10 Febbraio 2018
Su Pamela dimostrate quanto siate poveri di animo e miserabili
Qualche ora dopo la pubblicazione di “Perdonaci, Pamela” mi arriva, in posta elettronica privata, questo messaggio che riporto integralmente: “ma voi fascisti non siete tutti contro i tossici… piangi per una tossica solo perché è stata smembrata da uno dei negri che voi fascisrti odiate tanto? quindi smettila di piagnucolare contro lo stato e ringraziali che vi hanno anche fatto un piacere!!!!!”.
Sorvoliamo sulla scrittura tipica da antifascista, la mancanza di maiuscola sulla parola “Stato” (con la minuscola la parola assume tutto un altro significato: si intende un altro concetto, come uno stato d’animo o uno stato liquido, per esempio – allo stesso modo in cui la parola “Scuola” designa l’istituzione statale e amministrativa, mentre la stessa parola, minuscola, designa invece un qualunque edificio scolastico) i puntini esclamativi aggiunti per dare più valore alle proprie affermazioni, e via dicendo: questo è il livello dell’italiano medio, quello che ha sempre odio da distribuire, a meno che la figlia prima stuprata e poi smembrata, ovviamente, non sia la sua. Potrebbe essere uno dei tanti fascisti all’amatriciana che infestano la nostra area – per il quale se sei tossico, anche se sei una ragazza sfortunata di 18 anni, meriti di morire sbudellata – oppure uno dei decerebrati di sinistra, sempre pronti a distribuire tolleranza e comprensione a tutti fuorché agli italiani.
E allora diciamo un paio di cosette in pubblico, a questo coglione o cogliona che sia.
Primo. Ognuno è responsabile delle sue azioni anche se, a diciotto anni come a quaranta, spesso non lo si è comunque. A te, coglione/a, sfugge però il piccolissimo particolare che Pamela non è morta di overdose in qualche panchina abbandonata, bensì è stata fatta a pezzi solo perché si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato: al posto suo ci saremmo potuti essere io, tu, tua figlia o mia sorella.
Secondo. Il fatto che una donna vada in giro in minigonna non significa che possa essere stuprata o che la violenza sessuale sia meno grave: una donna può anche girare mezza nuda che nessuno deve toccarla con un dito (il giudizio morale su quella donna è tutto un altro discorso). Allo stesso modo il fatto che una ragazza abbia avuto una vita difficile e abbia preso delle strade sbagliate come la droga non giustifica il violentarla, l’ucciderla, e poi farla a pezzi per eseguire qualche rito vudu del proprio primitivo paese di origine.
Terzo. Un drogato si può recuperare. Con fatica, anche mettendo in conto un fallimento, probabilmente, ma si può comunque provare a farlo. Un corpo smembrato, invece, non si può recuperare.
Con te invece che cosa potremmo mai fare?
Tanto ti basti, miserabile.