22 Aprile 2020
Falcone e Borsellino uccisi per l’ennesima volta
Abbiamo raggiunto il livello più basso di degrado dello Stato italiano, nessuno poteva immaginare ciò che stanno facendo i nostri politicanti da strapazzo. Dopo il caso Saguto, lo Stato con un colpo di spugna e con un detonatore nel decreto, ha ucciso nuovamente i nostri paladini dell’antimafia e tutti gli uomini che nel corso del secolo scorso, hanno perso la vita per un Italia libera dalla mafia.Con il decreto in questione, stanno uscendo dalle carceri, i boss del 41 bis, che hanno effettuato o che erano mandanti delle stragi di Falcone e Borsellino, di Dalla Chiesa, di Chinnici e di tanti altri. Sono già usciti 2 boss, il capo mafia di Palermo Francesco Bonura e Vincenzo Iannazzo, ritenuto un boss della ‘ndrangheta. Inoltre stanno già per uscire: Leoluca Bagarella (che sta spingendo da tempo per avere gli arresti in casa) i Bellocco di Rosarno, Pippo Calò, Benedetto Capizzi, Antonino Cinà, Pasquale Condello, Raffaele Cutolo, Carmine Fasciani, Vincenzo Galatolo, Teresa Gallico, Raffaele Ganci, Tommaso Inzerillo, Salvatore Lo Piccolo, Piddu Madonia, Giuseppe Piromalli, Nino Rotolo, Benedetto Santapaola e Benedetto Spera.
Tutti capi mafia, che hanno sulla coscienza, uomini di Stato, che hanno dato la vita per questo paese.
Che avevano da temere, questi personaggi se restavano in carcere? un soggetto, che è chiuso al 41 bis, in isolamento, come potrebbe contrarre il virus? e poi anche qualora malauguratamente il virus dovesse colpirli, figuriamoci se lo Stato non gli avesse concesso le migliori cure, come quelle riservate a certi politici. Ed in fine, qualora non riuscissero a superare la malattia, pensate che la società si dispiaccia per la loro prematura dipartita? Sono stati un cancro per la società ed a parte le bestie loro simili, nessuno potrebbe mai rimpiangerli. E diciamo che alcuni potrebbero esserne felici della loro prematura dipartita, per mettere definitivamente a tacere, chi fra loro potrebbe decidere di “cantare”.
Per noi amanti della verità, che abbiamo studiato, la storia vera su testi di libero pensiero, sappiamo che questa scarcerazione è l’ennesima conferma della trattativa Stato – Mafia. Ricordiamo che la Repubblica Italia è nata per mano di due fazioni diverse di banditi. Al sud, i siciliani hanno permesso l’invasione americana, scarcerando i mafiosi e lasciando campo libero all’invasore. A nord, criminali, stupratori ed assassini, si nascondevano nelle montagne per destabilizzare il legittimo Stato e favorire l’avanzata nemica. Al termine del conflitto, l’Italia diventò una colonia americana, dove i capi dei rivoltosi partigiani, diventarono i nostri governanti e presidenti della Repubblica, mentre a sud, 62 comuni, finirono in mano a sindaci mafiosi, che si arricchirono con gli appalti di ricostruzione, stabilendo chi doveva lavorare e chi no, uccidendo tutti gli oppositori alla mafia ed al sistema.
Tuttavia il nostro fantasmagorico ministro dell’interno, che ci obbliga a stare a casa, mentre clandestini infetti invadono le nostre coste, prova a tranquillizzarci, dicendoci che i boss che andranno ai domiciliari avranno il braccialetto elettronico e saranno controllati. Grazie ministro, rassicuri la famiglia Falcone e Borsellino, rassicuri Rita Dalla Chiesa, rassicuri il giudice Di Matteo ed il procuratore Gratteri, che lottano ancora contro questo mostro chiamato mafia (Fonte). Rassicuri anche le persone che si sono esposte ed hanno denunciato, gli imprenditori taglieggiati, che con il cappio al collo hanno deciso di reagire ed ora si trovano coloro che hanno fatto carcerare in libertà. Ed infine rassicuri le forze dell’ordine ed i loro comandanti che hanno lavorato giorno e notte, mettendo a repentaglio la loro vita, per mettere questa gente nelle patrie galere.
In questo frangente l’eterno assente è il presidente Mattarella, anche lui vittima di mafia, garante della costituzione, che ha deciso di entrare in un sarcofago e lasciare gli italiani a loro destino.
Carissimi lettori e lettrici, questa è la nostra Italia, questa è la nostra patria, questa è una Repubblica nata per mano di criminali e fondata sulla corruzione e sul clientelismo, dove non vige la meritocrazia, ma soltanto la tutela della casta.
Francesco Capizzi