Uccidere un Fascista non è reato (specialmente se indossi le scarpe da tennis)

Padova, Bologna, Napoli, Palermo, Torino: sono solo le ultime città, in ordine di tempo, dove gli antifascisti dei centri sociali hanno potuto fare il bello e il cattivo tempo dandosi al loro sport preferito (perché tutelato dalle istituzioni e dai mass media), ovvero la caccia al fascista. Che si tratti di vandalizzare una città, aggredire le forze dell’ordine o pestare a sangue in dieci contro uno gli avversari politici, la sensazione che questa gente goda di un’impunità totale, come utili sgherri di regime, è sempre più palese.

Mentre questi teppisti sfasciano le vetrine, incendiano automobili e cassonetti dei rifiuti, aggrediscono le forze dell’ordine con bombe dotate di chiodi e bulloni, cioè appositamente pensate per uccidere (come quelle che sono state utilizzate contro i Carabinieri a Torino, in occasione di una manifestazione contro un comizio di Simone Di Stefano di CasaPound) o, alla meglio, per mutilare e gambizzare, oppure mentre si danno ad una vera e propria caccia all’uomo contro i militanti di destra, continua, incessante, il leit motiv di una sinistra in fase terminale e che vede nella recrudescenza dell’antifascismo la sua unica ragione di esistenza: i movimenti e i partiti fascisti vanno chiusi, i loro militanti arrestati. Non una sola parola di condanna per le decine e decine di vittime dei centri sociali e degli antagonisti, non una presa di posizione. Almeno fino a qualche giorno fa, quando, in due distinti episodi – l’aggressione palermitana a Massimo Ursino, dirigente napoletano di Forza Nuova, e l’utilizzo, come già scritto, di bombe di matrice terroristica contro i Carabinieri torinesi che hanno impedito agli antagonisti di venire a contatto con i militanti di destra che nel frattempo partecipavano ad un regolare ed autorizzato comizio – poco è mancato che ci scappasse il morto.

Giovanni Codraro e Carlo Mancuso, due tra gli autori del pestaggio contro un dirigente di Forza Nuova a Palermo qualche giorno fa, sono stati immediatamente rilasciati. Due pesi e due misure, come sempre. Vi immaginate l’ondata di sdegno se avessero rilasciato due militanti di destra o fascisti accusati di aver cercato di uccidere un ragazzo di sinistra? Perché di questo si tratta: l’imputazione è quella di tentato omicidio, messa nera su bianco dal gip: “La modalità dell’aggressione, nel senso del numero dei soggetti che vi hanno attivamente preso parte, il fatto di aver messo in totale inferiorità fisica la persona offesa a cui è stato calato sul viso un berretto di lana sia per renderla inoffensiva sia per impedirgli di riconoscere i suoi vigliacchi aggressori, la circostanza di aver addirittura legato col nastro adesivo le gambe di Ursino per impedirgli di scappare…non può far dubitare della sussistenza certa del dolo non delle lesioni ma del tentato omicidio”. Lo scrive la Procura nella richiesta di convalida del fermo di Giovanni Codraro e Carlo Mancuso.

Questi vandali e teppisti si possono permettere il lusso di compiere qualunque cosa e i politici, lungi dal condannare queste azioni, continuano a premere incessantemente sullo stesso tasto: chiudete i movimenti fascisti perché sono contrari alla Costituzione, arrestate i loro esponenti. Ora, nessuno ha mai spiegato ai mandanti di questi criminali che delle due l’una: o i movimenti e i partiti fascisti sono realmente fuorilegge e in aperto contrasto con la Costituzione, e quindi lo Stato non è capace di far rispettare la legge nella stragrande maggioranza del suo territorio, addirittura permettendo a questi stessi partiti e movimenti di fare propaganda elettorale alla luce del sole, oppure questi movimenti e partiti politici sono già stati sottoposti al vaglio della Magistratura e non violano nessuna legge, e quindi possono esistere al pari di tutti gli altri.

Che idea si può fare un criminale di estrema sinistra, ignorante e cretino per definizione, quando si sente continuamente dire che c’è un’emergenza democratica perché partiti palesemente illegali sono tranquillamente e alla luce del sole sulla scena politica? Si sente in dovere, come la cronaca ha dimostrato, di intervenire da solo, con spranghe e bombe chiodate. I mandanti morali dei teppisti e degli antagonisti dei centri sociali vanno ricercati in Gentiloni, Grasso, Boldrini, Saviano, e tutti coloro che, lungi dall’aver mai pronunciato una parola, anche solo di circostanza, di condanna o di biasimo per le decine di attentati contro sedi di movimenti di destra, i pestaggi, gli agguati, hanno contribuito a soffiare incessantemente sul fuoco dell’odio, e continuano anche oggi. Proprio in questo momento, a Roma, i mandanti morali degli indagati per tentato omicidio ai danni di Massimo Ursino sbandierano ai quattro venti, in piazza, la loro contrarietà alla violenza fascista, ben consapevoli che la violenza, in questi ultimi mesi, è venuta solo ed esclusivamente da un’unica parte politica: la loro.

L’unica spiegazione a tutto ciò è che la sinistra, e una certa parte del governo e del potere, voglia il morto, e che solo per una serie di fortunate coincidenze questo non ci sia ancora stato.

Amministratore

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