28 Febbraio 2023
ALLIED WAR CRIMES: I BOMBARDAMENTI STRATEGICI
Da quando è iniziata la guerra tra Russia e Ucraina le cronache di quello che con ironia neppure tanto sottile si è autoproclamato “mondo libero” riportano quasi quotidianamente la notizia di uccisioni di civili ucraini in seguito ai bombardamenti russi.
Tali bombardamenti, effettuati prevalentemente con missili del tipo ‘ndo cojo cojo, inevitabilmete colpiscono anche edifici e strutture civili ed infatti le stesse cronache ci propinano immagini di case sventrate, ospedali distrutti, strade divelte, voragini e macerie. Stranamente, però, in contrasto con ciò che tali immagini farebbero pensare, il numero dei civili uccisi è molto contenuto: ogni volta, come conseguenza di tali “bombardamenti a tappeto”, riferiscono di poche unità di morti, raramente di più, talvolta nessuno, il massimo per un singolo attacco è arrivato a circa 70 e il totale ammonterebbe – stando ai dati forniti dal governo ucraino, che in questo caso non ha alcun interesse a minimizzare le cifre, semmai il contrario – a circa 10.000 dall’inizio della guerra, compresi però quelli, assai numerosi, che sarebbero stati assassinati (il condizionale è d’obbligo trattandosi di notizie diffuse da fonti che usano la menzogna come ordinario metodo di lavoro) in occasione di occupazioni di città o villaggi.
Sia come sia, i governanti del “mondo libero” (ora preferibilmente denominato “comunità internazionale” – che presuppone un governo internazionale – in attesa di trasformarsi in “comunità mondiale” – che presuppone un governo mondiale: a tale obiettivo mancano ancora alcune tessere, ma americani e giudei ci stanno lavorando), a proposito dei bombardamenti che uccidono civili ucraini strepitano ciclicamente parlando di crimini di guerra contro l’umanità.
E allora è il caso di esaminare come si comportarono, quanto a bombardamenti aerei, i membri del “mondo libero”, alias “liberatori”, i paladini dei “diritti umani”, nell’ultima grande guerra, il cui esito ha sancito il loro trionfo del quale tutti noi godiamo oggi i frutti.
Nel 1934 l’aeronautica statunitense emise un bando per la progettazione e la costruzione di un bombardiere pesante plurimotore a lungo raggio d’azione. Un anno prima Adolf Hitler aveva preso il potere, F.D. Roosevelt aveva ricevuto il primo mandato presidenziale e la “Giudea” aveva dichiarato guerra alla Germania. Ad essere stati nemmeno troppo lungimiranti si sarebbe potuto perciò fin da allora intuire quale avrebbe dovuto essere l’obiettivo di tale apparecchio. La scelta cadde sul Boeing B-17 “Flying Fortress” (Fortezza Volante), un quadrimotore di oltre 16 tonnellate, che poteva trasportare un carico superiore a 24 tonnellate ed aveva un’autonomia di oltre 3.000 chilometri volando a più di 10.000 metri di quota. Da esso vennero sviluppati poi il Consolidated B-24 “Liberator” e il Boeing B-29 “Superfortress”, quest’ultimo impiegato solo sul Giappone. Da parte sua, l’Inghilterra, dopo lunghi studi ed esperimenti iniziati diversi anni prima, si dotò nel 1942 di un apparecchio similare: l’Avro Lancaster, un quadrimotore capace di volare a oltre 11.000 metri di quota, con un’autonomia di oltre 4.000 chilometri e in grado di trasportare, nella versione migliore, fino a 10 tonnellate di bombe.
Tali aerei, prodotti in decine di migliaia di esemplari, potevano quindi trasportare un enorme carico di esplosivo a grandissime distanze; avevano però scarsa precisione nel colpire il bersaglio e quindi poca o nulla possibilità di appoggiare le operazioni delle forze armate di terra, oltre ad essere scarsamente efficaci – come i fatti dimostrarono – contro gli impianti industriali e le strutture militari; la volontà di dotarsene rivelava quindi chiaramente che il loro obiettivo, ottenuto con un loro impiego massiccio, doveva essere quello e solo quello di radere al suolo i centri abitati, ovvero sterminare la popolazione avversaria ed uccidere quanti più civili fosse possibile; in altre parole, eseguire quello che fu pudicamente denominato “bombardamento strategico”.
La teoria del “bombardamento strategico”, venne formulata inizialmente verso la fine della prima guerra mondiale. quando cominciarono ad essere apprezzate le possibilità offerte dalla nuova arma aerea, e fu concepita, più o meno indipendentemente, da Hugh Trenchard in Inghilterra, da William (Billy) Mitchell negli Stati Uniti e da Giulio Douhet in Italia: personaggi tutti di sicuro mentalmente “disturbati”, ma non per questo privi di seguaci e sostenitori, tra i quali è importante ricordare Winston Churchill, allora Segretario di Stato per la Guerra e per l’Aria, che già nel 1918 progettò il bombardamento di Berlino con 1.000 apparecchi; bombardamento che non avvenne perché la guerra finì prima che potesse essere attuato.
Tale teoria, consistente – come già detto – nel colpire indiscriminatamente le città e la popolazione del nemico per fiaccarne la volontà di combattere, oltre che chiaramente criminale (persino in guerra non dovrebbero essere oltrepassati i limiti imposti dalla morale per non sprofondare nella barbarie), era anche sostanzialmente sbagliata (come i fatti dimostrarono in seguito, le potenze dell’Asse si arresero solo quando vennero a mancare loro le risorse materiali necessarie per sostenere lo sforzo bellico e non certo a causa dei “bombardamenti strategici”) e inizialmente fu rigettata ovunque, venendo ad essa preferita quella che prevedeva la costituzione di una aviazione d’assalto e d’attacco al suolo per il sostegno delle truppe di terra, che, adottata dalla Germania nazionalsocialista per volere di Hitler, fu la chiave di volta delle vittorie ottenute nella “Blitzkrieg”.
Fu rigettata ovunque, ma non da tutti, perché ebbe come assertori i due statisti più criminali della Storia (assieme al loro complice Stalin, naturalmente): Winston Churchill e F.D. Roosevelt, che, anche istigati dai loro consiglieri giudei, l’applicarono fino all’estremo soprattutto nella parte finale della seconda guerra mondiale e a subirne le conseguenze furono le città europee e giapponesi.
E’ importante precisare che i comandi aereonautici di Inghilterra e Stati Uniti si resero conto ben presto che tale strategia era inefficace per raggiungere quello che ne era ufficialmente l’obiettivo, cioè fiaccare il morale del nemico, ma i rispettivi governi vollero ugualmente proseguirla ed anzi intensificarla il più possibile, perché il loro vero obiettivo era un altro: sterminare le popolazioni, con un sadismo difficile da concepire da parte di qualsiasi persona normale e, mediante il lavaggio del cervello operato con i “mezzi d’informazione”, tutti nelle loro mani, indussero la stragrande maggioranza dei propri cittadini e dei propri soldati a credere che tale sterminio era giusto e magari, perché no, voluto da dio (il loro, naturalmente), facendo in modo che la loro parola d’ordine fosse uccidere il più possibile, non importa come e non importa chi; tutto ciò al fine di eseguire il progettato genocidio dei tedeschi e di buona parte degli altri europei, progetto la cui esecuzione fu proseguita ma non completata nel dopoguerra per cause indipendenti dalla loro volontà (ma di ciò ci occuperemo in un prossimo articolo).
In Germania furono ripetutamente bombardate da inglesi e americani tutte le città con almeno 50.000 abitanti, ma occasionalmente non furono risparmiate neppure quelle con popolazione inferiore; in Italia, sia prima che dopo la resa incondizionata, tutte le città grandi e piccole ebbero la loro razione di bombe; furono colpite anche altre città europee: in particolare Budapest, Bucarest, Sofia e Parigi, né furono trascurate altre in Belgio e in Olanda. In Giappone, ad opera degli americani, le cose non andarono meglio; il bombardamento di Tokio, accuratamente preparato con una preventiva simulazione effettuata in America mediante la ricostruzione di una città-tipo giapponese al fine di determinare il tipo di esplosivo che poteva provocare maggiori danni e soprattutto un maggior numero di morti, causò probabilmente più vittime della bomba atomica su Hiroshima, che seguita a ruota da quella su Nagasaki, costituì la classica “ciliegina sulla torta” pochi giorni prima della fine della guerra, cioè quando, come avvenne in Germania, tali bombardamenti erano, con assoluta evidenza, del tutto inutili ai fini bellici.
Per causare la massima strage di civili furono impiegate bombe al fosforo su Amburgo e Dresda, evidenziando la volontà di produrre alle vittime, in massima parte donne, bambini, anziani e invalidi, una atroce sofferenza prima della morte, che col fosforo non è immediata, ma avviene, senza poter porvi rimedio, per lenta combustione della carne. Per i bombardamenti sul Giappone furono invece preferiti gli ordigni incendiari in relazione al materiale col quale erano costruiti allora la maggior parte degli edifici civili.
Ma la furia omicida nei confronti dei civili non si esaurì con tali bombardamenti, bensì, allorché gli Alleati ottennero il pressoché completo dominio del cielo, si amplificò col colpire volutamente ospedali, scuole, treni, colonne della Croce Rossa, navi ospedale, colonne di profughi, battelli fluviali o lacustri, autobus, tram cittadini e col mitragliamento a bassa quota di tutto ciò che si muoveva sul terreno, fossero uomini, donne o bambini. Furono in più occasioni colpiti persino contadini al lavoro nei campi e il loro bestiame.
Non è possibile oggi, come non lo fu allora, calcolare con sufficiente precisione il numero delle vittime civili di tale barbara campagna di guerra; attualmente gli storici “allineati” sparano senza pudore la cifra di poco più di 600.000 riferita alla sola Germania, ma poiché parlano anche di 25/35.000 morti in conseguenza del bombardamento di Dresda, è evidente che dividono per oltre 10 il presumibile numero reale. Assai più attendibile è ciò che dichiarò a Yalta nel febbraio 1945 il criminale grassone alcolizzato liquidatore dell’Impero Britannico (è soprattutto merito suo se il popolo che allora governava l’India è oggi governato da un indiano), allorché si vantò di avere ammazzato 5-6 milioni di tedeschi.
Con l’eccezione di singole e solitarie voci, statunitensi e inglesi non hanno mai riconosciuto tali efferati crimini e tanto meno li hanno condannati, ma anzi li hanno giustificati e li giustificano tuttora; sono però oggi in prima fila nell’accusare di crimini di guerra e contro l’umanità chi compie azioni simili, ma di entità infinitamente minore.
Giuliano Scarpellini