sempre trovato riscontro nei fatti quotidiani riportati nei vari giornali. Ho sempre affermato che affidarsi agli incompetenti, ci avrebbe creato danni che riusciremo a contare con dati oggettivi solo fra due anni, ma nel frattempo saremo costretti a brancolare nel buio. Io come molti in Italia sono un piccolo imprenditore, uno che non aveva e non ha mai cercato santi in paradiso per ricoprire incarichi pubblici, mi sono sempre sbracciato sin da piccolo, malgrado provenissi da una famiglia di benestanti. E da piccolo e giovane imprenditore all’età di 23 anni, decisi di aprire il mio pub a Palermo. Mentre i miei coetanei pensavano a divertirsi, io aprivo la mia attività in una zona con alto tasso di criminalità, di spaccio e di abusivismo commerciale. E malgrado non appartenevo a questa gente, ho cercato con tutte le mie forze di ripulire l’area, trasformando  la piazza dove opero in un gioiello, ridandogli splendore, mettendo in risalto la chiesa seicentesca, il museo, la bellezza della piazza e non le opere abusive tollerate dal Comune di Palermo. Per farlo mi sono messo contro la malavita locale, con una serie di attentati intimidatori alla mia attività, mi sono messo contro le forze dell’ordine, da me denunciate per delle presunte fughe di informazioni verso gli abusivi con processo in atto. E mi sono messo contro il Comune di Palermo, facendo altre denunce che riguardavano concessioni date ad alcune attività se pur non avevano i requisiti e se pur non rispettavano le stesse delibere comunali. Ed il tutto l’ho fatto da solo, senza l’aiuto dello Stato, senza l’aiuto della stampa, tanto che fui costretto a creare questo blog, per far conoscere le mie battaglie e le angherie subite. Quindi non sono l’ultimo coglione arrivato, che apre bocca solo per dare aria al cervello. Ho sempre lottato e per farlo ho usato tutti i mezzi legali a mia disposizione. Ho studiato il codice civile e penale ed ho scritto di mio pugno circa 30 esposti, che hanno dato seguito ad indagini, processi e condanne. Il tutto senza mai vedere 1 solo euro di risarcimento. Essendo che ho sempre lavorato, fatto i conti, ricoperto tutti i ruoli nella mia azienda, conosco come funziona il commercio, soprattutto perché la mia famiglia si è sempre occupata di commercio da almeno 3 generazioni. Quindi sapevo già dal 9 marzo, data in cui ci chiedevano di chiudere fino al 25 marzo, che sarebbero bastati solo questi 15 giorni per mettere in ginocchio l’economia italiana. Naturalmente chi non ha un attività commerciale non può capire. Per loro siamo tutti evasori ed in quanto tali, abbiamo soldi sotto il mattone, in banca, in svizzera ed in tutti i paradisi fiscali. Ed è inutile fargli cambiare idea, per loro siamo esagerati, la nostra reazione è spropositata per qualche mese di inattività. Di fatto come noto, le nostre attività sono rimaste chiuse per due mesi e non tutti hanno ottenuto i miseri 600€. Mentre tutto il comparto pubblico, non ha rinunciato ad un solo euro. In tutto questo periodo hanno però continuato a fare un lavaggio mediatico senza precedenti, intimidendo la popolazione e creando panico e trasformando la stragrande maggioranza delle persone in ipocondriaci. Ognuno di loro si è trasformato in megafono ed ha amplificato il disagio. Tutta questa gente che fino a prima della “pandemia” era omertosa, ha iniziato a segnalare tutti gli individui, perché per loro a prescindere erano untori. Ad alimentare questo malessere sociale e le paranoie della gente, ci sono i soliti servi del sistema, i lecchini che pur di avere 30 secondi di visibilità, si inventano soluzioni alternative per poter aprire in sicurezza. Termoscanner, divisori in plexiglas, sanificazioni a tutte le ore, lidi blindati, mascherine con cerniera, menù digitali, mancano solo i sacrifici umani e siamo al completo. E la gente che non ha mai aperto e letto un articolo su facebook, figuriamoci un libro, a vedere le sole immagini, ha cominciato giustamente a dire che a queste condizioni non uscirà di casa. E per loro è già tutto approvato. Come se ad oggi andando al supermercato avessimo assistito a sanificazioni, termoscanner, divisori… Se non ci sono per loro queste restrizioni che non hanno mai chiuso e nessuno di loro è mai morto, figuriamoci se possono approvare tutte queste cazzate inutili. Eppure malgrado i numeri dei decessi sono al minimo storico, i contagi diminuiscono e le terapie intensive si svuotano, ogni giorno un idiota si alza e mette panico. Tavoli a 1 metro, tavoli a 2 metri, l’esperto più idiota degli altri tavoli a 4 metri. Queste capre, che mi piacerebbe conoscere per aprirgli la testa e vedere se hanno almeno la particella dell’acqua Lete, non hanno mai lavorato in vita loro, sono figli di quell’elite, strapaganti a spese nostre e per il loro QI li metterei a spalare letame. Non sanno che la maggior parte delle attività di ristorazione, specie al centro storico, hanno locali piccolissimi, con sale per la somministrazione di 20/30 mq, spesso in locali con travi che riducono ulteriormente lo spazio. Quindi se mettono un tavolo ogni 4 metri possono mettere al massimo 4 tavoli. Per non parlare degli esterni. Ad esempio io che ho una concessione di 3 metri per 6 metri, potrò mettere 2 tavoli, ma ci rendiamo conto? Ed il mio vicino che occupa abusivamente il suolo pubblico a quanti metri si deve mettere da me, visto che i suoi tavoli sono a 10 centimetri da i miei? oppure come capita da 20 anni a venire qui, essendo che è abusivo può occupare tutto lo spazio che vuole nel silenzio generale?
Ma il vero problema non sono i metri fra un tavolo e l’altro, la mascherina, la visiera, il termoscanner, l’alabarda spaziale… Il vero problema sarà riportare la gente fuori dalle loro abitazioni. Ho riaperto la mia attività il 5 maggio, come asporto come indicato dall’ultimo DPCM, ma la sera dopo le ore 19,30 vi è il coprifuoco, quella poca gente in giro si rinchiude in casa, sparisce dalla circolazione e gli unici che si vedono in giro sono 4 scappati di casa in cerca di droga. La prima sera ho incassato zero, la seconda ho applicato lo sconto del 20% sul listino ho incassato 14,40€, la terza sera zero, la quarta sera 10€ ed siamo arrivati al venerdì, il sabato rullo di tamburi 31€ ed infine la domenica 2€. Quindi le mie preoccupazioni di marzo, non erano del tutto immotivate. La gente ha paura del virus, e chissà per quanto tempo ancora ne avrà e chi durante la quarantena, non ha perso  niente, ha il soldi sul conto ed  ha risparmiato restando a casa, dicendoci di resistere che prima o poi passerà, non capisce che delle pacche sulla spalla, non abbiamo che farcene, perchè i guai resteranno sempre nostri. Noi facciamo debiti, noi ci umiliamo per non poter svolgere la nostra attività, noi ci umiliamo quando dobbiamo pagare l’affitto e chiediamo al nostro locatore di avere pazienza. Già molti hanno mollato, altri apriranno dopo il 18 se ci saranno le condizioni, l’estate e vicina e noi del centro che lavoriamo solo con i turisti saremo penalizzati ulteriormente. Al nord molte attività sono passate in mano ai cinesi, altre saranno comprate dalle mafie locali per gestire punti strategici come lavanderie di denaro. L’unico dato ufficiale è che l’Italia è entrata in recessione e senza misure precise del governo atte ad incentivare la ripresa economica sarà un ecatombe. I suicidi già oggi sono all’ordine del giorno, ma dei suicidi troviamo qualche notizia nei giornali locali, in quanto i giornalai nazionali, spendono il loro tempo in articolo di propaganda (Fonte). A dare l’allarmante e gravissima notizia Nicola Ferrigni, professore associato di Sociologia generale e direttore dell’Osservatorio.
«I dati sono impietosi: dall’inizio dell’anno sono già 42 i suicidi, di cui 25 quelli registrati durante le settimane del lockdown forzato; 16 nel solo mese di aprile. Questa “impennata” risulta ancor più preoccupante se confrontiamo il dato 2020 con quello rilevato appena un anno fa: nei mesi di marzo-aprile 2019, il numero delle vittime si attestava infatti a 14, e il fenomeno dei suicidi registrava la prima vera battuta d’arresto dopo anni di costante crescita».

Quindi abbiamo molti più suicidi rispetto allo scorso anno e siamo solo a maggio, ancora molti riescono ad andare avanti con i risparmi accumulati, non sappiamo come reagiranno quando li avranno terminati e si renderanno conto di non avere nessun modo per produrre il reddito necessario per sfamare le proprie famiglie.

In questa mattanza a rischio saranno individui di tutte l’età, i settori a rischio sono la ristorazione, l’alberghiero, il turismo, il fitness, l’abbigliamento, le calzature, gli ingrossi alimentari, le aziende produttrici di questi settori, gli agenti di commercio, i parrucchieri, estetisti… e tutti gli impiegati di queste aziende. Di conseguenza avranno un calo del volume d’affari anche chi ad oggi ha continuato a lavorare, case automobilistiche e motociclistiche, il settore immobiliare (tranne per chi sarà disposto a svendere), i mobilifici, i negozi di informatica e telefonia… quando cade una categoria economica, parte l’effetto domino e ne risentono tutte le altre. Ma oggi a cadere non è solo una categoria. L’Italia nell’ultimo decennio, ha decentrato le fabbriche e le industrie all’estero dove i costi del personale sono ridotti per via di una pressione fiscale inferiore e dove i canoni di locazioni sono molto più bassi. Tolte quelle poche fabbriche ed industrie rimaste, l’Italia ha puntato sul turismo e sul settore food. Alberghi, villaggi, centri turistici, B&B, spa e centri benessere, ristoranti, pub, drinkerie, street food, musei, luoghi d’arte, chiese e monumenti, tutto gira intorno al turismo. Quindi se gli italiani non escono e i turisti non vengono, chi finanzierà queste aziende tenendole in vita. Un alternativa potrebbe essere la riconversione di queste attività in altri settori produttivi. Ma se abbiamo impiegato oltre un decennio per convertire l’Italia da paese industriale a paese turistico, quanto tempo occorrerà per tornare a quei tempi e soprattutto con una pressione fiscale crescente, solo un pazzo potrebbe investire in Italia nella creazione di nuove fabbriche offrendo lavoro. L’unica soluzione sarebbe fare fabbriche di Stato. Ma con la corruzione che abbiamo in Italia, pensate che una cosa del genere potrebbe accadere? Fra appalti, costruzione, collaudo e messa in funzione… ci mangerebbero una mole così numerosa di persone, che partirebbe già indebitata in partenza. Solo in epoca fascista, lo Stato produceva e dava lavoro. Oggi lo stato sociale è stato distrutto e lo Stato produce solo debiti.

Prepariamoci ad un lungo periodo di crisi, recessione economica, tasse e vessazioni, tagli del settore pubblico e privato, in poche parole si salvi chi può.

Francesco Capizzi

Coordinatore per la regione Sicilia