10 Settembre 2017
Gli stranieri stuprano otto volte più degli italiani, e la Sinistra dimostra quanto schifo possa fare
Sono malati di mente, sono ignoranti, sono in malafede. Oppure, ed è, purtroppo, l’ipotesi più probabile, sono un miscuglio di queste tre cose. Di chi parliamo? Dei sinistri, degli antirazzisti, dei centri/cessi sociali, degli attivisti per i diritti umani, e tutto il canagliume che ci gira intorno.
In questi giorni, infatti, hanno il cervello letteralmente in pappa. Non sanno proprio come fare: le statistiche di Repubblica – quindi non suscettibili di essere criticate perché provenienti da un giornale amico loro, sempre in prima fila per lo ius soli e per sostenere l’invasione costante – ci dicono una realtà crudissima: che su 10 reati di violenza sessuale, 4 sono commessi da stranieri, spesso irregolari, sul territorio.
Che cosa rispondono, questi esempi di moralità? Che la società multirazziale è fantastica, perché non c’è un’emergenza immigrazione: “la maggioranza dei reati è commessa da italiani”. Francamente, rispondere a queste scempiaggini sarebbe quasi imbarazzante, ma è comunque doveroso, se non fosse per il fatto che esse vengono strombazzate a volume massimo da tutte le carcasse di regime, dai commentatori alla Saviano e alla Lerner, passando per Boldrini e Bergoglio, per finire con i media mainstream, i portatori del pensiero unico globalista e meticcio.
Non bisogna essere degli scienziati o avere chissà quale laurea per ammettere quello che i numeri mostrano chiaramente: il costo che l’Italia paga per l’immigrazione selvaggia e incontrollata, in termini di coesione sociale e sicurezza, è altissimo.
Su 10 violenze sessuali, 4 sono commesse da stranieri, spesso irregolari, richiedenti asilo, sbandati (come Guerlin Butungu, il capo delle belve di Rimini, che hanno stuprato due donne e hanno picchiato a morte il marito di una delle due). Peccato che gli stranieri nel Nostro Paese siano l’8% della popolazione. Statisticamente ciò significa che ogni 5.300 stranieri uno di loro commette uno stupro; per quanto riguarda gli italiani, invece, uno su 42.000. Ciò significa, né più né meno, che gli stranieri sono portati a commettere stupri e violenze otto volte di più di noi italiani.
Certamente, la violenza sessuale, da chiunque venga commessa (italiano o straniero che sia) è un reato odioso e come tale deve essere severissimamente punito, a prescindere dalla appartenenza etnica della vita.
Qui, però, parliamo di genti straniere che vengono mantenute e rifocillate nel Nostro Paese pur non avendone alcun diritto (né giuridico né tantomeno morale), e che sono portate otto volte di più a commettere atti di violenza sessuale.
Vedere come la sinistra si agiti cercando di minimizzare questa realtà, di nasconderla, addirittura di capovolgerla (“Gli italiani stuprano più degli stranieri”) è vergognoso; prendere atto della copertura mediatica di cui gode questa clamorosa balla, grazie al fatto che gran parte dell’informazione mainstream sia in mano loro, non può far venire, tra coloro che sono, almeno in minima parte, intellettualmente onesti, un moto di rabbia e di indignazione.
Moralmente abbietta, intellettualmente disonesta, ciecamente anti-italiana, bugiarda e mistificatrice: questa è la sinistra italiana. Una parte politica che si configura, sempre più, come desiderosa a qualunque costo di annientare e disintegrare la Nostra Nazione e la Nostra civiltà. O quel che ne resta.
10 Settembre 2017
Se per gli antifascisti la legge non vale
“Uccidi l’antirazzista che è in te! Fuoco a tutte le sedi della sinistra! Riconosci il vero nemico! Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Italiana! Tutte facce della stessa medaglia! Quella antirazzista! E’ ora di chiudere le sedi di sinistra, e se non con le buone allora con il fuoco! La Nostra Patria è solo l’Italia! Fuoco a tutte le sedi della sinistra!” Firmato: razzisti/e, Fascisti/e e Nazionalsocialisti/e.
Immaginatevi un volantino così, esattamente di questo tenore, affisso in varie città d’Italia. Chiudete gli occhi e immaginate: cosa accadrebbe? È una previsione facile: cortei di no global metterebbero a ferro e fuoco intere città, la Presidenta Madonna Boldrini si strapperebbe i capelli in diretta nazionale, l’omino bianco con la papalina che ci dice che se non accogliamo gli immigrati siamo brutti e cattivi terrebbe dieci Angelus al giorno, Fiano piagnucolerebbe per nuove leggi ancora più repressive contro i Fascisti, perché quelle attuali non bastano più, i Tribunali e le questure mobiliterebbero perfino i militari in pensione pur di trovare i pericolosi fascisti che attentano alla democrazia e alla Costituzione Italiana.
Sapete una cosa? Probabilmente saremmo d’accordo. Per diversi motivi. Il primo, il più pragmatico, perché a Noi non porterebbe alcunché di buono: storicamente non siamo proprio nella posizione migliore per andare a dire che le sedi dei nemici politici andrebbero chiuse col fuoco (viviamo in tempi in cui basta alzare un po’ troppo il braccio destro per essere denunciati per apologia di Fascismo); il secondo è quello che abbiamo già esposto nell’articolo “Offese e minacce su Facebook: la Boldrini ha ragione. Proprio perché non siamo come lei” (http://chessaandrea.blogspot.it/2017/08/offese-e-minacce-su-facebook-la.html): rivendichiamo, contrariamente a quello che spesso i nemici viene fatto nei nostri confronti, la facoltà di mettere a tacere gli avversari politici con la sola ed unica forza delle nostre idee senza aver bisogno di manette, nuove leggi repressive, bavagli alle reti sociali, o, peggio ancora, utilizzando la violenza.
Eppure, in questi giorni, volantini del genere stanno circolando tranquillamente in tutta Italia, vengono pubblicati su Facebook come propaganda politica, e nessuno ci trova alcunché da ridire. Basta sostituire “antirazzista” con “razzista”, il Partito Democratico con Casapound e Forza Nuova, i Fascisti e i Nazionalsocialisti con gli antifascisti e gli antirazzisti.
Nessuno trova alcunché da ridire sul fatto che i collettivi della sinistra estrema affiggano questo volantino e lo distribuiscano tranquillamente, senza che La Repubblica ci trovi il minimo spunto per piazzare un bell’articolone in prima pagina sul terrorismo di sinistra che ritorna prepotentemente; nessuno si indigna se una parte politica ben precisa incita a gran voce che si dia fuoco alle sedi degli avversari politici.
Per gli antifascisti la legge non vale, e l’indignazione dei Saviano, dei Lerner e delle Boldrini è solo ed unicamente per ciò che – vero o presunto – viene commesso dalla controparte. Quando ad invocare la violenza ed il fuoco per gli avversari politici sono i teppisti di sinistra, invece, nessun magistrato si sente in dovere di aprire un’indagine per “istigazione alla violenza”. Ah, già: sono troppo impegnati ad indagare quelli che fanno il saluto romano nei cimiteri.
3 Settembre 2017
La Repubblica ha ragione: c’è un’emergenza razzismo.
Per La Repubblica Guerlin Butungu, capo degli stupratori di Rimini, è già diventato una povera vittima di razzismo.
Perché? Perché, non appena trapelate le sue generalità, il suo profilo Facebook è stato riempito di insulti.
Quindi, la redazione del rotocalco di Ezio Mauro è tutta intenta a stracciarsi le vesti e a rimbeccare i responsabili del grave gesto (degli insulti, eh, non dello stupro).
Sorvoliamo sul fatto che il profilo facebook di questo soggetto si prestasse particolarmente a scatenare la rabbia, viste le continue foto in abiti di prima qualità e l’espressione da sbruffone, cose che tutto possono rimandare meno che l’immagine di un povero disperato in fuga da una guerra (infatti, non era in fuga da nessuna guerra e in virtù di cosa si trovasse in Italia dal 2015 non è dato sapere).
Soffermiamoci invece su un dato difficilmente confutabile: ogniqualvolta accadano crimini efferati e venga alla luce il responsabile (o presunto tale) la gente fa puntualmente visita ai profili facebook di costoro e vi lascia una salva di insulti, auguri di morte spesso rivolti anche a figli e resto del parentado e così via.
Accade sempre, non è una novità e non credo che gli scribacchini de La Repubblica lo ignorino.
Non solo: La Repubblica è una testata giornalistica che oltre a NON aver mai (prima d’oggi) speso mezza parola su questa “usanza”, l’ha spesso indirettamente incentivata, in quanto non può certo dirsi che si tratti di un giornale di taglio garantista.
La Repubblica è quella tipica carta straccia che, ad ogni caso di cronaca, propina a tambur battente veline delle Procure senza dare ai difensori diritto di replica, creando un clima malsano per la giustizia (che, come tutti sappiamo, subisce pesantemente l’influenza mediatica, che va a pesare sull’animus del giudicante, ecc.).
Ci voleva evidentemente lo stupratore immigrato per far riscoprire a questi signori il senso del garantismo nei casi in cui a rigore neanche sarebbe dovuto.
Di fronte ad indagati ed imputati italiani che magari si protestano innocenti in ogni modo possibile e immaginabile, gli stessi scribacchini altro non fanno che metterli alla gogna.
Quindi, La Repubblica ha ragione: esiste un grave problema di razzismo.
Il razzismo contro gli Italiani che i suoi scribacchini stanno diffondendo a macchia d’olio.
A costo di diventare improvvisamente garantisti per difendere uno stupratore, purché africano.
Complimenti per la faccia di bronzo (“bronzo” per usare un termine gentile)!
Alessandra Pilloni ,segretario provinciale MFL-PSN Oristano
30 Agosto 2017
Un consiglio alla sinistra: usare il cervello, all’inizio, è difficile, ma poi non fa male
A pensarci bene, non sarebbe stato nemmeno così difficile da prevedere: in un’Italia che pensa solo ed esclusivamente agli immigrati e ai clandestini – con tanto di Governo che invita, con apposita circolare ministeriale, i prefetti a trovare soluzioni alternative per i migranti prima di sgomberarli dagli alloggi e dagli stabili che occupano abusivamente (se ci avessero pensato almeno una sola volta per gli italiani forse non saremmo arrivati a questo punto) – legittimare la violenza sessuale sarebbe stato il passo successivo.
È la vecchia, abusatissima tattica della sinistra: le notizie scomode, come le violenze degli immigrati (l’ultima, in ordine di tempo, è quella di quattro subanimali che a Rimini hanno selvaggiamente picchiato lui e violentato a turno, per ore e ore, lei) non si danno per principio. Il popolino è considerato alla stregua di una manica di imbecilli, e le notizie scomode chissà come potrebbe mai gestirle! Non sia mai che si dia fiato ai pericolosi fascisti, razzisti e xenofobi (in queste definizioni sono inclusi tutti coloro che a vario titolo si dichiarano contrari all’immigrazione selvaggia e forzata che subisce da anni la Nostra Nazione). Se proprio le notizie vengono date bisogna far finta di niente: la Boldrini, che si indigna per la pubblicità di una mamma che serve la colazione ai figli ed al marito, tace; Mattarella rimane nel suo loculo; Saviano, che un giorno si e l’altro pure straparla contro Salvini che semina odio e il suo gregge di canaglie razziste (si, li ha definiti così) non ha nessun tweet o nessun post su Facebook da pubblicare. Se proprio non si può far finta di niente l’ultima risorsa tattica è tentare la strada della legittimazione (difficile solo in apparenza, molto più facile e comoda quando hai tutti i media italiani e buona parte della Magistratura dalla tua parte): è colpa della società che non li ha integrati, ma anche gli italiani delinquono, non generalizziamo, la stragrande maggioranza degli immigrati viene qui per trovare un lavoro ed integrarsi, e via dicendo…
Alla legittimazione dello stupro, però, non ci eravamo ancora arrivati. Ci ha pensato Abid Jee, mediatore culturale di Rimini di origini pachistane che studia Giurisprudenza (il fatto che uno studente di Legge parli in questo modo dovrebbe far riflettere sul livello dell’istruzione in Italia), e che ha pensato bene, in relazione al brutale stupro e pestaggio di quattro nordafricani ai danni di una coppia polacca, di scrivere sul suo profilo Facebook: “Lo stupro è un atto peggio ma solo all’inizio, una volta si entra il pisello poi la donna diventa calma e si gode come un rapporto sessuale normale”.
A causa degli insulti che sono piovuti addosso a questo geniaccio – e solo successivamente a ciò – la cooperativa per la quale lavorava lo ha sospeso. Sospeso, si badi bene, e non licenziato. Possiamo solo immaginarci cosa sarebbe accaduto se a dire una frase simile fosse stato un militante di destra: non solo sarebbe stato licenziato e gli sarebbe stato interdetto anche il lavare la scale con la lingua, ,ma come minimo Boldrini e la Kyenge sarebbero scesi in strada per protestare, i centri sociali avrebbero messo a ferro e fuoco mezzo continente, Repubblica e Il Fatto Quotidiano ci avrebbero sparato dei pistolotti devastanti sul pericolosissimo neofascismo misogino che ritorna e che ovviamente bisogna arginare con leggi sempre più repressive.
Insomma: stuprare una donna non è poi così grave. Magari si incazza un po’ all’inizio, protesta, ma poi, alla fine, le piace pure. Ora, si tengano forte i benpensanti, i salottieri della sinistra, i militanti dei cessi sociali, Saviano, Mattarella e Boldrini: in paesi come Pakistan, ma più in generale l’Asia, o in Africa, è esattamente questo il modo di pensare. Di più: la donna è semplicemente un oggetto, completamente sottomessa al volere dell’uomo, che la prende e la lascia quando più ne ha voglia.
L’errore, prima di tutto, è nostro. Nostra è l’arroganza di pensare che basti dare un pezzo di carta ad uno straniero – pomposamente chiamato “cittadinanza” – per pensare che in un attimo solo culture, tradizioni, convinzioni e credenze di genti straniere possano scomparire dalle loro menti e dalle loro anime in un attimo, pronte ad integrarsi nel nostro mondo. Ora questa gente si stupisce se un pachistano fa il pachistano.
Ai sinistri che si stupiscono diamo un consiglio: usare il cervello, almeno all’inizio, può essere difficile, ma poi non fa male.
30 Agosto 2017
Piazza Indipendenza: quando lo Stato si arrende e patteggia con i criminali
È sempre la solita storia che, purtroppo, in questo Paese si ripete ciclicamente: ogni qualvolta lo Stato provi a ripristinare un minimo di parvenza di legalità, immediato e compatto si mobilita l’esercito della sinistra, delle ONG, dei centri sociali, dei difensori dei diritti umani, tutti schierati insieme e appassionatamente per difendere l’indifendibile. Se poi si tratta di immigrati il fuoco di copertura è implacabile.
Riguardo allo stabile di Piazza Indipendenza occupato da diversi anni da un centinaio da diverse centinaia di clandestini africani, basta semplicemente lasciare la parola agli italiani che lì ci vivono e ci abitano per testimoniare cosa fosse diventata quella zona: spaccio, prostituzione, sporcizia e degrado erano le fantastiche meraviglie che i clandestini hanno portato dai loro Paesi e che gli abitanti di quel rione hanno potuto sperimentare sulla loro pelle.
La differenza tra come vengono sgomberati gli italiani e come vengono sgomberati gli immigrati – e più in generale il trattamento assai favorevole, quando non addirittura complice, che le stesse istituzioni dello Stato hanno quando hanno a che fare con gli immigrati – è ormai sotto gli occhi di tutti. A Roma, in special modo, solo qualche mese fa una famiglia, con anziana disabile, era stata buttata fuori di casa con tanto di Polizia Municipale che lanciava i giocattoli dei bambini direttamente dalla finestra del primo piano. Furono i militanti di CasaPound, che si opposero senza violenza a quello sgombero, a documentare il tutto. Ebbene, non ci risulta che nessuno, né per questa famiglia né per le altre migliaia di famiglie di italiani che sono state sgomberate, si sia mai dato tanto da fare per trovare un nuovo alloggio agli sfrattati come si sta facendo adesso per i migranti.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è uscito dal sarcofago per affermare che non si possono sgomberare i clandestini se prima non si sono trovate delle valide alternative alla soluzione abitativa. Addirittura il Ministero dell’Interno starebbe emanando una circolare in cui si invitano i prefetti delle varie città d’Italia, prima di autorizzare gli sgomberi, a provare altre strade: questa è la definitiva resa dello Stato all’illegalità e alla delinquenza, e il tutto viene aggravatato dal fatto che abbiamo a che fare non con italiani, bensì con genti straniere che non hanno alcun diritto di stare qui e che spesso e volentieri pretendono con arroganza diritti che le loro civiltà, involute di decenni rispetto alla nostra, non sono state capaci di dar loro.
Come se non bastasse il funzionario di Polizia che ha guidato l’azione viene messo sulla graticola per una frase infelice, ampiamente presa fuori dal proprio contesto, che era quello di una situazione in cui non più di una ventina di poliziotti si sono trovati a fronteggiare centinaia di africani infuriati che lanciavano sanpietrini, bottiglie, pietre, suppellettili, e finanche bombole del gas.
Il poliziotto che ha detto “Se serve spaccategli un braccio” durante uno sgombero di clandestini a Roma è stato sospeso dal servizio: basta una frase sbagliata detta contro i clandestini, anche se si sta cercando di sgomberarli e loro rispondono con sassi e bombole del gas, e sei crocifisso in sala mensa. Ciò non vale ovviamente quando si sgomberano gli italiani, con tanto di Polizia Municipale che getta i giochi dei bambini dalla finestra, come accadde a Centocelle.
Con questa complicità palese, esplicita e addirittura sfacciata all’invasione di clandestini e alla vera e propria pulizia etnica dolce che sta subendo da anni il nostro popolo, viene meno il contratto sociale implicitamente stipulato tra gli italiani e le istituzioni preposte al governo della Nazione. Questo Stato, ormai, è nemico dei suoi stessi cittadini, apertamente favorevole agli invasori e pronto ad usare con loro il guanto di velluto, sempre e comunque, nella stessa misura in cui invece utilizza il pugno di ferro con i propri cittadini.
Tutto questo avrà conseguenze devastanti, nel bene o nel male.