Violenza, terrorismo e morte: questo è l’antifascismo

Articolo tratto dal Blog di Andrea Chessa – VICE SEGRETARIO NAZIONALE MOVIMENTO FASCISMO E LIBERTA’

La storia che vi raccontiamo non la sentirete sui giornali italiani o in TV: troppo abituati a stare in ginocchio, a compiere fellatio ideologiche ai santoni del politicamente corretto (Myrta Merlino docet) per descrivere gli antifascisti americani per quello che sono (come tutti gli antifascisti, del resto): terroristi, banditi ed assassini.

Questo avvenimento, che è solo l’ultimo in ordine di tempo, rende bene l’idea del livello di delinquenza, misto ad una arrogante certezza di impunità, che agita gli antifascisti americani, i quali si possono permettere di mettere a ferro e fuoco una Nazione tra gli applausi dei soloni radical chic (fino a che gli incendi e le devastazioni non toccano la loro villettina con giardinetto fronte e retro, ovviamente!).

Aveva 24 anni, Jessica, mamma di una bambina di 3 anni. Camminava tranquillamente per le strade di Indianapolis, e quando a quei terroristi di “Black lives matter” che le hanno chiesto di inginocchiarsi a baciare i loro stivali ha risposto che “All lives matter” (Tutte le vite contano), ha continuato a passeggiare mano nella mano con suo marito. Invece i terroristi l’hanno attesa qualche isolato più in là e l’hanno freddata alla testa. Non una parola, non un insulto: in pieno stile brigatista Jessica è stata freddata, una vera e propria esecuzione partigiana, senza che il marito avesse nemmeno il tempo di reagire. Jessica muore per questo: sparata in testa per aver affermato l’ovvio, per aver detto che tutte le vite contano.

Un movimento di criminali che incita apertamente al terrorismo ed all’omicidio razziale, che distrugge interi quartieri e città, che giustizia con esecuzioni terroristiche le persone che incrocia per strada: cosa accadrebbe se una cosa del genere venisse fatta non dal Black Lives Matter, bensì da una qualunque altra formazione politica o, peggio ancora, dalla destra? La risposta la conosciamo.

È il caso di armarsi per prepararsi ai tempi che arriveranno? Si, probabilmente. Se è vero che in Italia le “mode” americane arrivano sempre qualche anno dopo, presto saremo costretti anche noi a difendere, armi spianate, le nostre abitazioni ed i nostri negozi. 


L’antifascismo andrà affrontato per quello che è: terrorismo, violenza e morte.Oggi come ieri.

Amministratore

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