23 Dicembre 2014
Intervista di Antonella Ricciardi a Carlo Gariglio
La formazione politica della quale sei segretario nazionale, cioè il “Movimento Fascismo e Libertà”, già noto anche per essere riuscito a riportare nell’uso legittimo della politica il termine “fascismo” (tramite pure una serie di pronunciamenti dei TAR) ha, recentemente, aggiunto alla sua denominazione la definizione, in un certo senso più esplicativa, di “Partito Socialista Nazionale”. Puoi spiegare maggiormente i motivi che vi hanno portato a tale esigenza chiarificatrice? In particolare, ti domando pure se tu possa esprimere, con almeno alcuni esempi, tra i diversi possibili, quali possano essere delle linee di convergenza con altri partiti (anche di sinistra) che s’ispirino al socialismo, e quali possano essere, invece, le differenze che rendano l’identità del partito che guidi più specifica….
Sostanzialmente i motivi principali che mi hanno portato a questa scelta, che è stata una mia idea approvata poi da tutti i componenti del movimento, sono stati due; il primo, esclusivamente politico, è stato la necessità e la voglia di entrare in rotta di collisione con la vulgata ignorante e mistificatoria che accomuna il Fascismo ed il Nazionalsocialismo alla destra, vulgata che purtroppo ha fatto breccia anche fra molti sedicenti estimatori del Fascismo, fieri di definirsi “di destra”.
Il Fascismo, e di conseguenza il Nazionalsocialismo, che fu la copia del movimento mussoliniano adattato alla realtà germanica da Hitler e dai suoi collaboratori, nacque se mai spostato più a sinistra che destra (si legga a proposito il programma di San sepolcro del 1919, prima di dire eresie ideologiche), e con il chiaro intento di creare una Terza Via politica fra la destra borghese liberalcapitalista e la sinistra criminale che in nome di un assurdo internazionalismo di stampo marxiano tentava di abbattere gli Stati Nazionali alla ricerca della rivoluzione armata. E’ ben vero che nel corso degli anni il programma originario del 1919 venne leggermente mitigato, ma mai il Fascismo si spostò su posizioni di destra, pur mostrando un amore per la Patria sconosciuto alle sinistre mondiali; fu essenzialmente un Socialismo Nazionalista, epurato dalle voglie sanguinarie di rivoluzione tanto care ai rossi. Alla lotta fra le classi sostituì la collaborazione fra le classi, legiferando sempre e fino all’ultimo giorno della RSI in favore delle classi meno abbienti e più disagiate; cosa che i soliti falsari della Storia non potranno mai cancellare.
Venendo al secondo motivo, si tratta di semplice strategia; essendo ben consapevole di vivere in un regime partigiano – mafioso che nulla ha a che vedere con uno Stato di Diritto, ho da tempo capito che la Magistratura penale, pur avendoci gratificati con varie assoluzioni che certificano il nostro diritto di esistere e di fare propaganda con il nostro nome ed il nostro simbolo, non farà mai valere i nostri diritti nei confronti dei mafiosi che si nascondono presso il Ministero dell’Interno e sotto le toghe della cosiddetta magistratura amministrativa. Infatti, nel corso degli ultimi anni, più volte abbiamo visto Vice Prefetti a capo delle commissioni elettorali bocciare le nostre liste, senza successivamente ottenere giustizia dai vari TAR e Consiglio di Stato, ovvero organi preposti a decidere solo e semplicemente sulla regolarità degli atti dei vari organi della Pubblica Amministrazione, ma che invece si permettono di travalicare i loro compiti pretendendo di sentenziare che il nostro movimento viola la Costituzione e la cosiddetta “Legge Scelba”, benché questo sia stato più volte escluso dai Tribunali veramente competenti, cioè quelli Penali (Nell’ordinamento italiano i tribunali amministrativi regionali (TAR) sono organi di giurisdizione amministrativa, competenti a giudicare sui ricorsi proposti contro atti amministrativi da privati che si ritengono lesi (in maniera non conforme all’ordinamento giuridico) in un proprio interesse legittimo. Si tratta di giudici amministrativi di primo grado, le cui sentenze sono appellabili dinanzi al Consiglio di Stato).
Riassumendo, siamo di fronte al seguente paradosso: i Tribunali penali dicono che il nostro nome, il nostro simbolo e la nostra propaganda non violano alcuna delle vigenti Leggi; alcuni mafiosi prefettizi e loro compari delle toghe rosse amministrative non vogliono sentire ragioni e ci buttano fuori dalle competizioni elettorali perché a loro dire il nostro nome ed il nostro simbolo violerebbero la XII disposizione transitoria della Costituzione e la Legge attuativa della suddetta disposizione transitoria (Legge Scelba), ma i Tribunali penali che in un primo tempo ci danno ragione, ce la negano quando chiediamo di punire gli atti illeciti dei mafiosi di cui sopra, archiviando ogni nostra denuncia contro Vice Prefetti e Tribunali amministrativi!
Degno di una Repubblica delle banane, ovviamente.
Venendo, infine, alla possibilità di collaborare con altri movimenti di sinistra e non, ti dico subito che ritengo la cosa impossibile, almeno finché non verranno a cadere le posizioni psicopatiche e demenziali che si riassumono nella pregiudiziale antifascista. A nostro modo di vedere, chiunque si vanti di essere antifascista è una sorta di ibrido a metà fra il delinquente e l’ignorante, indi non potremmo certo mai averci a che fare.
Inoltre, consentimi di dirlo, a sinistra non esiste e non è mai esistito alcun valore; certi figuri fingono di interessarsi alle sorti del povero lavoratore, del diseredato, dei popoli oppressi, ma lo fanno solo ed esclusivamente per trovare comodi palcoscenici sui quali issarsi per avere visibilità. Per loro blaterare di antifascismo vale più della pelle dei poveracci che sfruttano per i loro sporchi interessi.
E non dico tanto per dire; posso farti degli esempi. Anni fa chiedemmo di partecipare ad una manifestazione organizzata da sigle sconosciute a favore del popolo palestinese: ci risposero di non farci vedere! Successivamente, partecipammo ad una petizione sempre sullo stesso argomento, firmando un documento di solidarietà con i palestinesi, ma tutte le firme che facevano riferimento al nostro movimento vennero cestinate. Ed in ultimo, più di recente, è accaduta una cosa emblematica; quelli dell’ARCI Gay, forse credendo di provocarci e/o sfotterci, ci inviarono ben due inviti ad una loro conferenza stampa, magari credendo che avremmo risposto ad insulti… Ma quando li contattammo per dirgli che eravamo interessati ad intervenire, dopo due o tre contatti imbarazzati, ci risposero che non eravamo graditi in quanto Fascisti, e che certamente l’invito ci era stato mandato per errore!
Capito con quali scarti di essere umano abbiamo a che fare? Immagina tu se avessimo detto ad un giornalista dell’ARCI Gay che non poteva partecipare ad una nostra conferenza stampa perché noi siamo Antifroci! Ci avrebbero crocifisso in piazza, come minimo!
Noi, che abbiamo idee e valori, siamo disposti a parlare con tutti ed a collaborare con chiunque, ma la putrida feccia che costituisce la sinistra, se ne infischia di gay, palestinesi ed oppressi vari, pensando solo al portafoglio ed agli interessi di partito!
Del resto, siamo di fronte a gente che considerava criminali le bombe americane sui civili comunisti del Vietnam, ma considerava liberatorie le stesse bombe sganciate sui civili Fascisti di Italia, Germania e Giappone…
Pur essendo voi riusciti a riportare la parola “fascismo” nella dialettica politica (anche per non avere utilizzato la definizione del disciolto e storico “Partito Nazionale Fascista”) e per il vostro avere rispettato le regole democratiche della competizione politica, per molti proprio l’uso che attuate del richiamo al fascismo, nella terminologia, rimane qualcosa di problematico, controverso… non sono mancati, così, problemi che vi hanno riguardato, a proposito della giustizia amministrativa e penale: ad esempio, di recente vi era stato un esposto ad una Procura contro di voi, presentato da un cittadino, segretario locale dell’UDC, che si era sentito personalmente offeso dalle vostre visioni politiche… procedimento, però, archiviato dalla magistratura proprio in questo 2014, con la motivazione che non ci fosse apologia di fascismo nel vostro operato, e che, quindi, tale cittadino non potesse legittimamente ritenersi “leso” dalla vostre posizioni… Puoi esporre meglio, per i lettori, questo ed altri episodi che hanno riguardato il tuo movimento, cercando di sottolinearne motivazioni e significati?
Guarda, sarò sincero: non ricordo neppure l’episodio specifico al quale fai riferimento… Sarà perché, come dice il detto: “Raglio d’asino non va in cielo”, ma il povero cittadino democristiano offeso dalle nostre visioni politiche proprio non lo rammento!
Ne rammento certamente molti altri, perché non manca mai il cerebroleso (di solito partigiano e/o comunista) che corre dalle autorità quando vede un nostro manifesto su un muro, o quando incontra qualcuno dei nostri ragazzi che distribuisce articoli di propaganda…
Ma sai qual è la verità? E’ che si stratta di poveracci ignoranti ed illiberali che ignorano l’argomento del quale parlano, perché in Italia non è dalla nascita del nostro movimento che è diventato legittimo dirsi Fascisti, ma addirittura dal 1957, e te lo dimostro:
Sentenza della Corte Costituzionale n° 1 del 26 gennaio 1957:
(…) Come risulta dal contesto stesso della legge 1952 (le cui norme, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 10, cesseranno di avere vigore appena saranno state rivedute le disposizioni relative alla stessa materia del Codice penale), l’apologia del fascismo, per assumere carattere di reato, deve consistere non in una difesa elogiativa, ma in una esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista. Ciò significa che deve essere considerata non già in sé e per sé, ma in rapporto a quella riorganizzazione, che è vietata dalla XII disposizione (…)
Sentenza della Cassazione penale del 6 giugno 1977:
(…) La Costituzione della Repubblica, mentre vieta in modo assoluto la riorganizzazione del disciolto partito fascista, non pone invece alcun limite alla libertà di manifestare il proprio pensiero, neppure quando la manifestazione abbia per oggetto persone, fatti e disegni politici del fascismo. Pertanto, per costituire reato, l’apologia del fascismo deve consistere in una esaltazione tale da poter portare alla riorganizzazione del partito fascista (…)
Quindi, è chiaro ormai da più di mezzo secolo che l’unico comportamento penalmente perseguibile a proposito di Fascismo è la ricostituzione del disciolto PNF… E questa ricostituzione si ha non semplicemente costituendo un movimento di ispirazione Fascista, ma ricostituendo quel preciso partito disciolto, che aveva per obiettivo (così dicono i falsari della Storia, ma a noi poco importa) la soppressione della democrazia ed utilizzava metodi violenti (come se i loro compagnucci rossi dell’epoca non facessero di peggio) quali strumento di propaganda politica.
Quindi, chi ancora oggi si attarda con le sue querele e le ridicole e ripetitive interpellanze parlamentari (persino i mentecatti dei 5 Stelle si sono presentati in Parlamento tuonando contro la presenza del nostro movimento alle elezioni, tanto per fare capire quali novità vogliano introdurre nella politica italiana), non fa altro che dimostrare di essere un idiota a digiuno delle più elementari normative giuridiche vigenti, nonché uno sciacallo a caccia di facile visibilità politica ai nostri danni.
Tuttavia, piuttosto che dilungarmi in questioni giuridiche ormai sufficientemente chiarite (almeno per quelli che hanno un cervello e lo usano), preferire soffermarmi sul piano morale di queste persone che tentano (invano) di intimorirci e zittirci… Pensaci, abbiamo a che fare con dei mascalzoni senza morale che invocano la galera non per chi delinque, ma per chi si limita ad esprimere una sua opinione politica, utilizzando mezzi leciti e pagando le tasse di affissione ai vari Comuni!
Il ladrone dell’UDC del quale hai accennato, sarebbe disposto a vedere dietro le sbarre di una cella ragazzi e ragazze con il solo torto di pensarla diversamente da lui!
E si permettono di piagnucolare sul Fascismo che limitava la libertà d’espressione? Ma almeno a Mussolini i pieni poteri glieli votò un Parlamento composto in larga parte da antifascisti!
A questi mascalzoni che si riempiono la bocca di paroloni come libertà, uguaglianza, diritti, chi ha mai votato i pieni poteri che gli consentirebbero di mandare in galera un essere umano per un manifesto?
Infine, notiamo l’ipocrisia… Hai mai sentito qualche cialtrone democristiano denunciare una delle miriadi di sigle comuniste, che orgogliosamente ancora tappezzano le nostre città di falci e martelli, magari senza neppure pagare le relative tasse? Non si sentono disturbati da dei simboli grazie ai quali nel corso della Storia sono stati uccisi da 100 a 200 milioni di esseri umani, rei soltanto di non volersi convertire al verbo di Marx?
E hai mai sentito notizia di qualche cittadino che abbia denunciato l’esposizione dello scudo crociato, ovvero il simbolo dietro al quale si sono nascoste le peggiori ruberie ed i peggiori misfatti del dopoguerra in Italia?
Dammi retta, questa gente non è solo in malafede, ignorante ed in cerca di facile pubblicità… Fa proprio schifo sul piano umano! Disgustosi prodotti di questa Italia falsamente democratica.
Recentemente il partito del quale sei segretario nazionale ha mietuto alcuni successi nell’ambito politico piemontese ed abruzzese, con l’elezione di cinque consiglieri comunali (tu stesso hai colto personalmente un successo) nelle province di Asti e di Chieti: quali consideri possano essere state le tematiche che possano avere più convinto i vostri elettori? E siete riusciti a realizzare qualcosa delle vostre linee programmatiche?
Potrei millantare meriti per pagine intere, ma sono troppo onesto per farlo; in realtà il fatto di avere eletto dei Consiglieri Comunali è stato una mera questione di fortuna, e di seguito chiarirò il perché.
In primis, va detto che noi ogni anno ci presentiamo alle elezioni in qualche piccolo Comune, compatibilmente con la disponibilità di Camerati che accettano di candidarsi e presentare le liste all’interno delle loro zone di competenza; non facciamo questo con l’illusione di vincere, né di essere eletti, ma cerchiamo semplicemente di renderci visibili ai cittadini che altrimenti, grazie all’ostracismo vergognoso dei cosiddetti “media”, non saprebbero neppure della nostra esistenza.
Nel fare questo andiamo spesso incontro a risultati molto scarsi, compreso qualche “zero voti”, come accaduto alcune volte in passato, ed il perché è estremamente chiaro: il voto nei Comuni, specialmente quelli più piccoli, è un voto interamente clientelare (oserei dire mafioso, per essere preciso), dato sempre al parente, o al compare, indipendentemente dai partiti di riferimento e dai programmi più o meno sinceri che si presentano.
Mi spiego con un esempio; nel 2012, candidato Sindaco a Villanova d’Asti, alla fine del dibattito pubblico al locale cinema parrocchiale, venni avvicinato da diversi cittadini che si complimentarono con me. Una ragazza mi disse che ero l’unico candidato ad avere fatto bella figura, ma che essendo lei la figlia (!) di uno degli altri candidati, non avrebbe potuto votarmi… Altri dissero più o meno le stesse cose, sostenendo però che avrebbero dovuto votare la cognata, il cugino e via dicendo.
Indi, anche quelli che possono riconoscere la bontà di un candidato, alla fine votano per il parente e/o l’amico, che certamente potrà ricambiare il favore una volta eletto!
Ecco perché non ci aspettiamo nulla dalle elezioni, se non un minimo di visibilità che le vigenti Leggi garantiscono a tutti i candidati; nei casi specifici qui citati, a Cellarengo (AT) abbiamo avuto la fortuna di capitare ad una tornata elettorale ove era presente una sola lista… Noi, come seconda lista, avevamo garantita l’elezione di 3 Consiglieri, a patto di prendere almeno un voto. Ma i voti, quasi inaspettatamente, hanno raggiunto la percentuale dell’11,35%, cosa che ha più che legittimato l’elezione mia e di altri due Camerati.
Evidentemente, molte persone del paese, al di là dei programmi, hanno inteso ribellarsi ad una forma di politica omologata che non consente di scegliere loro gli amministratori e li mette di fronte al fatto compiuto, ovvero una sola lista costruita in privato da chi pretende di rappresentare l’intero Consiglio Comunale, senza alcuna opposizione.
Diverso è stato il caso di Poggiofiorito (CH); qui la nostra candidata Sindaco, Katia De Ritis, che è anche il Vice Segretario Nazionale MFL-PSN per il Sud Italia, non appena è stata resa nota la sua candidatura, si è ritrovata sommersa di complimenti e lodi da parte di una sorta di comitato cittadino, che l’ha praticamente elevata al ruolo di “salvatore” del Comune!
In poche parole, in quel Comune un Sindaco di degna scuola DC faceva il bello ed il cattivo tempo da decenni, facendo eleggere una sua marionetta ogniqualvolta non poteva candidarsi a causa della Legge sui due mandati consecutivi. Anche in queste elezioni del 2014, sentendosi invincibile, si vantava durante i comizi di avere presentato 2 liste, in modo da avere la carica di Sindaco personalmente, ed il ruolo di “opposizione” rappresentato dalla suddetta marionetta politica!
I cittadini stufi della situazione, invece di ribellarsi e presentare un proprio candidato, hanno preferito nascondersi (il difetto tipico dell’italiano medio!) dietro la prima persona che osava venire da fuori per sfidare il Sindaco “eterno”, e così la nostra De Ritis è stata sostenuta e votata da moltissime persone (persino da quelle che si qualificavano “di sinistra”), arrivando ad ottenere un clamoroso 22,99% che le ha consentito di arrivare seconda, staccando di molto la lista della “marionetta” del Sindaco, comunque riconfermato.
Ovviamente, essendo a Poggiofiorito presenti 3 liste, il MFL-PSN ha potuto eleggere solo 2 Consiglieri di opposizione, mentre il terzo se lo aggiudicava l’ormai famosa marionetta.
La cosa di buon auspicio è che finalmente molti cittadini hanno privilegiato la speranza di cambiamento all’eterno votare “a sinistra” ed all’ancor più eterna ed insopportabile pregiudiziale antifascista; chissà quando si evolveranno anche i cittadini di altri Comuni italiani!
Quali sono le iniziative più importanti, di natura politico-sociale, che state pianificando per il futuro?
Guarda, qui c’è ben poco da dire; idee ne avremmo molte, ma per realizzarle servirebbero uomini, mezzi e risorse che difficilmente potremmo permetterci.
Tieni conto che noi campiamo da sempre con i poveri sforzi di pochi dirigenti (in primis il sottoscritto), e con le esigue quote del tesseramento annuale; fondi pubblici non ne abbiamo mai percepiti, finanziatori privati non ne abbiamo, indi per fare qualsiasi cosa, fosse anche lo stampare dei semplici manifesti che regolarmente finiscono stracciati da quella forma di pattume umano che appartengono alla sinistra italiana, dobbiamo sempre pensarci più e più volte.
Possiamo, quindi, limitarci a fare una semplice cosa: esistere!
E già questo dà estremo fastidio al regime, sia a quello “ufficiale”, che nonostante le nostre dimensioni, si affanna a sguinzagliare i suoi Prefetti e le sue toghe rosse nel tentativo di eliminarci, sia a quello “ufficioso”, che avvalendosi dei pidocchiosi anarco – comunisti coccolati, stipendiati e protetti dai soliti noti, cerca di zittirci hackerando i nostri siti internet, imbrattando e strappando gli stampati che diffondiamo pagando regolarmente le tasse comunali, o addirittura mandandoli ad aggredire (in dieci contro uno, come loro eterno costume) i nostri ragazzi, come accaduto pochi anni fa a Boscoreale (NA) all’allora responsabile provinciale, che fu aggredito da una decina di lerci pidocchiosi di un centro sociale occupato tollerato dalle autorità (tanto per cambiare), davanti agli agenti della Polizia locale, che non solo non intervennero, ma derisero anche il nostro iscritto dicendogli di avere pensato ad uno “scherzo” e che il sangue che aveva sul volto lo avevano scambiato per “rossetto”. Degni escrementi servitori di uno Stato di escrementi…
Ma pur con tutta la limitatezza che ci deriva dal non avere radio, televisioni, quotidiani, periodici e soldi in generale, noi siamo e resteremo qui, alla faccia di tutti i sabotaggi, al fine di continuare a raccontare all’italiano ormai cloroformizzato ed asservito qual è la VERA Storia e soprattutto chi è che ha fatto veramente gli interessi delle classi meno abbienti, e chi invece queste classi le ha solo sapute illudere, sfruttare ed abbandonare!
FONTE:
http://www.caserta24ore.it/22122014/intervista-di-antonella-ricciardi-a-carlo-gariglio/
7 Dicembre 2014
Fucilateli TUTTI. ……
Se mai ce ne fosse bisogno, adesso l’abbiamo capito un poco meglio. È più chiaro perché, già da decenni, la nostra Patria è stata vittima di una vera e propria invasione teorizzata, programmata, voluta e scientemente attuata con la complicità di tutta la classe politica, di destra e di sinistra. Ci hanno chiamato Fascisti (come se fosse un insulto e non un onore, tale appellativo!), xenofobi, razzisti, estremisti, quando già da decenni dicevamo che una immigrazione incontrollata e senza regole si sarebbe rivelata una bomba per la nostra Patria, minata sia nelle sue fondamenta spirituali, razziali e culturali che più propriamente economiche.
Mentre erigevano un enorme sistema di menzogne per mettere a tacere le voci contrarie a questo gigantesco stupro di massa contro la Nazione che un tempo abbiamo amato e della quale eravamo orgogliosi, mentre il meticciato, il multiculturalismo e il buonismo terzomondialista d’accatto venivano diffusi a piene mani da politici e media di regime, mentre il mettere alla fame il nostro popolo con salari miserabili veniva spacciato per competizione e libero mercato… ecco che loro si arricchivano alle nostre spalle.
Dice bene il criminale e massone Carminati, l’ex NAR che aveva abbandonato la cultura della rivoluzione per darsi agli affari di esseri umani: «Con gli immigrati e i rom si fanno molti più soldi che con la droga». Facile a credersi: la droga si deve far entrare illegalmente in Italia, deve essere custodita, tagliata e infine venduta in un pericoloso moltiplicarsi di passaggi illegali. L’immigrato, viceversa, viene direttamente”in casa”, non costa alcunché perché i soldi e la pelle la rischia solo ed esclusivamente lui. Di più: da almeno un anno la nostra Marina Militare – quella forza che, almeno teoricamente, dovrebbe pattugliare e difendere i mari della nostra Nazione – i clandestini li va a prendere direttamente a casa loro: una vera e propria attività di scafismo che, in un Paese civile, avrebbe visto i principali responsabili fucilati per alto tradimento.
Non si era mai visto, in millenni e millenni di civiltà e organizzazioni politiche come Stati, Imperi e organizzazioni territoriali più o meno sovrane e padrone del proprio territorio, qualcuno che utilizzasse il proprio esercito non per difendere i sacri confini, bensì per favorire una vera e propria invasione legalizzata di una enorme massa di criminali e parassiti per i quali l’Italia altro non è se non una gigantesca terra di nessuno, via privilegiata verso l’Europa del Nord nel migliore dei casi, terra di illegalità e impunità diffuse nel peggiore.
Gli svantaggi di queste “risorse” (economiche, almeno nel loro caso)? Loro hanno potuto avere i posti migliori, le case migliori, i locali migliori, i quartieri migliori. Gli spacciatori agli angoli delle strade, le prostitute a tutte le ore, i quartieri in cui si ha anche paura ad uscire di casa, i rom che entrano nella tua azienda per rubare tutto il rubabile: tutto questo, invece, lo hanno lasciato ai pezzenti come noi. E quando qualcuno si è sacrosantemente stufato di subire in silenzio, ed ha provato ad alzare la testa, ecco che era già pronto l’anatema politico-sociale: fascista, razzista, intollerante, estremista, violento. Chiedere a quelli di Tor Sapienza, che di Fascismo e Libertà non sono di sicuro, per credere.
In tutto questo dobbiamo pure sorbirci la finta indignazione della Presidentessa Laura Boldrini, una che come dirigente dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati prima, e come attivista di sinistra e Presidente della Camera poi, ha attivamente contribuito per far diventare questo Paese lo schifo che è oggi, ed è una dei principali responsabili di questo scempio.
Ma no, non basta ancora. Dobbiamo pure leggere i tweet di Nichi Vendola e dei poveri coglioni che gli danno retta. Come se non sia stato Renzi a decidere di commissariare tutta la sezione romana del suo partito, come se il PD non c’entri nulla con lo scandalo (e invece se la stanno facendo sotto anche loro), come se Ozzimo e Coratti si siano dimessi per solidarietà con la destra. L’innata ipocrisia e faccia da culo di quelli di sinistra si vede anche su Twitter.
Qualcuno lo dica, all’antifascista pugliese: se c’è qualcuno che la mafia l’ha sconfitta a calci nel culo, quello è stato proprio il Fascismo. Non a caso Giovanni Falcone, uno che di mafia qualcosa ne sapeva, scrisse: «L’unico tentativo serio di lotta alla mafia fu quello del prefetto Mori, durante il Fascismo, mentre dopo, lo Stato ha sminuito, sottovalutato o semplicemente colluso. Sfidiamo gli antifascisti a negare che la mafia ritornò trionfante in Sicilia ed in Italia al seguito degli “Alleati” e degli antifascisti, in ricompensa dell’aiuto concreto che essa fornì per lo sbarco e la conquista dell’isola!”
Servirebbe aggiungere altro, per mettere a tacere lo stronzetto pugliese? Ma si! Al contrario dei suoi amici di sinistra, Mussolini non si arricchì mai personalmente. Quando venne appeso a testa in giù, dalle sue tasche non cadde nemmeno un centesimo. Leggiamo cosa scrisse a tal proposito il Ministro dell’Interno dell’epoca Fascista, Gianpietro Pellegrini: «Nel novembre era stato preparato un decreto, da me controfirmato, con il quale si assegnava al Capo della Rsi l’appannaggio mensile di 120 mila Lire. Il decreto, però, che doveva essere sottoposto alla firma del Capo dello Stato, fu da lui violentemente respinto una prima volta. Alla presentazione, effettuata dal sottosegretario di Stato, Medaglia d’Oro Barracu, seguì una seconda del suo segretario particolare Dolfin. A me, che, sollecitato da Dolfin e dall’economo, ripresentai per la terza volta il decreto, Mussolini disse: “Sentite, Pellegrini, noi siamo in quattro: io, Rachele, Romano e Annamaria. Mille lire ciascuno sono sufficienti”. Dovetti insistere nel fargli notare che, a parte l’insufficienza della cifra indicata in relazione al costo della vita, occorreva tener conto delle spese della sua casa e degli uffici. Dopo vive sollecitazioni finì per accettare, essendo egli anche Ministro degli Esteri, solo l’indennità mensile di 12.500 lire assegnata ad ogni altro Ministro. Nel dicembre 1944, però, mi inviò una lettera che pubblicò, rinunciando ad ogni e qualsiasi emolumento, ritenendo sufficienti alle sue necessità i diritti d’autore».
Capito, stronzetto pugliese? Parliamo di qualcuno di un po’ più rispettabile dei Carminati, degli Alemanno, degli Ozzimo, dei Coratti, di tutto il PD romano, e di quei coglioni che danno retta alle stronzate che dici.
Ora lo sappiamo, ne abbiamo una ennesima dimostrazione. Il loro non è libero mercato, ma la nuova frontiera dello schiavismo. Non è vero che ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare: ci sono salari da fame che gli italiani non possono accettare, e che invece gli immigrati accettano benissimo. La loro non è integrazione, ma disintegrazione, dell’Italia in primis. La loro non è bontà, è buonismo, e sulla pelle nostra, tra l’altro.
E fanno schifo. Tutti collusi. Tutti colpevoli. Tutti meriterebbero di essere fucilati al muro per alto tradimento. Miserabili.
Chessa Andrea.
Fonte: http://chessaandrea.blogspot.it/
25 Novembre 2014
Il Soldato Politico
Il Soldato Politico
Nella storia delle Nazioni e dei Continenti ci sono state sempre situazioni contingenti che hanno contribuito a creare quelle che vengono chiamate “Rivoluzioni” , spesso tali eventi sono legati a Uomini illuminati che nascono ogni 100 anni se va bene , Uomini di altezza morale, etica , spirituale , cosi è stato per la storia antica classica e dell’Impero Romano , le Signorie Medioevali e gli Stati Feudali , il Rinascimento e l’età moderna e qui arriviamo al Fascismo e al Nazionalsocialismo , oltre in egual misura alle rivoluzioni socialiste russa per prima , cinese e cosi via , fino all’ultima Rivoluzione del XX secolo a opera dell’Imam Khomeini in Iran nel 1979.
Cosa significa questo discorso? Significa che l’esistenza di un partito politico è strutturale e organico verso la conquista del potere , quella è la sua finalità e meta , un movimento associativo , di ripiego o storico può essere solo un utile hobby domenicale senza alcuna implicazione politica , invece per il Partito come lo intendiamo noi e nella fattispecie il MFL-PSN il modello del Soldato Politico deve essere il tipo di militanza da richiedere a ogni iscritto al Partito, che unisca la sua energia insieme a quelle dei camerati di tutta Italia per la realizzazione dello Stato Nazionale del Lavoro.l’Obbiettivo cari camerati è ambizioso ma non impossibile in quel marasma sociale che si chiama Storia , spesso essa si ripete sotto altre forme tocca a noi capire e colpire al punto giusto per indirizzare la nostra azione dinamica , esaltante , mistica a servizio della Patria e dell’Ideale Fascista che oggi come oggi è più vivo che mai , il popolo
èstufo e stanco lo dimostrano i movimenti di protesta , le leghe di varia ispirazione sia nordista che borbonica , i partiti slegati da ogni ideologia che chiedono solo pane , lavoro e dignità slogan di cui si è appropriata indegnamente la sinistra antagonista e cosidetta sociale (il PD è sociale?) SEL è sociale? a me pare un circolo gay. La difficoltà per noi oggi quindi è facile da intuire , il come arrivare al potere, la storia insegna che le azioni anche di pochi uomini sono un esempio per molti , molte persone sono amorfe , delle amebe che hanno bisogno prima di un capo che li guidi e secondo di ESEMPI,Noi dobbiamo essere quell’esempio, abbiamo la forza per esserlo , la storia e la tradizione , e sopratutto gli argomenti che altri non hanno , l’organicità del Fascismo è duttile per qualsiasi teoria politica . anche quelle da “battaglia” che usano ora i movimenti di destra sull’immigrazione ,l’immigrazione è un fatto reale che non si può
fermare , ma solo controllare e gestire , è un fatto squisitamente di ordine pubblico ,non è un problema razziale, ne religioso , ma solo di rispetto delle regole e la loro ferrea applicazione, anzi lavorando bene possiamo attrarre verso le nostre posizioni anche coloro che italiani non sono ma aderiscono idealmente ai principi dell’ideale fascista , del resto l’ideologia che ha permeato tutta l’Europa prima del Bolscevismo dopo il 1945 è stato il Fascismo, esso ha lasciato ricordi profondi positivi nei vari paesi prima di tutto dell’Asse che erano alleati all’Italia ma anche nei paesi occupati.Vediamo un crescendo di movimenti fascisti ungheresi , rumeni, bulgari , greci , albanesi, e cosi via.Abbiamo un enorme potenziale ideologico attuale perchè il Fascismo è dinamismo e azione due concetti che se applicati in modo deciso e mirato possono portare e porteranno nuove posizioni , nuova linfa , nuova forza al MFL-PSN!
Murgia Matteo
17 Novembre 2014
La Storia è un’altra “storia”.
Da 70 anni a questa parte, tre generazioni di studenti hanno appreso dai testi scolastici che la Seconda Guerra Mondiale è stata scatenata da Hitler, un pazzo sanguinario, capo di un manipolo di esaltati e violenti, il quale, salito non si sa come al potere in Germania nel 1933, era riuscito ad ipnotizzare i tedeschi ed a trascinarli, loro malgrado, nel suo folle progetto di conquistare il mondo. Proprio a questo scopo, l’1 settembre 1939 aveva iniziato con l’invadere la Polonia, dato che era la nazione che gli stava più vicino. Tale vile aggressione aveva sconvolto le democratiche coscienze delle democraticissime Inghilterra e Francia, che, due giorni dopo, assieme ai loro vassalli, erano state quindi costrette a dichiarare guerra alla Germania (difficile, qui, sostenere il contrario), nel nobile e disinteressato intento di salvare la Polonia e, naturalmente, l’intera umanità. Alla crociata antinazzzista si erano poi unite, sempre disinteressatamente, le altre democrazie (più o meno popolari), quali l’Unione Sovietica (peraltro anch’essa proditoriamente attaccata dalla Germania), gli Stati Uniti d’America (anch’essi proditoriamente ed inaspettatamente attaccati dal Giappone, altra potenza dell’Asse col solito pallino di conquistare il mondo) e i loro vassalli. Nel frattempo, i tedeschi (=nazzzisti) , giusto per non farsi mancare niente, avevano preso a gasare e/o arrostire a milionate gli ebrei che gli capitavano a tiro, senza trascurare di compiere, ovunque passavano, massacri all’ingrosso tra la popolazione civile. Per essere più precisi, autori di tali nefandezze erano le SS, ovvero l’esercito della morte, che infatti vestiva, almeno nelle parate, l’uniforme nera. Fortunatamente, però, nonostante qualche incidente di percorso, la coalizione democratica aveva alla fine prevalso e salvato il mondo. Questa favola la raccontano dalla fine della guerra (anzi, da ancor prima) e lo fanno quotidianamente con tutti i mezzi possibili: libri, giornali, riviste, cinema, televisione e adesso anche “facebook” e “twitter”; persino nelle commedie il “cattivo” è sempre tedesco (anche quando non veste l’uniforme delle SS, lo si capisce facilmente dal forte accento germanico e dalla “r” lievemente arrotata) ed è anche coglione, perché viene facilmente neutralizzato e ridicolizzato dal “buono”, che è sempre un abile agente americano o inglese (a scelta), il quale riesce così a salvare il mondo (questo è molto importante). Tuttavia, nonostante questi incessanti sforzi messi in atto dal mostro con un unico corpo e tre teste (una ebrea, una capitalista e una comunista), la verità storica, negata, stuprata, straziata e affondata, continua ostinatamente a riemergere e lo fa ogni volta di più. Negli ultimi anni, grazie al lavoro di onesti e coraggiosi ricercatori di tutto il mondo, sono riaffiorati documenti originali, foto, filmati e testimonianze originali, che costituiscono prove inoppugnabili del fatto che:
• Adolf Hitler fu un eccezionale uomo politico e statista, che, svincolandolo da capitalismo e comunismo e rendendogli la giustizia sociale, riuscì in brevissimo tempo a trasformare il suo popolo, fino ad allora lacerato da profonde divisioni e facile preda dei maneggi stranieri, in un blocco monolitico e in una potenza mondiale di primordine;
• proprio per tale motivo, e per arginare la crescente diffusione del nazionalsocialismo che le avrebbe travolte, le “potenze democratiche”, ovvero Stati Uniti ed Inghilterra in primis, i cui governi erano manovrati dalla finanza internazionale che aveva subito fiutato il pericolo mortale che si stava delineando per essa, scatenarono cinicamente una guerra mondiale allo scopo di distruggere la Germania e con essa i nuovi valori che si stavano affermando;
• lo fecero servendosi dei polacchi come utili idioti, ovvero incitandoli a massacrare la popolazione di etnia tedesca intrappolata dentro i loro confini dal Trattato di Versailles, con la promessa mai mantenuta di un appoggio militare in caso di aggressione (infatti non mossero un dito per aiutare l’esercito polacco schiacciato dalla Wehrmacht in 35 giorni e non batterono ciglio quando gli sciacalli sovietici attaccarono a loro volta la Polonia il 17 settembre 1939); in tal modo fecero sì che Hitler non avesse altra scelta se non quella dell’uso delle armi;
• le rappresaglie tedesche sul finire della guerra, spesso volutamente provocate dai terroristi (V. partigiani) che agivano nei vari paesi occupati, erano conformi alla Convenzione dell’Aia del 1907 sul diritto bellico; non furono affatto ad esse inferiori quelle operate dagli “alleati”, che però, anziché il rapporto di 1 a 10, utilizzarono quello di 1 a 25 (inglesi), 1 a 50 (francesi) e 1 a 200 (americani);
• chi si macchiò di veri crimini, furono proprio gli “alleati” con i bombardamenti mirati sulla popolazione civile in Germania, in Giappone e in Italia, che provocarono inutilmente centinaia di migliaia di vittime (il numero esatto è rimasto incalcolabile): i più eclatanti quelli di Amburgo e Dresda (effettuati con bombe al magnesio e al fosforo (vietate) e Hiroshima e Nagasaki (effettuati con bombe atomiche, non vietate perché non previste dal diritto bellico); per non parlare delle violenze sui civili nei territori da essi occupati;
• ad Auschwitz vi erano un ospedale, un teatro e una piscina (che però non vengono mostrati ai turisti che visitano la “perla dell’olocausto”) ad uso degli internati; al pari degli altri analoghi campi di lavoro forzato, istituiti per sostenere lo sforzo bellico della Germania, non vi erano invece le camere a gas: l’unica che viene mostrata ai turisti è stata rozzamente e malamente (ri)costruita dai sovietici nel 1945, ricavandola da un rifugio antiaereo col beneplacito di americani e inglesi;
• i veri campi di sterminio, furono quelli allestiti dagli “alleati”: inglesi in India, francesi in Nord Africa, russi in Siberia e soprattutto americani (nel Rheinwisenlager , organizzato dopo la fine della guerra in Germania dal criminale generale americano Dwight D. Eisenhower, poi presidente USA, furono fatti morire un milione di prigionieri tedeschi per malattia, fame e assassinio; condizioni simili per i “nippo-americani” internati nei campi di concentramento degli USA durante la guerra);
• i grotteschi “processi” di Norimberga prima e di Tokio poi, nei quali essi ricoprivano il ruolo di accusatori e di giudici, furono organizzati dai vincitori per scaricare i crimini da loro commessi sui vinti;
• le Waffen SS furono l’unico vero esercito europeo e non solo, nelle cui file si arruolarono un milione di uomini di 32 nazioni che su tutti i fronti di guerra combatterono valorosamente fino all’ultimo per realizzare il sogno di un mondo libero dal capitalismo e dal comunismo.
L’esito della Seconda Guerra Mondiale non ha salvato il mondo; lo ha fatto semplicemente ripiombare, per quanto riguarda l’Europa occidentale, nella situazione d’anteguerra, nella quale, per soddisfare la voracità di pochi, regna il democratico caos, la democratica corruzione, la democratica inefficienza, la democratica ingiustizia sociale; il popolo, però, può essere contento e soddisfatto, perché può usufruire a iosa delle democratiche elezioni, con le quali può scegliere (ma solo sulla carta) il farabutto che sarà legalmente autorizzato a vuotargli le tasche per riempire le proprie; in aggiunta a quelli che gliele vuotano senza essere legalmente autorizzati e che rimangono ugualmente impuniti. L’Europa orientale, invece, ha potuto godere gratis, per oltre 40 anni, delle delizie del “paradiso dei lavoratori”. Nel concludere queste brevi considerazioni generali, mi viene in mente una frase che Adolf Hitler pronunciò durante il suo discorso allo Sportpalast di Berlino il 3 ottobre 1941: “……una lotta tra la verità è la menzogna è cominciata e come sempre questa lotta finirà con la vittoria della verità”. Fino a qualche anno fa queste parole potevano indurre soltanto ad un sorriso amaro; oggi, invece, comincia a profilarsi la concreta speranza che la profezia del Führer finalmente si avveri. Giuliano Scarpellini
17 Novembre 2014
RIASSUNTO STORICO (tanto per non dimenticare, e smentire dei fatti!)
fieAl fine di dirimere ogni confusione, luoghi comuni e inesattezze e quindi attestare alcune realtà storiche, cercherò di ricostruire storicamente i passaggi che hanno portato il fascismo dalla nascita al ventennio conservatore, fino alla Repubblica Sociale (ista) Italiana.
E’ un percorso ondivago, contraddittorio, laddove le necessità pratiche e gli interessi nazionali, prevalgono su quelle ideologiche.
Riassumo e semplifico al massimo.
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IL SOCIALISMO NELLA NAZIONE CON L’APPORTO DELLE ENERGIE COMBATTENTISTICHE
Tutto inizia nel 1914 quando il Mussolini socialista e per giunta massimalista fa la scelta Interventista nella guerra, conscio che il socialismo marxista è naufragato nel crollo della seconda internazionale, dove in ogni paese ha prevalso l’aspetto nazionalista su quello internazionalista.
Da uomo d’azione, quale è sempre stato, Mussolini intuisce che, stante la natura umana, il socialismo marxista e internazionalista è una utopia, ma è invece realizzabile nella nazione e che la guerra può costituire una rigenerazione epocale, liberando spiriti ed energie in grado di compiere la rivoluzione.
Gli anni di guerra aiutano a formare quella che poi sarà l’ideologia del fascismo. In pratica si cementa lo spirito nazionalista, esaltato dalla Vittoria, e sul piano sociale si opta per la “collaborazione di classe” nella ricerca di un compromesso di giustizia, al posto della “lotta di classe”. IL Popolo d’Italia da quotidiano socialista, diventa quotidiano dei combattenti e dei produttori. Emerge inoltre anche una nuova figura: quella della “Aristocrazia delle trincee”.
La fine della guerra, con i disastri economici e la miseria che investe tutto il paese, mentre l’Industria è alle prese con la difficile fase della riconversione che provoca disoccupazione, scatena il velleitario tentativo socialista di ripetere in Italia, in condizione totalmente diverse, la rivoluzione bolscevica di Lenin.
Il tentativo rivoluzionario socialista, sull’onda della rivoluzione dì ottobre in Russia, assume aspetti particolarmente violenti, e oltretutto legandosi alla critica della guerra, pur vittoriosa, si indirizza sul piano sovversivo e antinazionale
Questo determina la reazione degli ambienti militari, accusati di aver “fatto la guerra”, delle classi padronali impaurite e dei cittadini in genere sconvolti dai disordini, le violenze e gli scioperi incontrollati.
Di nuovo entra in campo Mussolini il quale è convinto , conoscendoli, che i quadri dirigenziali del socialismo non sono adeguati a fare i leninisti, e quindi naufragheranno determinando una controreazione nel paese.
I FASCI DI COMBATTIMENTO
Investito in prima persona, in quanto è ritenuto responsabile della guerra e dei suoi orrori, Mussolini reagisce creando i Fasci di Combattimento del 1919, il cui programma sociale è di fatto un socialismo da realizzarsi nella nazione. il programma di sostanzia anche di vari punti programmatici di marca populista, assumendo anche aspetti anticlericali e repubblicani.
Si constaterà che al momento della sua costituzione, sono presenti nei Fasci molti massoni. Questo dipende dal fatto che, all’epoca , in Italia la politica ruotava attorno alle componenti più agitatorie che erano quelle di stampo risorgimentale e massonico, presenti nella sinistra ma che avevano anche partecipato all’Interventismo, in opposto a quelle più conservatrici legate a vecchie aristocrazie e soprattutto al clero. Era un fenomeno anche culturale, per il quale, era ovvio che molti agitatori e rivoluzionari, già interventisti, avessero la tessera massonica in tasca, e si ritrovassero alla nascita del fascismo attorno a Mussolini.
In pratica il fascismo nasce mettendo insieme alcune componenti: ex socialisti seguaci di Mussolini, sindacalisti rivoluzionari, alcuni anarchici e alcune componenti combattentistiche, soprattutto gli Arditi.
Lo scontro con il tentativo “leninista” dei socialisti, si fa particolarmente violento e sanguinoso, si riversa nelle strade, mentre politicamente il nascente fascismo va incontro ad una sonora sconfitta elettorale nel novembre del 1919, che avrà forti conseguenze sulla sua formazione ancora in atto.
LA SVOLTA A DESTRA
Mussolini infatti, da pragmatico quale era, intuisce che il fascismo sta crescendo soprattutto in seguito agli scontri con i “rossi”, alle lotte di strada. Questo gli porta il sostegno dell’idealismo dei giovani, e delle classi borghesi spaventate dalle violenze dei “sovversivi”. Oltre che il sostegno del capitalismo, e degli agrari spaventati da una rivoluzione bolscevica, e quello delle componenti combattentistiche e militari della nazione, coinvolte anche loro, dalla contestazione socialcomunista.
Già a maggio del 1920, si inizia ad avere un sensibile attenuarsi degli aspetti “socialisteggianti” del primo fascismo, e un ridimensionamento della “pregiudiziale repubblicana” e dell’anticlericalismo. Questo comporterà l’uscita dai Fasci, di buona parte dei futuristi, degli anarchici e dei massoni del Grande Oriente. Le componenti più “di sinistra” si indirizzeranno verso il fenomeno fiumano di Dannunzio
Gli storici sono concordi nel definire la crescista del fascismo, che assumerà poi con la marcia su Roma, aspetti insurrezionali come la “rivoluzione dei ceti medi”, indicandone il carattere nazionalborghese.
Inevitabilmente il fascismo assume l’aspetto reazionario, rispetto agli scioperi e alle agitazioni socialiste e nasce anche il non di certo edificante fenomeno dello squadrismo agrario.
Mussolini cerca di attenuare, nei limiti del possibile, la svolta a destra, dando anche le dimissioni, ma questo non è più possibile e il congresso di Roma del 1921, sancirà definitivamente i connotati di destra del fascismo
I TENTATIVI DI MUSSOLINI DI “APRIRE A SINISTRA”
Il fascismo che va al potere con la marcia su Roma è caratterizzato da forti componenti reazionarie e conservatrici, dal fenomeno dello squadrismo agrario e da quello dei Ras. E’ il prezzo che si paga per la conquista del potere che avviene non con una fase rivoluzionaria, ma tutto al più insurrezionale. Oltretutto si tratta di una andata al governo, che non comporta cambiamenti Istituzionali.
Mussolini è conscio che deve pagare la cambiale a tutte quelle forze industriali e finanziarie che gli hanno finanziato l’ascesa al potere, ma preferirebbe ridimensionare il potere dei Ras e quello dello squadrismo agrario tosco – emiliano, che come dice al socialista Carlo Silvestri, è il solo veramente armato, e comunque è una creatura reazionaria, utile per la presa del potere, che ora però preferirebbe strozzare.
Il progetto di Mussolini è quindi quello di aprire a sinistra attraverso una pacificazione con i socialisti che fermi la guerra civile. Il nuovo governo dovrebbe assumere i connotati dei vecchi esperimenti giolittiani, aprendo ai socialisti, alla Confederazione sindacale e ai popolari. E’ l’unico mezzo per attenuare e mediare i gravi provvedimenti economici che dovranno essere presi per far fronte ad una nazione ancora devastata dagli esiti della guerra e profondamente arretrata.
Ma il progetto sfuma, per la reazione delle componenti di destra del fascismo, oramai molto forti, per l’ostilità dei popolari di don Sturzo, e per la riottosità dei socialisti.
Riprenderà questo progetto nel 1924, forte di un mezzo accordo con il Vaticano che gli toglie di mezzo don Sturzo spedendolo in America. Ma ora questo progetto ha ancor più l’avversione dei massoni.
IL DELITTO MATTEOTTI E LA DITTATURA.
Il delitto Matteotti, non a caso pone fine alle aperture a sinistra di Mussolini e le sue conseguenze saranno l’instaurazione della dittatura.
IL FASCISMO LIBERISTA.
Occorre adesso sapere alcune cose. La prima, è il fatto che Mussolini salito al potere con la marcia su Roma, si trovò la sorpresa di una “fregatura” che gli presentò il Re: quella che occorreva pagare un oneroso e ingente debito di guerra, contratto con la Banca Morgan degli Stati Uniti. Non c’era alcun mezzo per evaderlo e bisognava pagare, rinegoziandolo e diluendolo nel tempo.
A questo si aggiungeva la necessità della ricostruzione. Mussolini, in queste condizioni di emergenza, si indirizzò, verso una politica di stampo liberista, posta nelle mani del ministro De Stefani e puntando sul rilancio soprattutto della grande Industria..
Fu una lunga fase politico – economica, dal 1922 al 1929, caratterizzata da privatizzazioni, contenimento dei salari, e imposizione della “pace sociale” nelle aziende. Il prezzo più alto fu pagato dalla classe lavoratrice, ma non c’era altro mezzo per far fronte alle necessità nazionali e per difendere il valore della lira.
Rispetto ai ceti popolari, Mussolini cercò di andargli incontro con tutta una serie di normative sociali, il cui culmine fu la Carta del Lavoro del 1927 che instituì diverse leggi di interesse sociale. Non è esatto dire che Mussolini creò la pensione, perché questo istituto già esisteva, ma lo riportò all’interno di una legge quadro e delle assicurazioni sociali, in modo da estenderlo a tutti e migliorarlo nelle normative. . Ci furono poi i contratti collettivi di lavoro per norma adi legge, la regolamentazione delle ore lavorative. Oltre a vari provvedimenti per la maternità, il dopolavoro, la sanità, costituzione di importanti Enti di assistenza e supporto ai cittadni, ecc. Insomma, sebbene conservatore, il regime fascista non era certo un regime prettamente capitalista come quello di Franco in Spagna.
A questo si aggiunsero le Grandi Opere, che si indirizzarono alla costruzione di ogni genere di infrastrutture, di scuole, ospedali, fino alle bonifiche e alla battaglia del grano, ecc. Fu un vero miracolo di ingegneria e di volontà, tanto più di valore in quanto fatto da una nazione finaziariamente povera e priva di risorse naturali. Oggi gli osservatori dell’epoca ritengono che, senza gli impulsi dinamici alla ricostruzione, dati dal fascismo e le sue grandi opere, forse l’Italia sarebbe rimasta un paese arretrato come alcuni paesi balcanici.
FINE DEL LIBERISMO E AVVIO DELLA POLITICA DI STATO
Con la grande crisi economica del 1929 ebbe anche fine la fase “liberista” del fascismo, perché da quel momento Mussolini si indirizzo su una politica di diretto intervento dello Stato nell’economia.
Nacque l’IRI e le riforme del fascismo, compresa quella del 1936 sulla Legge per la Banca D’Italia, presero un indirizzo non più liberista, ma di stampo nettamente sociale e statalista. Mentre in tutto il mondo il liberismo capitalista, di fronte alla grave crisi di Wall Street manifestava , oltre le sue ingiustizie e sperequazioni, anche il suo fallimento, la politica inaugurata dal fascismo, scimmiottata in malo modo da Roosevelt con il New Deal, consolidò definitivamente anche una altra prassi governativa: quella che lo Stato doveva essere retto dalla preminenza dei principi etici e politici prevalenti su quelli economici e finanziari. Era il principio, magari non sempre osservato, antiliberista per eccellenza, sostanziato poi dalla politica dirigista dei governi di Mussolini. Quseta peculiarità costò la condanna a morte della massoneria finanziaria su Mussolini.
Ma soprattutto presero corpo le Corporazioni, una riforma epocale, totale , anche di natura Istituzionale, che si concretizzò nel 1939 con la Camera dei fasci e delle Corporazioni. Era la fine del parlamentarismo.
VENTENNIO CONSERVATORE MA NAZIONALPOPOLARE
Possiamo quindi dire che la politica del fascismo nel ventennio fu di stampo Conservatore, ma con forti provvedimenti popolari e soprattutto con il principio di mettere nelle mani dello Stato o in sua compartecipazione, i settori strategici e primari dell’Industria e quelli che andavano in crisi rischiando il fallimento.
Forse più di questo non era possibile fare, perchè il potere in Italia, più che nelle mani del fascismo era rimasto nelle mani della Monarchia, della Chiesa, dell’esercito, delle componenti borghesi e industriali, con una forte presenza della massoneria, sia pure in sonno.
Fu comunque una politica di sacrifici, ma di stampo altamente sociale che, non a caso, riscosse il sia pur demagogico apprezzamento dei fuoriusciti comunisti, con il loro famoso “manifesto ai fratelli in camicia nera” e ancora non a caso, spinse un comunista come Bombacci, deluso dalla involuzione della rivoluzione bolscevica, ad avvicinarsi, anzi a cooperare con Mussolini.
In Italia inoltre sul piano intellettuale e tra i giovani universitari fascisti si manifestarono una molteplicità di idee, di posizioni e di “spinte a sinistra” tali da assimilare la rivoluzione fascista in linea con la rivoluzione russa e proiettarla contro le grandi plutocrazia d’occidente.
Per il ventennio possiamo dire che Mussolini, pur conscio di una politica di stampo conservatore cercò di attuare vari principi di stampo in parte socialista e riforme di utilità nazional popolare. Un lento processo di riformismo socialista, sempre ostacolato e attenuato dalle forze reazionarie e dal conformismo borghese e interrotto dalla guerra.
SVOLTA EPOCALE E REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA
Con il crollo del 25 luglio 43, e la misera fine del “fascismo popolare e borghese”, si ha una svolta epocale. Un cambiamento strategico nel fascismo e la sua compiutezza ideologica , che a causa delle contingenze e delle necessità nazionali non era potuta avvenire prima.
Dopo l’8 settembre, infatti, Mussolini, approfittando da vero rivoluzionario, del fatto che , per la prima volta nella sua storia, l’Italia non era più in mano alle forze e ai poteri reazionari, quali la Confindustria, la Chiesa e la Monarchia, con la massoneria per giunta in quel momento fuori gioco, ne approfittò ed edificò la Repubblica Sociale Italiana, una riforma dello Stato in senso repubblicano, che rivedeva anche il principio gerarchico delle cariche dall’alto, fallito nel ventennio, pur senza sconfinare nella democrazia (principio falso e ingannatore), ed una riforma socialista di tutta l’economia portando a compimento definitivo anche le Corporazioni, le quali, senza la socializzazione, erano state facilmente coartate dal padronato ai suoi interessi.
Lo Stato infatti superava ora la sua funzione di mediatore tra parti, padronato e lavoratori, con poteri troppo sbilanciati, a favore dei primi, e portava il lavoro direttamente alla guida e alla partecipazione delle Aziende.
Socializzazione delle Imprese, nazionalizzazione di quelle di importanza strategica, riforma del mercato azionario liberista, riforma del mercato immobiliare con il principio della casa in proprietà al popolo, riforma del commercio alimentare e del vestiario nei settori di importanza primaria per il popolo (cooperativismo). commissariamento della Banca D’Italia.
La proprietà privata e il diritto di investimento, così limitato dalla cointeressenza del lavoro, restava, quale elemento indispensabile per la crescita economica, ma si attuava il principio che la proprietà doveva essere al servizio della nazione e non della speculazione affaristica privata.
POSSIAMO COSI’ DIRE CHE L’UNICO SOCIALISMO ATTUATO IN ITALIA E’ STATO QUELLO DELLA RSI.
Termino ricordando che il fascismo non è solo progettualità socialista e programmi politico-socio-economici, ma anche una determinata visione della vita e del mondo, ma questo è un altro discorso.