Affare immigrazione: chi lo tocca rischia grosso

Nell’Italia della crisi economica, della recessione, delle imprese che – una su due – chiudono entro i primi cinque anni di vita a causa delle tasse e della eccessiva burocrazia, del malessere diffuso e della povertà generalizzata, solo una azienda, un carrozzone enorme, continua a macinare utili su utili. È il business dell’immigrazione. E chi lo tocca rischia grosso.

Su questo spazio lo abbiamo già ampiamente documentato: è palese una attività di collaborazione tra gli scafisti libici e le organizzazioni internazionali che i clandestini li vanno a prendere direttamente sulle coste africane, per poi traghettarli comodamente in Italia, dove diventeranno l’oro nero delle cooperative e organizzazioni che con l’invasione ci marciano, e ci mangiano.

La prima a lanciare l’allarme era stata Frontex, l’organizzazione dell’Unione Europea creata per meglio favorire l’invasione del suolo europeo da parte dei parassiti africani: vi è una pericolosa collusione tra scafisti e organizzazioni internazionali. I media, corrotti e collusi nell’inganno di massa del business immigratorio, hanno ovviamente taciuto.

Ora, se pur in ritardo, a far luce su ciò che era palese ed evidente – un ragazzo, di cui non ricordo il nome, qualche mese fa pubblicò un video esemplificativo e chiarissimo in cui si monitoravano i flussi delle navi provenienti da e per la Libia, dimostrando il commercio di carne umana lì in corso – arriva anche la Magistratura. Carmelo Zuccaro, il procuratore della Repubblica di Catania, ha rilasciato una esaustiva intervista a La Stampa di qualche giorno fa: Abbiamo evidenze che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni ma siamo abbastanza certi di ciò che diciamo; telefonate che partono dalla Libia verso alcune Ong, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all’improvviso staccano i trasponder sono fatti accertati”. E fa una affermazione importante: “Per le Ong sospette dobbiamo capire cosa fanno, per quelle buone occorre invece chiedersi se è giusto e normale che i governi europei lascino loro il compito di decidere come e dove intervenire nel Mediterraneo”. Ammesso e non concesso che in alcuni casi non vi sia una vera e propria tratta di esseri umani volta ad arricchire i professionisti dell’invasione, è giusto che delle organizzazioni internazionali private possano intervenire così pesantemente sulla politica dei flussi migratori (traghettando immigrati in quantità spropositata), ben al di là delle possibilità dello Stato italiano? Perché, spiega sempre Zuccaro, l’invasione che sta subendo l’Italia “sta creando problemi di ordine pubblico e crisi di carattere criminale che potrebbero influire sul tessuto sociale delle popolazioni. Catania a proposito dei reati di tratta, e di tratta minorile in particolare, ha più procedimenti di Roma, anzi ha il dato più alto in Italia; e poi ci sono i problemi del caporalato, quelli della gestione del denaro per l’accoglienza e l’ospitalità, che lasciano intravvedere fatti gravi”. L’immigrazione non è bella, non è divertente (almeno per chi la subisce, non certo per chi fa profitti a palate), e porta problemi. Molti problemi: più criminalità, più delinquenza, più insicurezza dei cittadini.

Come è ovvio, bastava gridare che il re è nudo perché si scatenassero indignate le ancelle del politicamente corretto. Prima fra tutte, come è facilmente immaginabile, miss 2% Laura Boldrini: “Andare a buttare ombra su chi salva delle vite umane, senza avere delle prove, è grave ed irresponsabile”. A parte che Zuccaro ha parlato ampiamente di un’indagine in corso, per la quale verranno fornite a breve delle prove (quindi queste ci sono, eccome se ci sono), il traffico di esseri umani e lo schiavismo, quello che sta riempiendo l’Italia di criminali stranieri e le cooperative rosse di soldi facili, lo è. Si metta l’anima in pace, questa paladina degli invasori.

Se si fosse mossa solo Laura Boldrini, o qualche zecca dei centri sociali, la cosa sarebbe squallida, ma non desterebbe comunque più di tanto clamore.

Invece anche la Magistratura ordinaria si è mossa per le parole di Zuccaro, il quale, evidentemente, ha sollevato un vero e proprio vespaio. Giovanni Legnini, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, rende noto: “Sulle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Catania Carmelo Zuccaro, comunico che, dopo aver sentito i capi di Corte e il presidente della prima commissione consiliare, avvocato Giuseppe Fanfani, sottoporrò il caso all’esame del Comitato di presidenza alla prima seduta utile fissata per mercoledì 3 maggio. Fermo restando che, come é noto, spetta al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione di valutare se sussistono o meno i presupposti per l’esercizio dell’azione disciplinare”. Traduzione: i magistrati sono una vera e propria casta di intoccabili quando si tratta di un togato che ha indagato un povero cristo che ha sparato ad un rom che si era introdotto in casa sua al fianco anziché frontalmente (quindi, è stata la tesi del magistrato, se lo hai preso di fianco vuol dire che non ti stava minacciando direttamente), ma scatta subito l’indagine interna del CSM se si osa toccare il business della tratta di esseri umani Libia-Italia.

È un business di enormi proporzioni (centinaia di milioni di euro al mese ) e chi lo tocca rischia grosso. Anche se è un magistrato.

Amministratore

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